La felicità è un sistema complesso – Gianni Zanasi

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di Francesco Masala

Enrico Giusti (Valerio Mastandrea) è un sicario dell’economia, uno che è parte di organizzazioni che puntano a spolpare le imprese in difficoltà, senza fare prigionieri.
in realtà i suoi capi si illudono di avere una missione, anche Enrico ce l’ha, opposta, ma ha sempre esercitato la missione dei suoi capi.
arriva il momento della verità e della redenzione, Enrico sta con i due ragazzi che non vogliono essere padroni di merda, vivendo di rendita e fregandosene degli altri.
un film un po’ schematico, a tesi, con una storia fatta di pennellate, senza affondare troppo i colpi.
il film ha qualcosa in comune con Il capitale umano (che è più riuscito), appaiono gli squali dell’economia, e fanno una figura di merda, alla fine (ma comandano sempre loro).
grande Valerio Mastandrea, che non sbaglia un film, ma avverto che io sono di parte, se in un film ci fosse solo lui che mangia la pizza con Elio Germano, per esempio, o Giuseppe Battiston, andrei a vedere quel film.
La felicità è un sistema complesso non è un film perfetto, è asimmetrico e sconclusionato, a volte, ma sicuramente merita comunque la visione.

http://markx7.blogspot.it/2015/11/la-felicita-e-un-sistema-complesso.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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