La morte di Claudio Collina : un lutto per Bologna

di Vito Totire (*)

MauroBiani-salute

Sono addolorato dalla notizia della morte di Claudio Collina. Alcuni giorni fa avevo firmato la petizione di solidarietà con i 123 lavoratori; non lo ho fatto solo per quello che ritengo un mio dovere sociale e politico né solo per la simpatia per i manifestanti, visi conosciuti e quasi familiari per lasciarmi indifferente. L’ho firmata anche per la consapevolezza che mi deriva dalla mia esperienza lavorativa che mi dice come certe situazioni di distress siano potenzialmente nocive per la salute.

Abbiamo visto molto da vicino per la coorte dei lavoratori della Sabiem con l’epilogo che abbiamo visto per il loro portavoce, il caro amico Roberto Battelli deceduto, possiamo dire, di “crepacuore”.

Capisco il pessimismo dei suoi colleghi sul riconoscimento delle cause di morte, capisco anche che nel giorno del lutto sia giusto rinviare ogni rivendicazione o protesta. Ma dobbiamo reagire. Primo perché questi fattori di distress vengano il più possibile gestiti ed attenuati con ammortizzatori sociali degni di questo nome. In seconda istanza, quando la prevenzione fallisce, fare di tutto perché i danni vengano risarciti e i responsabili paghino, fuori dagli steccati delle “malattie tabellate Inail” e prendendo a esempio l’esperienza della magistratura francese che ha di recente rinviato a giudizio i dirigenti di Telecom France per gli effetti tragici che la loro ristrutturazione ha avuto per i lavoratori (certo gli eventi che hanno portato al rinvio a giudizio sono diversi da quello di Claudio Collina, ma la molla fondamentale probabilmente comune è sempre una grave condizione di distress lavorativo).

L’Ue aveva già chiaramente fotografato la situazione («Guida europea sulla prevenzione dello stress lavorativo», Bruxelles 1999) sottolineando che il disconoscimento degli effetti del distress lavorativo definisce il nostro sistema economico come un sistema in cui si privatizzano i profitti e si socializzano le perdite; le “perdite” purtroppo non sono solo economiche ma anche umane. Perdite quando non di speranza di vita comunque di salute come hanno sottolineato i suoi compagni circa il rapporto tra certe comunicazioni e “raccomandate” e certe reazioni psicosomatiche.

Dobbiamo reagire e cercare di rompere questo circolo coatto vizioso; la salute è un diritto costituzionale e non deve bastare frammentare le responsabilità o creare ostacoli ai riconoscimenti delle cause, per affossare questo diritto.

Un saluto simbolico a Claudio Collina, un abbraccio ai suoi familiari e ai suoi compagni.

Bologna, 27.7.2016

(*) Vito Totire a nome del circolo “Chico” Mendes, di AEA – Associazione Esposti Amianto – e del centro “Francesco Lorusso”

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