La fantasia supera i muri
Al confine fra Stati Uniti e Messico una serie di dondoli e altalene uniscono chi è separato dai muri
da Riforma.it
Due professori della California, che più di 10 anni fa avevano sviluppato una visione mozzafiato, con un dondolo che collegava il confine tra Stati Uniti e Messico per consentire ai bambini di entrambe le parti di giocare insieme, hanno visto la loro idea prendere vita ieri 29 luglio.
Ispirati dal Secure Fence Act del 2006 i due architetti avevano messo su carta varie possibili varianti del muro di separazione che iniziava a vedere la luce: ecco che le barriere prendevano la forma, fra l’altro, di uno xilofono e di un dondolo come quello dei parchi giochi per bambini, con il muro a fare da perno centrale, per fare giocare insieme bambine e bambini ai due lati del muro. Le loro idee sono finite dritte al MoMA, il Museum of Modern Art di New York, e ora hanno visto un’eccezionale realizzazione pratica.
Nel 2009, Ronald Rael, professore di architettura presso l’Università della California, Berkeley, e Virginia San Fratello, professoressa associata di design all’università di San Jose, hanno avuto l’idea di un “muro di connessione” tra il confine tra Stati Uniti e Messico.
Come suggerisce il nome, il muro diventava “un perno” tra i paesi, per garantire che anche se le persone fossero state separate, avrebbero comunque potuto trovare un modo per interagire e stare insieme.
Condividendo il momento emozionante su Instagram, insieme a diverse foto del giorno, Rael ha spiegato «quanto sia stato significativo guardare le persone da entrambi i lati del confine giocare insieme su un dondolo, strumento per cui l’azione di una persona si riverbera sull’altra e avanti così all’infinito».
Un video condiviso con il post di Rael mostra persone di entrambi i Paesi che ridono, parlano e si impegnano come bambini mentre vanno avanti e indietro sollevandosi a vicenda sulle altalene rosa e agitando la grande barriera d’acciaio.
I dondoli all’aperto sono stati allestiti anche dallo stesso Rael a Sunland Park, nel New Mexico e poi fatti scivolare attraverso le stecche della recinzione, quindi collegati alle persone dall’altra parte, a Ciudad Juárez, in Messico.
Sebbene l’evento si sia svolto senza intoppi, secondo quanto riferito non è stato pianificato in anticipo sul lato messicano del confine, il che ha reso la giornata ancora più incredibilmente significativa quando i bambini si sono uniti spontaneamente.
Il “Teetertotter Wall” arriva in un momento in cui il tema migratorio è al centro del dibattito negli Stati Uniti, e il muro di confine è diventato uno dei simboli di questi anni di chiusure. La fantasia per fortuna non trova limiti di fronte a sé.