La salamandra – Alain Tanner* (ricordando John Berger**)

visto e rivisto da Francesco Masala

L’ULTIMO SPETTACOLO: una mini-serie per recuperare un po’ di grandi film (senza dimenticare quanto ci mancherà John Berger)

film che ha l’aria fresca del ’68, i due protagonisti Paul e Pierre “studiano” Rosemonde, e interferiscono con l’oggetto dello studio.
un film sulla ribellione, la liberazione e la libertà, in una Svizzera che non è Parigi.
non sarà perfetto, ma ti cattura, grazie anche alla  bravura degli attori, che sembrano girare un documentario.
e bravo Alain Tanner, naturalmente, insieme a John Berger, sceneggiatore.
da vedere, davvero unico.

http://markx7.blogspot.it/2013/08/la-salamandra-alain-tanner.html

 

*può capitare che qualcuno voglia recuperare qualche film dimenticato, o quasi, ma non sa quali, o non se li ricorda; parlare di grandi film dimenticati è un esercizio di memoria.

si chiede scusa in anticipo se qualche volta verrà citato più di un film, ma un film buono tira l’altro.

 

 

** anche John Berger non c’è più, ma ci lascia tanto da vedere, leggere e meditare.

 

Discorso di accettazione del «Booker Prize per la letteratura»

Dal momento che mi avete assegnato questo premio, forse vi interesserà sapere, in breve, che cosa esso significhi per me. Trovo ripugnante la competitività dei premi. E, nel caso di questo specifico premio, la pubblicazione della lista dei finalisti, la suspense pubblicizzata ad arte, la speculazione sugli scrittori coinvolti, neanche fossero cavalli, l’enfasi complessiva su vincitori e vinti, tutto è falso e fuori posto, visto che si tratta di letteratura. Tuttavia i premi agiscono da stimolo: non tanto per gli scrittori, ma per gli editori, i lettori e i librai. Di conseguenza il valore culturale di fondo di un premio dipende da ciò che sa stimolare. Un premio può stimolare il conformismo del mercato e il consenso dell’opinione comune; oppure l’indipendenza dell’immaginazione tanto del lettore quanto dello scrittore. Se si limitano a stimolare il conformismo, i premi non fanno che assicurare il successo nel senso convenzionale del termine. Non sono che l’ennesimo capitolo di una storia di successi. Se stimolano l’indipendenza dell’immaginazione, incoraggiano invece la voglia di cercare alternative. O, per dirla molto semplicemente, incoraggiano a porsi delle domande…

da qui

In rete si trova una trasmissione del 1972, della BBC, di John Berger, intitolata “ Modi di vedere”, una di quelle cose che avresti voluto vedere e non sapevi che esistevano:

 

nella bottega ha un posto nelle prime file John Berger:

https://www.labottegadelbarbieri.org/come-un-acquerello-di-turner/

https://www.labottegadelbarbieri.org/guerre-bestiali-john-berger/

https://www.labottegadelbarbieri.org/modi-di-vedere-john-berger-2/

https://www.labottegadelbarbieri.org/dicono-arundhati-roy-e-john-berger/

https://www.labottegadelbarbieri.org/scordate-9-aprile-1936/

 

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Un commento

  • Giorgio Chelidonio

    Splendido nella sostanza e nella godibilità, ma prezioso anche nel recuperare alla mia limitata memoria l’attività di un personaggio che proprio “mi ero perso”.
    Grazie,

    Giorgio

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