La miniera, la fabbrica e il negozio. Dinamiche globali della “transizione verde”
… e sue conseguenze nel “triangolo del litio”/7
di Alfons Pérez, Bruna Cañada, Marta Pérez, Josep Nualart (*)
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5. Alternative: per cosa e per chi? Accelerare altre transizioni
Dopo aver esplorato la situazione globale e la realtà dell’estrazione del litio nelle saline altoandine, affrontiamo il compito sempre difficile di proporre alternative, soprattutto quando i problemi sono complessi e strutturali. Per questo motivo, concentreremo le nostre proposte a partire da quattro approcci:
• Dobbiamo abbandonare il dibattito sulla tecnologia come epicentro della transizione, perché opera come un perimetro limitante e genera gli impatti globali che abbiamo visto nei capitoli precedenti.
• Dobbiamo mettere in discussione il senso di urgenza secondo cui le grandi multinazionali sarebbero le più adatte a raccogliere una simile sfida. Certo, è necessaria un’accelerazione ma, a nostro avviso, verso un diverso tipo di transizione.
• L’emergenza climatica, così come la crisi della biodiversità e l’esaurimento delle risorse non sono fenomeni improvvisi, ma hanno come protagonisti quei responsabili politici e del mondo imprenditoriale che hanno ritardato un’azione efficace, adducendo come motivazione che i cambiamenti strutturali del sistema economico sarebbero indesiderabili e devastanti.
• Riconosciamo che, nonostante lo sforzo e la sensibilità che queste alternative possono avere, esse non hanno un carattere universale, sia per la diversità delle realtà su cui incidono, sia per i limiti di chi le ha elaborate: un’organizzazione che lavora da una parte privilegiata del mondo.
Pertanto le alternative che proponiamo, senza essere un elenco esaustivo, intendono contribuire a combattere l’elevata gerarchia delle soluzioni tecnologiche, la velocità del soluzionismo e la mancanza di giustizia globale nella “transizione verde”.
5.1. Accelerare la riduzione della domanda nel Nord Globale
Data la scarsa controvertibilità della questione, esistono numerosi lavori accademici che dibattono la questione dei limiti biofisici, ovvero se vi siano materiali sufficienti per intraprendere una transizione globale verso le “tecnologie pulite”.
Nel 2019, l’Institute for Sustainable Futures della University of Technology di Sydney (Australia), nel suo documento “Responsible Minerals Sourcing for Renewable Energy” (140) avvertiva che “la domanda accumulata di energia rinnovabile e di tecnologie di stoccaggio potrebbe superare le attuali riserve di cobalto, litio e nichel (…) e la domanda potrebbe superare il 50% delle riserve di indio, argento e tellurio” per uno scenario, al 2050, di transizione al 100% rinnovabile (XXXI).
D’altra parte, il Grupo de Energía, Economía y Dinámica de Sistemas (GEEDS) dell’Università di Valladolid (Spagna), nel 2021 ha pubblicato l’articolo “Análisis de los requerimientos de materiales de la movilidad eléctrica mundial”, in cui ha stimato i materiali legati alla transizione della mobilità.
Il documento afferma che “si osserva come alluminio, rame, cobalto, litio, manganese e nichel abbiano una domanda così elevata da portare praticamente all’esaurimento delle loro riserve in diversi scenari“. Gli autori sottolineano la mancanza di cambiamenti nelle forme di mobilità che vadano oltre il focus sulle tecnologie e che richiedano un cambiamento nelle abitudini e nelle pratiche socio-economiche. Per questo includono uno scenario di Decrescita che contempla una forte riduzione dei trasporti – 60% per il trasporto terrestre e marittimo e 85% per quello aereo – il passaggio dai veicoli pesanti alla ferrovia elettrificata – con una copertura del 100% entro il 2050 – e un’economia in stato stazionario che non persegua la crescita economica continua (141).
Sempre ponendo il focus sulla mobilità elettrica, il recente documento “Achieving Zero Emissions with More Mobility and Less Mining”, del think tank Climate and Community Project, propone di pianificare tre politiche per contenere la domanda di litio entro il 2050 negli Stati Uniti: ridurre il numero di veicoli privati, ridurre le dimensioni delle batterie dei veicoli elettrici e aumentare il riciclo.
L’analisi conclude che gli Stati Uniti possono raggiungere un modello di mobilità a emissioni zero, limitando al contempo di oltre l’85% la quantità di litio necessaria proveniente dall’estrazione primaria. La riduzione più sostanziale deriverebbe dal cambiamento della proprietà della mobilità, riorganizzando il sistema dei trasporti statunitense attraverso politiche e spese pubbliche che diano priorità al trasporto pubblico e attivo e riducano la dipendenza dall’auto privata. Secondo lo studio, ciò dovrebbe portare “alla giustizia in ambito della mobilità, alla protezione degli ecosistemi, al rispetto dei diritti delle popolazioni indigene e al soddisfacimento dei requisiti di giustizia globale“.
Un altro elemento volto a ridurre la domanda di estrazione primaria è l’estrazione urbana o secondaria, ovvero il riciclo di materiali che fanno già parte delle tecnologie che utilizziamo o che abbiamo scartato per la produzione di nuove tecnologie.
Il rapporto della Commissione Europea sulle materie prime critiche per l’U. E. 2023 142, rileva che l’economia circolare ha incrementato l’uso di materie prime secondarie, raggiungendo un recupero di oltre il 50% di metalli come rame, acciaio, zinco e platino. Se guardiamo alla percentuale della domanda totale che può essere soddisfatta con materiali secondari (XXXII), solo il rame ha numeri rilevanti con il 55%, seguito dal cobalto con il 22% e dal nichel con il 16%. Per le terre rare, invece, la percentuale è dell’1% e per il litio, nonostante sia un materiale critico e strategico, è praticamente trascurabile.
Oltre all’enorme potenziale di recupero, l’estrazione urbana offre anche una notevole riduzione del consumo energetico, tra il 60% e il 95%. Nel caso del rame, l’estrazione di un giacimento richiede da 5 a 7 volte più energia rispetto al rame riciclato. In termini di emissioni, mentre la fusione del rame recuperato comporta l’emissione di 0,1 tonnellate di CO₂ per tonnellata, la lavorazione metallurgica del minerale di rame comporta l’emissione di 3 tonnellate di CO₂ per tonnellata, senza considerare le emissioni associate all’estrazione in sé e al trasporto dei concentrati (143).
Infine, è necessario introdurre un elemento di limitazione che comporti esplicitamente la dimensione della giustizia globale. Eduardo Gudynas, biologo specializzato in alternative allo sviluppo in America Latina, definisce “estrazione indispensabile” l’estrazione delle risorse necessarie a garantire il benessere umano entro i limiti ecologici e la sufficienza delle risorse. Secondo Gudynas, quindi, sarebbe necessario un ridimensionamento delle attività estrattive per garantire che quelle veramente necessarie rimangano nel rispetto delle condizioni sociali e ambientali e siano collegate alle filiere economiche nazionali e regionali.
Riassumendo, l’accelerazione della riduzione della domanda nel Nord globale ha bisogno di:
• una vera pianificazione industriale pubblica che vada oltre le politiche di incentivi finanziari e le garanzie per le grandi imprese, come l’EU Recovery and Resilience Facility, il Green Deal Industrial Plan o l’Inflation Reduction Act).
La pianificazione dovrebbe essere legata a stime sul carbonio (XXXIII) che determinino, tenendo conto dell’emergenza climatica ma anche della crisi della biodiversità e dell’esaurimento delle risorse, quali settori industriali dovrebbero essere ridimensionati e quali dovrebbero guidare la transizione. La pianificazione industriale pubblica basata sui carbon budgets dovrebbe essere uno degli elementi di dibattito e deliberazione nelle assemblee della cittadinanza sul clima o negli strumenti simili per democratizzare la transizione.
• affrontare in particolare la trasformazione del settore automobilistico privato in quanto grande destinatario di aiuti pubblici e grande consumatore di energia e materiali.
• definire un quadro di “estrazione indispensabile” che delinei i limiti materiali per una transizione giusta dal punto di vista ambientale, sociale e globale. Allo stesso tempo, è necessario promuovere un settore industriale di estrazione urbana o secondaria che recuperi minerali per la produzione di tecnologie e contribuisca alla drastica riduzione della domanda primaria.
5.2. Accelerare una transizione giusta nella ripartizione dei posti di lavoro
Strettamente correlato al punto precedente, l’accelerazione della riduzione della domanda e l’assunzione della “estrazione indispensabile” richiedono un ripensamento dei settori ad alta intensità energetica e uso di materiali che, allo stesso tempo, impiegano un gran numero di lavoratori.
Prima di entrare nel merito dell’alternativa, è opportuno valutare brevemente due aspetti inerenti alla “transizione verde” in termini di occupazione. Da un lato, le proposte dei principali attori economici indicano le ristrutturazioni come uno strumento indispensabile per rispettare il percorso di transizione. Questa “pianificazione” guidata dai leader del business (XXXIV) si riflette nel rapporto del World Economic Forum “The Future of Jobs 2020”. La pubblicazione afferma che il 43% delle compagnie sta preparando una riduzione dell’organico dovuta all’integrazione tecnologica, il 41% prevede l’esternalizzazione di lavori specializzati e, al contrario, solo il 34% prevede di aumentare le assunzioni (144).
Il secondo aspetto rilevante è che i settori e i sottosettori coinvolti nella “transizione verde e digitale” sono altamente mascolinizzati. Tanto l’estrazione mineraria su larga scala, quanto l’industria rinnovabile, l’informatica, l’intelligenza artificiale, lo sviluppo di software, ecc. impiegano principalmente uomini e la loro promozione aggrava la divisione sessuale del lavoro. Nell’attuale configurazione delle catene globali del valore, si possono distinguere tre dimensioni del divario della partecipazione di genere.
Da un lato, le donne si concentrano in posti di lavoro di industrie poco sofisticate e a minore intensità tecnologica, come l’industria tessile, mentre gli uomini si concentrano in settori ad alto valore aggiunto come l’aerospaziale. In secondo luogo, le donne sono concentrate nei segmenti a basso valore aggiunto di ogni settore.
Infine, poiché sono concentrate in attività settoriali meno qualificate e non tecniche, è più difficile per loro avere opportunità di avanzamento (145). Questo triplice divario è ulteriormente accentuato nel Sud Globale dalla distribuzione territoriale delle attività delle catene globali che hanno operazioni geograficamente disperse, svolte da lavoratori con competenze diverse. Allo stesso modo, interagiscono anche lo status di classe, l’etnia, l’identità di genere e l’abilità. C’è inoltre da aggiungere un elemento che risulta invisibile nella figura qui sotto: affinché questa forza lavoro produttiva possa riprodursi, è necessario il lavoro di cura e domestico, spesso gratuito o mal pagato e svolto principalmente dalle donne – in particolare dalle donne migranti e razzializzate – all’interno delle famiglie (XXXV).
Considerando il rischio intrinseco della “transizione verde” in termini di lavoro, divisione di genere e divisione internazionale del lavoro, c’è da dire che l’alternativa di riconvertire e ridimensionare i settori industriali non è priva di controversie. Per esempio, la Commissione Europea considera che la produzione di veicoli è “cruciale per la prosperità europea“. Il settore automobilistico fornisce 13,8 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti, che rappresentano il 6,1% dell’occupazione totale dell’UE” (146). Lo stesso vale per i paesi in cui opera l’industria mineraria su larga scala. In Argentina, il Ministero dell’Economia sostiene che l’attività mineraria sta, da oltre due anni, creando posti di lavoro e impiega 38.000 persone nel paese – la produzione di litio ha 2.500 dipendenti – anche se impiega solo l’11% di donne (147).
Riassumendo, l’accelerazione di una transizione giusta per la ripartizione del lavoro ha bisogno di:
• Ribadire la necessità di un ridimensionamento dell’apparato industriale attraverso una pianificazione industriale pubblica. A tal fine, è imprescindibile anche una ripartizione dell’occupazione attraverso la riduzione dell’orario di lavoro (148). Questa richiesta si basa sulla necessità di ridurre l’apparato produttivo inquinante, in particolare la produzione di beni e servizi superflui, e di ridistribuire i compiti riproduttivi che sono svolti principalmente dalle donne, soprattutto dalle donne migranti.
• Sostenere la costruzione di un sistema pubblico di assistenza come pilastro della riorganizzazione produttiva e della rielaborazione dell’economia stessa. L’Uruguay ha messo in campo “iniziative locali di assistenza” e ci sono progetti simili anche in Cile, Costa Rica e Colombia. A livello istituzionale, lo stesso Uruguay ha promosso un Sistema Nazionale Integrato di Assistenza (SNIC) (149), il Cile lo ha proposto nel testo costituzionale che è stato però respinto (150) e la città di Bogotà ha istituito un Sistema di Assistenza Distrettuale. In ogni caso, le iniziative istituzionali devono riconoscere, sostenere, promuovere e rispettare l’autonomia del substrato comunitario che articola l’assistenza affinché, in un certo senso, finiscano per fornire miglioramenti sostanziali alla popolazione.
(9. Continua)
(*) Tratto da:
LA MINA, LA FÀBRICA, I LA BOTIGA. Dinàmiques globals de la “transició verda” i les seves conseqüències al “triangle del liti”
Alfons Pérez, Bruna Cañada, Marta Pérez, Josep Nualart
Observatori del Deute en la Globalització, Julio 2023 – 108 pp.
Versione originale in catalano, spagnolo e inglese.
Traduzione italiana di Marina Zenobio per Ecor.Network.
Note:
XXXI) Lo studio è stato commissionato dalla ONG statunitense Earthworks. Prevede una transizione al 100% rinnovabile per un aumento della temperatura media globale non superiore a 1,5°C rispetto ai valori preindustriali. A tal fine, lo studio elabora un modello della domanda futura tenendo conto di cinque scenari basati sull’efficienza e sul riciclaggio di 14 elementi: alluminio, cadmio, cobalto, rame, disprosio, gallio, indio, litio, manganese, neodimio, nichel, argento, selenio e tellurio.
XXXII) Il tasso di ingresso del riciclo a fine vita –The End of Life Recycling Input Rate (EoL-RIR)– è la percentuale della domanda totale che può essere soddisfatta con materie prime secondarie.
XXXIII) Il bilancio di carbonio, o emissioni consentite, è il limite massimo di CO2 equivalente per rimanere al di sotto di una specifica temperatura media globale.
XXXIV) Martin Sander, direttore della divisione auto elettriche della Ford in Europa, ha sottolineato che la riduzione della manodopera tra veicoli elettrici e a combustione nella fase di produzione oscilla tra il 30% e il 50%, il che comporterà una ristrutturazione del settore. Granda, M. (2023, 24 gennaio). Ford intende tagliare 3.200 posti di lavoro in Europa e portare parte del lavoro negli Stati Uniti. Cinco Días. https://cincodias.elpais.com/cinco-dias/2023/01/23/companias/1674491464_305108.html
XXXV) Il rapporto di Ecologistas en Acción, Escenarios de trabajo en la transición ecosocial 2020-2030, stima che più della metà (53%) delle ore lavorate in Spagna nel 2017 sono state impiegate al di fuori del mercato del lavoro in attività di assistenza. Ulteriori informazioni: https://www.ecologistasenaccion.org/132893/informe-escenarios-de-trabajo-en-la-transicion-ecosocial-2020-2030
140 Dominish, E., Florin, N. and Teske, S. (2019). Responsible Minerals Sourcing for Renewable Energy [Informe]. Elaborado por el Institute for Sustainable Futures, University of Technology Sydney; para Earthworks: https://earthworks.org/wp-content/ uploads/2019/04/Responsible-minerals-sourcing-for-renewable-energy-MCEC_UTS_Earthworks-Report.pdf
141 Pulido-Sánchez, Daniel; Capellán-Pérez, Íñigo; Mediavilla-Pascual, Margarita; Castro-Carranza, Carlos; Frechoso-Escudero, Fernando (2021). Análisis de los requerimientos de materiales de la movilidad eléctrica mundial. Disponibile su: https://dialnet. unirioja.es/servlet/articulo?codigo=7811754
142 Comisión Europea (23/03/ 2023). Commission staff working document: Investment needs assessment and funding availabilities to strengthen EU’s Net-Zero technology manufacturing capacity. Disponibile su: https://single-market-economy.ec.europa.eu/system/files/2023-03/SWD_2023_68_F1_STAFF_WORKING_PAPER_EN_V4_P1_2629849.PDF
143 Lallana, M. y Evans, J. (2022). Reciclaje de metales: la alternativa a la minería [Informe]. Ecologistas en Acción. Disponibile su: https://www.ecologistasenaccion.org/ wp-content/uploads/2022/02/informe-reciclaje-de-metales-alternativa-mineria.pdf
144 World Economic Forum. (2020). The Future of Jobs Report 2020 [Report]. https://www3.weforum.org/docs/WEF_Future_of_Jobs2020.pdf
145 Konrad Adenauer Stiftung (2023). Brechas de género en las cadenas globales de valor en América Latina y el Caribe: Nuevos y viejos retos en un escenario de incertidumbre. Disponibile su: https://repositorio.cepal.org/bitstream/handle/11362/48789/1/S2300140_es.pdf
146 European Commission. (2023, abril 21). Internal Market, Industry, Entrepreneurship and SMEs: Automotive industry. https://single-market-economy.ec.europa.eu/sectors/automotive-industry_en
147 Ministerio de Economía. Gobierno de Argentina (27/03/2023) “La minería lleva 28 meses consecutivos de creación de empleo”. Disponibile su: https://www.argentina. gob.ar/noticias/la-mineria-lleva-28-meses-consecutivos-de-creacion-de-empleo
148 González Reyes, L.; Almazán, A. et. al., (2019) Escenarios de trabajo en la transición ecosocial 2020-2030 [Report] Disponibile su: https://www.ecologistasenaccion.org/ wp-content/uploads/2019/12/informe-escenarios-de-trabajo-WEB.pdf
149 Gobierno de Uruguay (3/06/2022). Sistema de Cuidados: Conocé el Sistema Nacional Integrado de Cuidados. Disponibile su: https://www.gub.uy/sistema-cuidados/comunicacion/publicaciones/conoce-sistema-nacional-integrado-cuidados
150 Arriagada, Irma; Guzmán, Virginia. (2021) Las tramas del cuidado en la nueva Constitución. Juntas en Acción y Centro de Estudio de la Mujer. Disponibile su: https:// ciedur.org.uy/site/publicacion/las-tramas-del-cuidado-en-la-nueva-constitucion/