LA STRISCIA

(Roba del Pabuda…)

 

giù

nel cortile aziendale,      

dove fan tappa

tra una scartoffia

e l’altra

i fumatori

per fumare,

un paio di tiri fa,

c’era un tipo –

vistosamente

in sovrappeso,

tutto fasciato

in una tuta bianca

cartacea

e fin troppo aderente –

che dipingeva

con perizia

(e con un piccolo rullo,

ovviamente)

una striscia gialla per terra:

a un metro e qualcosa

di distanza

dal muro di cinta.

(ornato –

il muro, s’intende –

da grazioso filo spinato

e, secondo

qualche ben informato:

pure

potentemente

elettrificato).

il candido ciccione,

a cadenza regolare,

intingeva il piccolo rullo

in un secchio

di denso pigmento

per poi farlo rotolare

tra due binari

di nastro  adesivo

precedentemente

assicurati all’asfalto:

ne sortiva

una danza gradevole

da osservare,

per quanto rudimentale,

e primitiva:

un passo a destra,

un passo a sinistra

una pucciatina di rullo

nel secchio di giallo,

due o tre

goccioline di vernice

che precipitano

in terra a casaccio

e poi da capo:

un passo a destra,

un passo a sinistra

col rullo che rotola

tra i binari,

lasciando giù

il suo bel giallo:

fresco, denso

e splendente.

e anche…

le anche, fasciate

nel bianco,

sempre

a far quel movimento

che ricorda vagamente

il pendolo

e provoca nell’osservatore

(soprattutto se fumatore)

un leggerissimo

mal di mare.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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