La Bottega del Potere

di Riccardo Dal Ferro

Schermata 2015-04-15 alle 18.09.12Per me il potere è una cosa simile a come la intendeva O’Brien in 1984: “Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell’intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell’intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere!”
Ma di certo la cosa importante qui non è come io la penso sul potere, ma qual è la domanda che sta dietro al potere. Come ogni problema, anch’esso nasce da una domanda e, seppur la risposta possa non piacerci, la necessità di ascoltarla non si può negare. E, a parer mio, il problema dei rivoluzionari di oggi non è quello di non avere risposte, ma è quello di darne troppe e senza conoscere la domanda.
In Bottega oggi vi propongo alcune immagini (poche e lacunose) intorno alla questione del potere: come funziona? Perché esiste? Quale mistica nasconde? Quali tecnologie utilizza? Tutto questo per compiere insieme un percorso a ritroso: dalle risposte facili che ogni giorno tentiamo di darci (quasi volessimo nascondere il chiasso delle domande) cercherò di condurvi ai dubbi intorno a questo problema talmente enorme da aver occupato gran parte della riflessione di quasi tutti i grandi pensatori del passato. Talmente enorme da aver indotto grandi uomini a inventarsi magie e sotterfugi per meglio interpretarlo.
Non mi propongo di filosofare, ma soprattutto di raccontare storie (inventate, s’intende, ma non troppo). Il modo giusto per scovare le domande non è in effetti il mito? Non vuole la mitologia smuovere le giuste domande per permetterci di cercare le risposte? Non esiste forse la fiaba per spingere il bambino tra le braccia del dubbio e così farlo alzare da terra in cerca del sentiero più adatto per affrontarlo? Credo che gran parte della filosofia sia una storia narrata proprio per questo motivo. Per farci tornare bambini. E oggi vorrei farci tornare bambini che affrontano il potere. E poi, dopo essere tornati bambini, far parlare un grande uomo dello scorso secolo al posto mio, lasciare la parola a lui che il potere l’ha combattuto con coraggio e dal potere è stato schiacciato, ma uscendone vincitore.
In fin dei conti la Legge è il modo con il quale una generazione muove guerra a quella successiva, e il potere, così inteso, potrebbe essere una delle sue molte facce. Ma potrei sbagliarmi clamorosamente.
Per evitare di incorrere in un errore così grossolano, mi limiterò a citare di nuovo l’uomo (finto, ma non così tanto) con il quale ho iniziato questa piccola introduzione, ovvero il compagno/camerata O’Brien: “Il comandamento dei dispotismi di una volta era: tu non devi! Il comandamento dei totalitarismi era: tu devi! Il nostro è: tu sei!”
L’ennesima dimostrazione, mi pare, che la risposta è peculiarità del potere stesso.
La domanda invece è pane per le nostre bocche ribelli.

Riccardo DAL FERRO

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