La straordinaria sentenza di un giudice …

nei confronti di un piccolo «ladro»

ripreso da facebook (*)

 

 

Un ragazzo di 15 anni è sorpreso a rubare in un negozio. Nel tentativo di fuggire rovescia e danneggia uno scaffale.

Il giudice gli chiede: «Davvero hai rubato pane e formaggio e hai distrutto lo scaffale?».

Il ragazzo, con vergogna a capo chino, risponde: «Sì».

Giudice: «Perché hai rubato?».

Ragazzo: «Era necessario».

Giudice: «Non potevi comprare i panini invece di rubarli?».

Ragazzo: «Non avevo soldi».

Giudice: «Avresti potuto chiedere i soldi ai tuoi genitori».

Ragazzo: «Ho solo mia madre che è costretta a letto malata e non ha lavoro. Per lei ho rubato pane e formaggio».

Giudice: «Non stai facendo niente? Non hai un lavoro?».

Ragazzo: «Ho lavorato in un autolavaggio. Mi ero preso un giorno libero per aiutare mia madre e per questo sono stato licenziato».

Alla fine il giudice annuncia il verdetto: «Rubare, specialmente rubare il pane, è un crimine molto vergognoso. E siamo tutti responsabili di questo crimine. Tutti in quest’aula oggi, me compreso, sono responsabili. Perciò tutti i presenti verranno multati di 10 dollari, nessuno uscirà di qui senza tirarli fuori».

Il giudice prende dalla tasca una banconota da 10 dollari, poi comincia a scrivere la sentenza nella quale multa il proprietario del negozio di 10.000 dollari per aver consegnato il bambino affamato alla polizia. «Se la multa non viene pagata entro un’ora, il negozio rimarrà chiuso».

Il giudice ha aggiunto: «Se una persona viene sorpresa a rubare il pane, tutti in questa comunità, società e Paese dovrebbero vergognarsi!».

Tutti i presenti si sono scusati con il ragazzo e hanno dato i 10 dollari. Il giudice ha lasciato l’aula nascondendo le lacrime.

(*) questa storia gira in italiano e in francese su Facebook – ringrazio Turi per avermela segnalata – in un paio di versioni con minime differenze. Non ho elementi per verificarne l’autenticità. Vedo che alcuni siti (a esempio www.booble.it) hanno ripreso la storia avanzando dubbi. In ogni caso è una bellissima storia e ha comunque un fondo di verità. Come scrive www.booble.it: «Nel 2016 la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che “rubare per fame” non è reato. La vicenda ha fatto il giro di tutta la stampa nazionale: l’imputato – un senzatetto di origine ucraina privo di dimora e di occupazione – viene sorpreso in un supermercato mentre ruba due porzioni di formaggio e quattro wurstel per un valore complessivo di 4 euro; segnalato al personale del centro, l’imputato restituisce la merce e viene denunciato. Dopo le condanne in primo e secondo grado a 6 mesi di reclusione, giunge all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione, la quale, come anticipato, annulla le sentenze dei giudici di merito con questa formula: “annullamento perché il fatto non costituisce reato». Giusta decisione ma qui in “bottega” da molto tempo conoscevamo questa fondamentale verità perchè… l’aveva già cantata Fabrizio De Andrè.

 

 

Redazione
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2 commenti

  • Vera o falsa, la storia è bella. Essere avvertiti della bellezza è un insorgere ancestrale che tocca il cuore e dovrebbe proporre a tutti noi di riflettere per essere responsabili delle nostre azioni quotidiane. Peccato essere distratti dalle nefandezze che instillano rancore e rabbia inconcludenti. Due estremi che si toccano in un punto, si esaltano entrambe alla successiva occasione. Giusto per morire per tempo. Eppure, siamo noi cittadini a sostenere la nostra baracca per riscaldare al meglio il villaggio vacanze del capitalismo neoliberista, avendo presente che per vivere ha bisogno di vendere. E noi, utilizzatori di moneta a debito di un sistema che porta al mercato credito e reddito per comprare beni, servizi e attività finanziarie, questo facciamo, e per abitudine. Basterebbe saper contare quanto costo aggiuntivo grava sul prezzo di vendita di un credito, di un bene o di un servizio, per burocrazia, per corruzione, per sistema inefficiente, per inutilità acclarata, per avere poi la capacità di riorganizzare il sistema dinamico sulle relazioni solidali tra soggetti che intermediano nel mercato domestico. Basterebbero alcune semplici regole condivise e il nostro presente continuo cambierebbe di fase. Ci vogliono solo cittadini solidali, del tipo “egocentrico altruista”, in un numero sufficiente e operare per induzione inferente sulla realtà: si verificherebbero tante cose interessanti per la qualità della vita….

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