La poesia: Daniela Pia e Giorgia Bellitti.

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Donna, Giulia Ferrara 

di Santa Spanò

Daniela Pia

Scrivo quando il mondo di dentro e quello di fuori necessitano una chiave di lettura. Non ho pubblicato che ci vuole coraggio e fatica. Sprovvista sino ad ora ne sono. E se trovo comunanza di sentire il senso è quello. Fare parte di un cerchio. Femminile soprattutto.

Daniela Pia

 

su Giudeo, verso l’orizzonte – ph Daniela

 

Non siamo ROBA. Proprietà di alcuno.

Non siamo carne, vacche, tacchi e corpi ondeggianti su improbabili labbra.

Non siamo nate a soddisfare uomini piccoli, piccoli uomini bruti.

Non siamo merce contante di feste sfatte. Di menti potenti di prepotenza malata.

Non siamo creature inconsapevoli, obbedienti meteore di un mondo di pene.

Non siamo solo apparenza o video clonati.
Noi Siamo.
Siamo giorni di attese e speranza
Alba e futuro di mani arrossate
Fatica di suoni sorpresi
E acqua di panni puliti
Sorrisi e capelli striati
E corse di vento maestro
Ventri pregni e vagiti
Parto di uomini e donne
E cibo fumante di erbe
Vino, aroma di autunno.
Maturo grano di giugno
Spiga nera di chicchi
Papavero fulvo e api
Miele di cardo e acacia.

Rami noi siamo
Gemme di mandorle dolci
Sagaci rughe ammantate
Scialli sul volto
Fumo di fuochi e cocci
Menta e afodelo

Prova di figlie
Cammini su sabbia e pietre
Mare in tempesta
Sassofono lento
Corda di note
Vuote del nulla
Piene di senso
Lacrime e canto
Nenia di secoli.
Femmine e donne
Madri e figlie
Matriarche del tempo
Non siamo per
Ci siamo con.
Siamo
Anche per chi non è più.

Daniela Pia

Daniela Pia

Veglio e ora, come diceva Pavese: “In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia”. Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Mi piace immaginarmi come una contadina della parola. E se camminavo all’ alba, in campagna, in compagnia di cani randagi ora cammino su pezzi di vetro cercando di non tagliarmi. Ho superato le cinquanta primavere. 

Fuori dalla lapide, ph Daniela

 

Guardi questa borsa maresciallo

Un compendio della vita

Una pesca miracolosa

Incasinata:

La buffa cuffia

Di mio figlio che sorride

Le minuscole calze di mia figlia

che parte e che arriva

Medicine e ricette

Scadute.

Un guanto del mio uomo.

Due spazzole per i capelli

Sempre più radi.

Due penne e tanti fogli e,

In fondo, un documento

Per ricordare chi sono

Mentre lei mi dice: c’è tutto

Quello che le serve, ora.

È possibile che sia così..

Daniela Pia 

mentre Barbara dipingeva, ph Daniela

Giorgia Bellitti

La poesia è la capacità di leggere la vita comune con gli occhi imbevuti d’amore, ma con il giusto filtro, disincantato e innamorato. La poesia è la capacità di leggere la vita, spesso vittima dell’analfabetismo sociale. 

Giorgia Bellitti

Un amore militante

Contemplo il milite ignoto e penso.

Penso alla vita che scorre, evapora, appanna gli specchi.

Contemplo l’amore noto e penso.

Penso che ha una forza dirompente

capace di trascinare la vita.

Spinta da una forte corrente un po’ incoerente

affondo nei miei pensieri

e scopro che sarò tua per sempre,

per sempre, fino al giorno in cui dirai:

SEI MIA!

Esiste un confine invalicabile nel possesso.

Nessuno può rivendicare la proprietà

può solo accettarla in dono.

Nessuno può declinare gli aggettivi possessivi sul mio cuore.

In rare brecce di altruismo sanguigno

solo io posso varcare la porta del mio ego.

Sovrappongo le proiezioni alla memoria

scopro che collimano,

anzi collidono.

Non c’è più spazio per il cammino.

Scalare inebria e rinvigorisce.

Inerpicarsi appaga e stordisce.

Osservare l’orizzonte rinsavisce.

Da lassù osservo il milite ignoto.

E contemplo il mio riflesso nello specchio.

Si è diradato il vapore

e piccole particelle d’acqua dissetano le mie riflessioni.

Giorgia Bellitti, da A-mare raccolta di poesie – Edizioni Tabula fati

Giorgia Bellitti

Ho sempre amato scrivere; per me impugnare una penna è terapeutico, è appagante, è liberatorio. Attraverso la scrittura parto per viaggi infiniti e rigeneranti; a volte capita anche che non mi riconosco in ciò che rileggo dopo qualche giorno. I fogli mi donano uno stato di trance esorcizzante. Sono nata in Sardegna, dopo gli studi mi sono trasferita in Abruzzo dove ho trovato il lavoro e l’amore. Sono sposata e madre di due figli.

Credo esistano pagine impolverate in qualche cassetto dimenticato della mia casa, che forse non vedranno mai la luce.

Qualcosa è cambiato il 6 aprile del 2009, poco dopo il terremoto è germogliato in me l’amore per questa terra, che mi aveva ospitato 14 anni prima, ma che non avevo sentito ancora profondamente mia. Si è creato un rispettoso sodalizio tra le due patrie delle mie emozioni; ho capito che l’integrazione passa dalla generosità di chi accoglie, ma anche dalla propria capacità di apertura.

Da quel giorno vivo con meno pudore la mia scrittura.

 

Mari Pintau, Sardegna – ph Giorgia –
La sua spiaggia preferita, le ha ispirato il primo romanzo Amori Polari

 

Natale

Donna nata nuda

nuda resterai in eterno

letto, culla, seno di vita

Colori il tuo volto di gioco ed emozione

chiedendo solo comprensione

Porto sicuro di consolazione

accogli ogni naufrago del cuore

ammainando ogni esitazione

Giochi con trucchi e tacchi

ma nulla può coprire la nudità della tua anima

esposta al calore e al freddo

Donna nata nuda

nuda resterai in eterno

anche sotto il velo e dietro le catene

Barca

culli i tuoi figli verso la speranza della Libertà.

Canti e preghi in silenzio

le tue gocce di sale si mescolano

con gli schizzi di mare

furioso e afflitto

per queste crociere amare

Donna nata nuda

ti auguro di incontrare uomo degno

capace di spogliarsi al tuo cospetto

che sappia rivestirti di tutto il suo rispetto.

Giorgia Bellitti, 24.12.2015

A settembre è prevista l’uscita del suo secondo romanzo “Il rigattiere del tempo”.


Su Fb ha creato il gruppo “8 marzo…  per non dimenticare nessuna donna vittima della violenza”  qui

Masua, Sardegna – ph Giorgia

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Espero, tutto riporti

quanto disperse la lucente Aurora:

riporti la pecora,

riporti la capra,

ma non riporti la figlia alla madre.

Saffo liriche e frammenti

a cura di Ezio Savino

Trad. Salvatore Quasimodo

(*) ripreso da http://lasantafuriosa.blogspot.it/

Santa Spanò
Diceva Mark Twain: "Ci sono due momenti importanti nella vita: quando nasci e quando capisci perché". E io nacqui. Sul perché ci sto lavorando, tra la bottega, il mio blog http://lasantafuriosa.blogspot.it/ e... il resto ve lo racconto strada facendo.
Dimenticavo, io sono Santa!

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