La storia di Henry Lee e Leon…

riconosciuti innocenti dopo 30 anni di “braccio della morte”: ripresa dal numero 216 del «Foglio di collegamento del Comitato Paul Rougeau» (*):  a seguire la presentazione di questo numero e il sommario.


 

La mattina del 2 settembre in North Carolina sono stati ufficialmente esonerati e messi in libertà Henry Lee McCollum e Leon Brown. Si tratta di due fratellastri di colore, deboli di mente, che hanno passato 30 anni in galera pur essendo del tutto innocenti.

McCollum, che al momento dell’arresto, nel 1983, aveva 19 anni, era condannato a morte. Brown, quindicenne al momento dell’arresto, era condannato all’ergastolo. Per la verità anche Leon Brown era stato condannato a morte nel 1983. Però, in un nuovo processo subìto nel 1991, fu giudicato colpevole solo di violenza carnale e condannato all’ergastolo.

Henry Mc Collum ha battuto un tenebroso record: quello della più lunga permanenza nel braccio della morte della North Carolina.

Alcuni test del Dna fatti fare dalla Commissione statale Innocence Inquiry Commission (1), avevano dimostrato l’innocenza di McCollum e Brown e, nel contempo, la colpevolezza di tale Roscoe Artis, uno stupratore assassino, già detenuto, che all’epoca dei fatti abitava a meno di 100 metri dal luogo in cui fu trovato il cadavere dell’11enne Sabrina Buie (la piccola risultò violentata e soffocata).

«È terrificante che il nostro sistema giudiziario abbia consentito di incarcerare due ragazzi disabili mentali per un crimine con il quale non avevano nulla a che fare, e poi li abbia lasciati soffrire lì per 30 anni» ha dichiarato l’avvocato Ken Rose, del Center for Death Penalty Litigation di Durham (2) che ha rappresentato Henry McCallum per 20 anni. «Henry ha visto decine di compagni di prigionia avviati all’esecuzione. A ogni esecuzione si agitava così tanto che dovevano rinchiuderlo in isolamento. É impossibile trovare parole adeguate per descrivere tutto ciò che questi due hanno sofferto e tutto ciò che hanno perduto».

«Questo caso è una tragedia che riguarda profondamente non solo la vita delle due persone coinvolte, ma anche il sistema giudiziario della North Carolina» ha dichiarato Ann Kirby, avvocato di Brown. Questo caso mette in luce nella maniera più drammatica l’importanza di trovare la verità. Oggi la verità ha prevalso ma è arrivata con trent’anni di ritardo per Sabrina Buie e per la sua famiglia, per Leon, per Henry e per le loro famiglie».

Come ha ricordato l’avvocato Rose, la sole prove a carico che permisero di collegare i due malcapitati disabili mentali al crimine furono le loro confessioni. Per la verità McCollum all’inizio aveva dichiarato di non aver nulla a che fare con il crimine ma alle 2 di notte del 29 settembre 1983, dopo 5 ore di pressanti interrogatori, egli firmò una confessione preparata dalla polizia: gli dissero che se avesse firmato sarebbe stato subito liberato. Poco dopo, anche il fratello più giovane firmò. (3)

Il 2 settembre Richard Dieter, direttore esecutivo del Death Penalty Information Center, in un comunicato riguardante la vicenda di McCollum e Brown, ha osservato fra l’altro: «Sarebbe ingenuo ritenere che non ci siano altri casi come questo tra le migliaia di detenuti che rimangono nei bracci della morte, o che simili errori non siano stati compiuti per una parte dei 1.400 individui che sono stati messi a morte [a partire dal 1977]».

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(1) V. http://www.innocencecommission-nc.gov/ Tale Commissione opera in North Carolina dal 2007 e ha il compito di rivedere i casi di detenuti che potrebbero essere innocenti.

(2) V. http://www.cdpl.org/

  1. Accusatore di McCollum e Brown fu il procuratore distrettuale Joe Freeman Britt, che si guadagnò il nomignolo di «procuratore più mortifero del mondo» per aver ottenuto 50 sentenze capitali in 12 anni. A quei tempi non vi erano leggi che impedissero di condannare a morte i giovanissimi e i disabili mentali.


LA PRESENTAZIONE DEL «FOGLIO DI COLLEGAMENTO» 216

Fra i temi affrontati questa volta c’è quello degli innocenti condannati a morte, che qualche volta si salvano. Ma quanti dei 1.400 detenuti uccisi negli Usa negli ultimi decenni erano innocenti?
Ancora una volta constatiamo come negli Usa la pena di morte venga irrogata ai poveri, ai neri, alle persone già tormentate in molti modi dalla vita.
In Texas è stata somministrata l’iniezione letale a Lisa Coleman, una povera e disgraziata nera che non avrebbe ricevuto la pena capitale se l’accusatore non avesse fatto valere un’aggravante che nel suo caso non c’era.
Ritorniamo su temi scontati ma sui quali è necessario richiamare di continuo l’attenzione: la strage di centinaia e migliaia di migranti che tentano di raggiungere l’Italia per mare, il culto mortifero delle armi negli Usa, la pervasività dello spionaggio operato dalla Cia sui “sospetti terroristi”, fenomeno intrinsecamente illegale, tanto vasto da riguardare centinaia di migliaia di “non americani” e oltre 20 mila statunitensi.
Certamente illegale, oltre che immorale, è la pratica della tortura da parte della Cia. Un fenomeno che il presidente Barack Obama fa finta di ignorare, per il quale un professore universitario del New Jersey suggerisce una correzione a posteriori che, in un primo momento, può lasciare perplessi…
Fra gli altri temi trattati in questo numero citiamo anche quello della dinamica abolizionista negli Usa: la pena di morte verrà abolita per… mancanza di soldi?
Dopo la chiusura di questo numero vi sono stati importanti eventi, come la mobilitazione per la «Giornata mondiale contro la pena di morte» (cui ha partecipato anche il nostro Comitato), il pronunciamento di papa Francesco contro la pena capitale e l’ergastolo… speriamo di potervene parlare presto e nel modo più preciso possibile.
Non abbiamo ricevuto nell’ultimo periodo nessuna notizia di rilievo riguardante i detenuti che cerchiamo di seguire e di aiutare anche materialmente, Larry Swearingen e Gerald Marshall, e neanche riguardo a Hank Skinner.
Siamo sempre in cerca di collaboratori/collaboratrici per la redazione del “Foglio di Collegamento” e le altre attività del Comitato Paul Rougeau.
I piu’ cordiali saluti
Giuseppe Lodoli (per il Comitato Paul Rougeau)
P. S. I numeri arretrati del Foglio di Collegamento, cui fanno riferimento i nuovi articoli, si trovano nel nostro sito www.paulrougeau.org

FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU: numero 216 – agosto/settembre 2014
Sommario:
1 ) Disabili mentali innocenti, “esonerati” dopo 30 anni
2 ) Esonerato, si batte con tutte le forze contro la pena capitale
3 ) Un anno dopo Lampedusa, aumenta il numero di vite perse in mare
4 ) Uccisa Lisa Coleman povera, nera, lesbica, sadica, ma non rapitrice
5 ) Non poteva permettersi un impianto antifurto, ma una pistola sì
6 ) Armi, armi, armi: 28.000 bambini e teenager uccisi negli Usa in 11 anni
7 ) Come compensare le torture inflitte ai “nemici combattenti”?
8 ) Spiare sempre, spiare tutti: la Cia spia chi la controlla
9 ) La pena di morte verrà abolita negli Usa per mancanza di soldi?
10) Non venga liberato, neanche per morire!
11) La quotidianità del braccio della morte di Fernando E. Caro
12) Abbracciamo un albero in memoria di Orso Che Corre
13) Notiziario: California, Spagna, USA

 

 

Giuseppe Lodoli
Ex insegnante di fisica (senza educazione). Presidente del Comitato Paul Rougeau per il sostegno dei condannati a morte degli Stati Uniti.
Lavora in una scuola di Italiano per stranieri di Sabaudia (LT) (piu' che altro come bidello).

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