La poesia febbrile di Scipione
di Sandro Sardella
tra i tanti libri allineati che l’occhio percorre e la mano accarezza
e spolvera .. appare un esile volumetto .. un poco attempato ..
bianco con qualche macchiolina giallina .. SCIPIONE : “CARTE
SEGRETE” – Giulio Einaudi Editore – Collana di Poesia 177 – 1982
.. con una ricca coinvolgente introduzione di Amelia Rosselli e
una dotta nota di Paolo Fossati ..
in uno di questi giorni della primavera”Stai In Casa” sono ..
sono catturato da alcuni versi in copertina: .. “La terra è secca,
ha sete / e si spacca: / .. “ e .. così .. sfogliando trovo tra le 10
poesie .. una energia e una quieta disperazione di un tempo
fragile .. Scipione (Gino Bonichi 1904-33) noto soprattutto come
pittore .. la sua breve presenza a Roma alla fine degli anni venti
del secolo scorso costituisce uno dei momenti più incisivi e
intensi della giovane arte figurativa in un momento di fruttuosi
scambi fra pittura letteratura e critica .. lascia una manciata di
scritti tra pagine di diario e alcune lettere agli amici pittori come
Mafai, De Libero, Mazzacurati , .. o al critico Enrico Falqui (che
per primo raccoglierà gli scritti di Scipione) .. pochi quadri e
pochi disegni ..
questo scarno tesoro di parole è il bacio di un cigno .. nei
cortili silenziosi del Sanatorio di Arco .. nei giardini nascosti ..
nelle piazze dell’Urbe .. misteri e rivelazioni febbrili e sublimi ..
*
Estate
La terra è secca, ha sete
e si spacca.
Sui labbri dei crepacci
le lucertole arroventate
corrono in fiamme.
Le stelle cadono accese
per bruciare il mondo,
ma nessuno tende le mani per abbracciarle
e si smorzano, tuffandosi nel buio.
La carne cerca nelle carni
le sorgenti
e trova gli occhi
che si schiudono come fiori.
E la sonagliera dei grilli,
la notte,
ci porta incontro al sole
che ci trafiggerà
con le sue mille frecce.
Aspetto che finisca
e nell’attesa
mi sento abbacinato
come un foglio bianco
su cui picchi il sole.
La terra è secca, ha sete
e la notte è nera e perversa.
Cristo, dalle da bere,
ché vuol peccare
e farsi perdonare.
*
Solstizio
Mise le mani per terra ed era simile
ad una bestia.
La terra ha tutti i nascondigli,
gli scarabei ronzano nell’aria.
La testa alla radice dei capelli brucia,
le spalle si aprono, le viscere si commuovono.
Non ci sono voci:
la terra s’alza, il ventre suona vuoto,
i seni s’allungano, precipitano verso terra,
le dita ritorte dei piedi,
i ginocchi, le dita delle mani toccano la terra.
Il sole si è fermato
lungo le reni. Corre un vento pieno di polline.
*
“Tutto ci abbandona …”
Tutto ci abbandona a nostra insaputa.
Il sangue corre nel cerchio chiuso.
Le membra del giovane sono belle,
la sua mente è chiara e serena,
ma i vizi degli altri scrivono in nero
e nei laghi degli occhi
nuotano anguille cattive.
La canna leggera, verde e bianca,
non sa dove appoggiarsi
ma non può cadere.
le giunture si piegano con mollezza:
tutto si realizza e tutto si perde.