La Coppa America arma di distrazione di massa

In un Brasile travolto dalla pandemia, Bolsonaro ha accettato la proposta della corrotta Confederación Sudamericana de Fútbol per far disputare nel Paese il più atteso torneo calcistico latinoamericano gettando fumo negli occhi nel momento in cui le piazze sono tornate di nuovo ad alzare la voce.

di David Lifodi

                                  Fonte: Derribando Muros. Crediti: Gustavo Veiga

La Coppa America conclusasi due settimane fa con la vittoria dell’Argentina (1-0 sul Brasile) è nata fin dall’inizio sotto una cattiva stella.

Rinviato nel 2020 a causa della pandemia, l’evento più atteso dagli appassionati di calcio latinoamericani avrebbe dovuto tenersi in Colombia, ma a seguito dell’incerta situazione politica nel paese andino, da tempo teatro di una sempre maggiore mobilitazione sociale a cui è corrisposta una violenta repressione da parte dello Stato, è stata presa la decisione di spostare il torneo in Brasile dopo che l’Argentina aveva denigrato l’offerta di ospitare la Coppa America a causa di una nuova ondata di contagi da Covid-19.

Bolsonaro ha colto la palla al balzo, in qualità di negazionista convinto, e la sempre più screditata Confederación Sudamericana de Fútbol ha subito accettato l’offerta. Il dilagare dell’emergenza sanitaria in tutta l’America latina avrebbe dovuto suggerire maggiore prudenza, non a caso sono molti i calciatori che hanno finito per essere contagiati, ma la Conmebol risponde ad un unico richiamo, quello economico.

Nel solo 2021 la Conmebol avrebbe dovuto distribuire premi corrispondenti a 168 milioni di dollari tra i club partecipanti alla Coppa Libertadores e 157 a quelli che si sfidano per conquistare la Coppa Sudamericana, ma la corsa del virus ha messo a rischio gran parte dei contratti stipulati dalla Confederación Sudamericana de Fútbol. Addirittura, l’oligopolio mediatico brasiliano di O’Globo ha chiesto la rescissione dei contratti televisivi a causa delle partite di Coppa Libertadores e Sudamericana non disputate nel 2020, da cui è derivata l’urgente necessità della Conmebol di far quadrare i conti.

Nota per l’opacità dei suoi conti bancari, Conmebol ha venduto I diritti della Coppa America 2021 a Univisión, emittente tv Usa per gli spettatori di lingua spagnola di proprietà della catena televisiva messicana Televisa. Conscia che la Coppa America non avrebbe potuto subire un nuovo rinvio a causa della altrettanto discussa Coppa del Mondo già programmata in Qatar nel 2022, Conmebol ha insistito per far disputare il torneo a qualunque costo con il sostegno della Confederação Brasileira de Futebol, molto vicina al governo di Bolsonaro.

Del resto, l’obiettivo della Conmebol è stato sempre quello di consolidarsi quale attore geopolitico e modello di accumulazione di potere, per questo ha scelto di rivolgersi a Bolsonaro considerandolo un interlocutore affidabile, e disinteressandosi della politica negazionista del presidente brasiliano, impegnato a combattere strenuamente contro il distanziamento sociale, l’utilizzo della mascherina e la sanificazione degli spazi. Non ha sorpreso, quindi, da parte di un governo che ha utilizzato la diffusione della pandemia come strategia deliberata per sbarazzarsi delle classi sociali più povere del Paese, dei favelados e dei neri, la disponibilità offerta per far svolgere la Coppa America in Brasile.

In Brasile, come del resto in negli Stati dove si sono tenute le gare del campionato europeo, sono giunti i calciatori delle nazionali latinoamericane, tutte con una delegazione composta da preparatori atletici, medici sportivi, magazzinieri e sponsor al seguito, aumentando così la presenza di persone provenienti da altri Paesi dove il Covid-19 sta dilagando e in un momento in cui nel più grande Stato sudamericano gli ospedali sono già da tempo al collasso. Il Venezuela è arrivato in Brasile con 8 giocatori risultati positivi, la Colombia con 2 e la Bolivia con 4 nelle prime giornate del torneo.

Di fronte ad una nuova ondata ancora più contagiosa, alcuni calciatori hanno espresso forti dubbi sull’utilità di far svolgere la Coppa America, ma sono stati messi a tacere.

Il Frente Nacional del Fútbol Popular – composto da tifoserie quali Colectivo Democracia Corinthiana, Resistencia Azul Popular del Cruzeiro, gruppi Antifa di Flamengo e Fluminense – ha protestato per la totale mancanza di rispetto nei confronti dei familiari delle vittime del Covid-19 e, ad un certo punto, sembrava che la stessa Seleção fosse intenzionata a boicottare la Coppa come testimoniato dalle perplessità del capitano Casemiro e dell’allenatore Tite, al quale l’estrema destra brasiliana contesta la sua simpatia per il Partido dos Trabalhadores (Pt) nonostante le pressioni della Confederação Brasileira de Futebol presieduta da Rogério Caboclo, alleato di Bolsonaro e costretto a difendersi da un accusa di violenza sessuale.

Peraltro, va ricordato che i calciatori delle dieci rappresentative che hanno partecipato alla Coppa America hanno ricevuto l’appoggio da parte della Federación Internacional de Futbolistas Profesionales, la quale ha ribadito come ogni giocatore avesse il diritto di rifiutare la convocazione in nazionale, se avesse temuto per la sua salute, senza alcun rischio di essere sanzionato. Dai microfoni di Rede Globo Walter Casagrande, compagno di squadra di Socrates e tra i promotori, insieme a lui, della famosa Democrazia Corinthiana (il movimento autogestito dei calciatori della squadra del Corinthians, di cui Magrão era il leader) ha dichiarato espressamente: “Abbiamo bisogno dei vaccini, non della Coppa America”.

Bolsonaro voleva utilizzare la Coppa America, già ribattezzata Coppa della morte, come aveva fatto la dittatura militare in occasione dei mondiali 1970, come hanno fatto notare sia Juca Kfouri, giornalista sportivo (Folha de S. Paulo) e Lúcio de Castro (Agencia Sportlight), entrambi convinti che il governo brasiliano si sia servito della competizione per gettare fumo negli occhi in un momento in cui le piazze contro Bolsonaro sono tornate di nuovo ad alzare la voce.

In un Paese dove soltanto un terzo della popolazione ha ricevuto la prima dose di vaccino, la Coppa America, per Bolsonaro, avrebbe dovuto rappresentare un utile diversivo in un momento in cui gli ospedali e le strutture sanitarie sono allo stremo. La sconfitta del Brasile ha impedito al Messia nero di cavalcare il successo della Seleção.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

Un commento

  • Ottimo articolo, David, da sportivo ed ex-atleta (oltre che… esperto di Brasile) che segue con molta partecipazione le competizioni, come ora le Olimpiadi, apprezzo particolarmente servizi e reportage che si occupano di sport con un taglio critico-sociale, come fa anche ogni tanto Il Manifesto. Perché lasciare questi temi solo all’attenzione di una stampa nazional-popolare che non ha alcun interesse ad approfondire?

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