La grande truffa della legalità

di Gianluca Cicinelli (*)

Foto di Sergei Tokmakov Terms.Law da Pixabay

Preferiscono l’elemosina al Rdc (reddito di cittadinanza), la carità allo stato sociale, la beneficenza allo sviluppo economico. Il gruppo sociale composito che va da chi vive di rendita parassitaria ai piccoli e medi commercianti che basano la loro attività su salari orari inferiori ai 5 euro per i propri dipendenti, ha reintrodotto l’odio di classe verso i poveri. Non deve ingannare il fatto che in questo momento sia in particolare la Lega a spingere per eliminare il Rdc. Il provvedimento è sempre stato indigesto anche al Pd e alle altre forze politiche, che l’hanno subìto soltanto in nome dei rapporti di forza scaturiti dalle ultime elezioni, con un deputato su tre in Parlamento espresso da M5S, ideatore del RdC e cardine di tutte le maggioranze di governo dal 2018 a oggi. Ma che sia per una crisi politica anticipata o per la scadenza naturale della legislatura, gli equilibri politici attuali stanno per essere rovesciati definitivamente, con i 5 stelle avviati ai titoli di coda e l’avanzare a grandi passi delle destre vecchie e nuove verso il ponte di comando.

Naturalmente nemmeno la Lega ha il coraggio di esprimere il proprio pensiero per quello che è: gli ultimi devono morire, meglio ancora se prima soffrendo. Allora avviene il gioco di prestigio dei numeri presi a casaccio: secondo il viceministro salviniano Massimo Garavaglia il 70% di chi percepisce oggi il Rdc è abusivo. Senza portare prove, naturalmente. Questo significherebbe che su un milione e duecentomila persone che oggi usufruiscono del beneficio, almeno ottocentoquarantamila di loro in questi anni hanno frodato lo Stato. Se il dato fosse vero, al contrario, non dimostrerebbe soltanto la natura delinquenziale dei cittadini, al di là di quello che chiunque possa pensare del RdC, ma che lo Stato italiano come entità amministrativa non esiste più, non è più in grado di esercitare alcuna misura di controllo sulle finanze erogate e su quelle in entrata. E a guardare ai fallimenti continui della lotta all’evasione fiscale forse è proprio questo il problema e non quello del RdC.

In attesa che la Lega mostri le prove di quanto afferma parliamo di vita reale. I due operai che hanno fatto lavori nella mia abitazione negli ultimi anni erano entrambi percettori del RdC. Quindi, tecnicamente, non solo truffatori ma anche evasori fiscali, visto che per usufruire del reddito si guardavano bene dall’emettere fattura o qualsiasi ricevuta. Naturalmente votano o votavano entrambi per Grillo & Co e ho appreso dai loro discorsi che il male principale dell’Italia è l’illegalità. Ne ho preso atto, hanno lavorato duro per darmene conferma con il loro esempio, ma ciò che m’impedisce di deplorarli, a parte i loro gusti in politica, è che nonostante tutto sempre due disgraziati sono e sopravvivono comunque a stento. Uno dei due, ad esempio, per anni non ha potuto pagare gli alimenti alla moglie separata con figli e adesso, combinando la truffetta del reddito con il poco lavoro non dichiarato, può quantomeno provvedere a qualche piccola spesa per i suoi figli.

Lo Stato, inteso come il sistema di forze politiche che lo governano, tutto questo lo sa bene. Se perseguisse sistematicamente questa illegalità di sopravvivenza, che comprende il lavoro nero erogato dai piccoli proprietari di esercizi commerciali, senza perseguire l’illegalità dei riccastri, l’Italia diverrebbe una polveriera pronta a esplodere in pochi mesi. Non lo fa con lo spirito umanitario di chi ritiene, a mio avviso con ragione, che chi ruba per mangiare in realtà si riappropria semplicemente del suo elementare diritto a restare in vita. Lo fa per mantenere il consenso, estendendo il concetto di “sorvolare” su controlli al lavoro sommerso erogato dalla criminalità. quella vera, organizzata.

Nel Regno Unito, per confrontare un modello di liberismo vero con quello nostro all’amatriciana, prima di aprire una qualsiasi attività commerciale, devi dimostrare di essere in grado di pagare i dipendenti a norma di legge. E quando perdi il lavoro hai diritto a un sussidio di disoccupazione vero. E se lavori ma il salario è troppo basso per un basso numero di ore d’impiego hai diritto a un’integrazione. State ridendo, vero? E già, sembra paradossale anche a me, che liberale e liberista non sono, che i “liberisti de noantri”, leghisti o piddini che siano, invochino la legge del mercato per affossare l’unico provvedimento che in questi anni ha permesso a centinaia di migliaia di persone di sopravvivere.

Il RdC va sicuramente rivisto, ma al rialzo. E soltanto dopo aver approvato una legge sul salario minimo. Con neanche 600 euro al mese di tetto massimo sei comunque costretto a inventarti altro per sopravvivere, lavori in nero principalmente, continuando ad alimentare quella catena marcia che chiamiamo economia italiana. Soltanto il giorno dopo che lo Stato avrà assicurato a tutti i suoi cittadini di poter fare pranzo e cena all’interno di un’abitazione riscaldata e potendo mandare a scuola i figli, soltanto quel giorno potremo cominciare a parlare di legalità senza ridere.

Ci sarebbe anche un’altra soluzione, sempre in chiave liberista, per fare in modo che il RdC sia una delle risorse e non l’unica per chi è in stato di necessità: creare posti di lavoro, occupazione. Ma per fare questo occorrono riforme strutturali dell’economia che nessuna forza politica in questo momento si dimostra in grado di progettare. E imprenditori veri, non i ladri matricolati che offrono tre euro l’ora a chi lavora e danno la colpa al RdC se le persone si rifiutano di essere schiave.

(*) Articolo in origine pubblicato su  https://diogeneonline.info/la-grande-truffa-della-legalita/

ciuoti

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