La nave negriera è sempre fra noi?

«I falconi della settimana», ottavo appuntamento – Pensieri di libertà in libertà con Sergio Falcone

[William Turner, La nave negriera (The Slave Ship). Olio su tela (91×122 cm.), 1840, Museum of Fine Arts, Boston, Usa]

 

Facendo del danaro il movente unico, o quasi, di tutti gli atti, la misura unica, o quasi, di tutte le cose, abbiamo diffuso ovunque il veleno dell’ineguaglianza.

Simone Weil, L’enracinement. Prélude à une déclaration des devoirs envers l’être humain, Gallimard, Paris 1949. Traduzione italiana di Franco Fortini (La prima radice. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso l’essere umano, SE, Milano 1990, pagina 26)

«Arbeit macht frei | Il lavoro rende liberi», scritta all’ingresso del campo di concentramento e sterminio nazista di Auschwitz Birkenau

 

«Io ho brutte notizie, mi hanno licenziata perché dicono che faccio troppe assenze».

E aggiunge: «Ora devo pensare alla salute, poi provvedo al resto».

Ha iniziato a lavorare al mercato rionale di Testaccio, qui a Roma, all’età di diciotto anni. Ora ne ha cinquanta e passa.

Tutto il giorno all’impiedi. Oltre nove ore di attività, a combattere con la clientela e con i proprietari del negozio di alimentari dove lavora come commessa. Due tarpani che non l’hanno mai nemmeno messa in regola: lavora in nero per mille euro mensili.

Deve provvedere alla senescenza dei genitori coi quali vive, “delegata” dalle sorelle. Le quali, a quanto pare, non se ne curano granché.

Non hanno casa e pagano un affitto di mille euro al mese ad un ente pubblico. Alla faccia delle magre pensioni che percepiscono e delle finalità pubbliche di questo ente.

In aggiunta, la povera donna ha, forse, un tumore: attende i risultati della Tac. Non ha un compagno, perché non ha mai avuto fortuna con gli uomini.

La società nella quale siamo costretti a vivere non ha pietà di nessuno. Egoismo e arroganza.

Questa notizia non troverà mai spazio su nessun giornale, nemmeno sulla stampa antagonista. È quello che può capitare comunemente a chi è povero. È mio dovere pubblicarla.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *