La psichiatria ai tempi del Covid-19
del Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa
con un link alla trasmissione di Radio Blackout
Il Collettivo Antipsichiatrico Artaud di Pisa cerca di dare una continuità al proprio lavoro di ascolto attraverso uno sportello telematico, telefonico o virtuale. Non solo per chi già seguiva un percorso di terapia, ma anche a tutti/e coloro che vivono la quarantena in isolamento o con condizioni familiari difficili.
Oggi i CIM (centri di igiene mentale) si limitano alla distribuzione di psicofarmaci, mentre tutti i servizi d’ascolto e di assistenza sono sospesi. Mentre sulle residenze psichiatriche è calato un silenzio totale, non si sa qual è la reale condizione dei detenuti, se vengono applicate o meno le misure di sicurezza e, soprattutto, se c’è una possibilità di farli uscire.
Questa auto-detenzione forzata ha forti ripercussioni sulla stabilità mentale delle persone e in tanti/e si affidano agli psicofarmaci (soprattutto antiansiolitici e antidepressivi) per sostenere questa situazione. Al contempo aumentano i casi di TSO, dunque di somministrazione forzata di psicofarmaci, anche in chiave repressiva come s’è palesato a Salerno, dove ad un pestaggio da parte delle forze armate è conseguito il Trattamento Obbligatorio per il fermato. L’uso di psicofarmaci crea una forte dipendenza, le prospettive della “cura” all’epidemia potrebbero essere più nefaste della malattia stessa. Gli psicofarmaci oltre ad essere un business delle case farmaceutiche sono un vero e proprio strumento di controllo. Questo paradigma si amplifica nei luoghi di reclusione, dove l’isolamento forzato e la volontà repressiva delle guardie, favorisce l’uso dei medicinali pschiatrici come strumento di sopportazione e contenimento.
In questo momento è negata la radice umana della vita: sono preclusi il tempo, lo spazio e le relazioni sociali, mentre siamo bombardati da informazioni terroristiche imperniate da un linguaggio bellico e costretti nello svago, nell’intrattenimento e nel lavoro a relazionarci unicamente con degli schermi che, oltre ad essere causa di svariati disturbi, celano anche un sofisticato controllo.
Spesso le leggi d’emergenza diventano norma, il pericolo è vedere prorogate le limitazioni alla libertà. Probabilmente i primi luoghi a ripartire saranno i luoghi di lavoro, specialmente le fabbriche, per cui le prime forme di relazioni saranno mediate dal rapporto lavorativo e dai ritmi e le gerarchie insite in queste. Oltretutto questa quarantena ha creato sfiducia e sospetto verso il proprio vicino, recidendo ancor di più i legami sociali già logorati dall’isolamento.
Le opportunità dobbiamo costruircele a partire dall’ascolto, dal creare relazioni e percorsi di solidarietà, solo in questo modo potremo combattere l’isolamento a cui ci voglio confinare e i disturbi che da esso derivano
Ne parliamo con Diego del coll. Antipsichiatrico Artaud, in seguito riportiamo anche il link della campagna d’ascolto promossa dallo stesso:
https://artaudpisa.noblogs.org/post/2020/03/29/raccontaci-la-tua-esperienza-di-questi-giorni/
Se è vero ciò che scrivete è molto grave. Mi informerò con il nostro Dsm, ASL Ravenna, qual è la situazione attuale. Ho avuto un confronto con uno psichiatra del nostro Dsm, una persona fidata, proprio due settimane fa per chiedergli se da noi fossero aumentati Tso e mi ha risposto di no. Domani gli scriverò nuovamente per essere aggiornato e per capire come stanno gestendo i colloqui con le prese in carico con le psicologhe e gli psicologi e anche quelle in ambito più strettamente psichiatrico. L’Asl Romagna ha ativato un numero di telefono per dare sostegno a operatori sanitari in prima linea, cittadini ammalati in condizione di isolamento e anche per i loro familiari e quelli di opersone ricoverate. Stanno ricevendo molte chiamate soprattutto da cittadine/i che non rientrano in quelle categorie e quindi si stanno occupando anche di loro per non lasciare indietor nessuna/o.
https://www.auslromagna.it/notizie/item/2755-sostegno-psicologico-per-operatori-sanitari-dell-ausl-romagna-e-ammalati-di-covid-19
Il volantino però si limita a pubblicizzare il sostengo alle prime tre categorie: ho chiesto loro di modificarlo. Ci stanno riflettendo perché hanno paura di farsi sommergere di telefonate.
Io comunque sono anche molto preoccupato per le persone rinchiuse nelle carceri, Centri rimpatri e altri luoghi di detenzione più o meno coatta, come possono essere i dormitori per senza tetto. Sono luoghi di estrema promiscuità dove è difficile se non impossibile garantire le norme di tutela sanitarie.
Personalemente sono contro all’istituzione carceraria in sé, figuriamoci per la detenzione per reati minori o amministrativi (ricordo che il “reato” di non avere il permesso di soggiorno è stato penalizzato solo con la Bossi Fini, ma i Cpt esistevano anche prima)
Qui Antigone sulle carceri
https://www.antigone.it/news/antigone-news/3284-coronavirus-sulle-carceri-insufficienti-le-norme-previste-nel-decreto-del-governo-sono-necessari-altri-provvedimenti-altrimenti-a-rischio-la-salute-pubblica
Qui noi di Tracce Migranti sulla psiche di chi è rinchiuso nei Cpr ora, come se non gli fosse bastato il carcere libico.
https://www.nuovetracce.org/psicologia/pensavo-fosse-tutto-finito
E’ un personaggio immaginario perché non si puà accedere nei Cpr, ma la psicologa che lo ha scritto, Valentina Bellotti, ha lavorato per 20 anni con migranti vittime di tortura.
Qui l’appello per la chiusura dei CPR
https://www.nuovetracce.org/diritti/emergenza-coronavirus-bloccare-gli-ingressi-nei-cpr-e-procedere-alla-progressiva-chiusura-dei-centri
Qui l’appello per una sanatoria subito di Melting Pot Europa
https://www.meltingpot.org/Appello-per-la-sanatoria-dei-migranti-irregolari-ai-tempi.html?var_mode=calcul#.XopCpG5S9uV
Oggi ho parlato al telefono con una giovane psichistra del Csm di Ravenna. Mi ha riportato che anche a Ravenna sono in aumento i Tso e soprattutto persone che chiedono di farsi ricoverare volontariamente in psichiatria.