La Trilogia Steampunk di Di Filippo

Steampunk, una trilogia
di Mauro Antonio Miglieruolo
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Steampunk, parola della quale fino a qualche giorno fa neppure conoscevo la grafia e molto impropriamente il significato. Poi mi capita di acquistare, oltre a Robot 67 e Paradisi perduti della Le Guin, La Trilogia Steampunk di Paul Di Filippo della collana Odissea (Delos Book: edizioni troppo a lungo trascurate) e vengo a conoscenza sia dell’una che dell’altro.
Una lettura quella della Trilogia per certi versi entusiasmante,

27febb-TrilSteampunkDiFilippovedi “Walt ed Emily”, per altri gradevole, vedi “Vittoria” e per altri ancora navigando verso la delusione: “Ottentotti”. Complessivamente Di Filippo, almeno in questa sua antologia, si dimostra autore leggibile e accattivante, con notevoli capacità di innovazione tematica e stilistica. Tanto notevoli che mi ha convinto della necessità di riprovarci. Sia per quanto attiene al sottogenere Steampunk, sia per quanto attiene all’autore.
Riassumo in breve il contenuto del bel volume:
a) Vittoria: la Regina Vittoria, poco dopo essere salita al trono, lascia le segrete stanze, sembra, per sperimentare la vita dei suoi sudditi (in realtà per sperimentare se stessa). Il Primo Ministro inglese, amante delle regina, essendo a conoscenza che in un certo postribolo lo scienziato non pazzo, ma non del tutto giusto di testa, Cowperthwait, ha chiuso una sua creatura ipersessuata, chiede al Cowperthwait la disponibilità del mostro in questione, in quanto lo stesso somiglia in modo straordinario al sovrano scomparso. Lo scopo è di permettere la continuità delle funzioni istituzionali fingendo si tratti dell’originale. Il tempo di rintracciare la fuggitiva, evitando che nel frattempo scoppi una crisi interna e internazionale, e la creatura del protagonista potrà tornare al suo posto.
Cowperthwait non solo consente, ma si mette anche lui a cercare la regina scomparsa. Scoprirà che le cose non stanno esattamente come il Primo Ministro ha descritto.
Niente di speciale, almeno per noi italiani, da lungo tempo edotti che le cose MAI stanno come i Primi Ministri (ma anche i secondi e i terzi) si affannano a descrivere.
Divertente oltre che irriverente.
27febb-TrilSteampunkDiFilippoRetro
b) Ottentotti: Agassiz, famoso scienziato svizzero, e famigerato razzista, è coinvolto in una strampalata serie di disavventure alla ricerca di un super feticcio ottenuto tramite il sinus pudoris di una “venere ottentotta” che (storico) nei primi anni dell’ottocento era diventata famosa per certe sue particolarità anatomiche.
L’idea non è male, ma la manipolazione letteraria che Di Filippo compie sulla figura dello scienziato (realmente esistito) non produce una parodia, ma il grottesco e l’improbabile di una narrazione che si fa comunque leggere. Grotteschi e improbabili anche i personaggi che si muovono insieme a lui nella ricerca del feticcio; nonché le avventure nelle quali sono coinvolti.
Unica figura che si salva è quella della figlia della ottentotta da cui è stato ricavato il feticcio. Solo a lei è concesso infatti di manifestare buon senso e una certa intelligenza.

c) Walt e Emily: il pezzo forte della triade. Emily Dickinson, poetessa alle prese con un poeta dagli appetiti vasti e differenziati (Whitman), proprio in ragione di questo incontro e degli avvenimenti che l’incontro produrrà, scopre se stessa e scopre la propria validità come poetessa.
Lo stile è il migliore tra i tre pezzi; ed è anche buono in assoluto. La vicenda stessa è ben narrata, con un buon taglio formale e molta coerenza. Uno stile costruito utilizzando i toni poetici e a volte le parole degli stessi poeti protagonisti.
Personalmente lo valuto un ottimo lavoro.

Libro che non può mancare nella biblioteca di un appassionato di fantascienza. E anche di un non appassionato.

Redazione
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