La UE ha paura di Internet

Nella 129esima puntata di «Ci manca(va) un Venerdì» l’astrofilosofo – Fabrizio Melodia, per l’anagrafe – si ritrova in buona compagnia per elogiare la rete, la libertà e ancor più i libri e avanzare qualche dubbio


Il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo in seduta plenaria avrebbe dovuto decidere (ma ha rinviato) se accelerare l’approvazione della direttiva sul copyright. Tale direttiva limiterebbe significativamente la libertà di Internet.
Come ha denunciato Wikipedia, la Ue – anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutte/i alla società dell’informazione – sta minacciando la libertà online e vuole creare ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Se quella proposta (o una simile) fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo sui social network o trovarlo su un motore di ricerca.

«Wikipedia e Wikiquote stesse rischierebbero di chiudere» ha scritto con toni molo preoccupato il portale di Wikipedia. E persino CMUV («Ci manca un venerdì») – che voi seguite con immutata fedeltà e pure con qualche neofita – potrebbe finire nelle maglie strette della UE. Piuttosto che oscurare in segno di protesta, la nostra rubrica invece parla. In difesa della libertà della rete ma anche per ribadire che nonostante tutta l’utile tecnologia dell’era dell’informazione, la strada migliore per la conoscenza resta quella del cartaceo. Infatti i miei libri, compagni instancabili e fedeli, vengono subito in mio (e vostro aiuto) con la voce del narratore tedesco Thomas Mann, il quale sottolineava: «la parola è la civiltà. La parola, anche la più contraddittoria, mantiene il contatto – è il silenzio che isola». Lo scrittore e filosofo francese Albert Camus affermava, non senza ironia: «La stampa libera può, naturalmente, essere buona o cattiva, ma è certo che senza libertà non potrà essere altro che cattiva».

Una maggiore garanzia dei diritti d’autore (vero e proprio baluardo per i creativi di ogni tempo e luogo) non deve andare a scapito della libera diffusione della conoscenza… anche per chi non ha soldi.

Può venirci in aiuto la voce (mai stanca?) del compagno Vladimir Ilic Lenin: «in tutto il mondo, ovunque ci siano i capitalisti, la libertà di stampa significa libertà di comprare i giornali, di comprare gli scrittori, di corrompere, comprare e falsificare “l’opinione pubblica” per il bene della borghesia». Un vecchio presidente degli Usa – anzi il primo: Thomas Jefferson – invece era ottimista: «Quando la stampa è libera e ogni uomo in grado di leggere, tutto è sicuro».

Che il Parlamento. Europeo dunque legiferi con intelligenza, senza cedere a paure e lobbies. Questa rubrica e questa bottega – nel loro piccolo – si opporranno a ogni legge restrittiva. Cconcordiamo con il poeta e scrittore francese Jacques Prevert: «quando la verità non è libera, la verità non è vera».

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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