La verità sulla morte di Sandra Bland?

   Ripreso dal «Foglio di collegamento del comitato Paul Rougeau»; a seguire presentazione e sommario del numero 226 (marzo 2016)

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SI SAPRÀ MAI LA VERITÀ SULLA MORTE IN TEXAS DI SANDRA BLAND?

La nera Sandra Bland commise una piccola infrazione del codice stradale in Texas. Tre giorni dopo morì, in carcere. Il poliziotto che la malmenò e l’arrestò non rischia più di un anno di prigione.

Nel numero 223 – del «Foglio di collegamento del comitato Paul Rougeau» – abbiamo scritto della vicenda accaduta a partire dal 10 luglio 2015 a Sandra Bland, che faceva parte del movimento “Black lives matter” per i diritti dei Neri. Sandra, un’afroamericana di Chicago, era appena arrivata in macchina nella Contea di Waller in Texas per prendere servizio nella Prairie View A&M University dove aveva studiato. Fermata dal poliziotto Brian T. Encinia per non aver messo la freccia cambiando corsia per lasciar passare una macchina che la seguiva da vicino, venne arrestata dopo una violenta colluttazione. Dopo 3 giorni la poveretta fu trovata impiccata nella sua cella.

Ora, dopo circa 6 mesi dai fatti, il poliziotto Brian T. Encinia è stato sospeso dal servizio e accusato di falsa testimonianza ma non di violenza. Rischia fino a un anno di prigione e una ammenda in denaro. Il movimento Black lives matter ha associato la morte della Bland ad altre morti sospette come quelle di Michael Brown a Ferguson in Missouri e Freddie Gray a Baltimora.

Ricordiamo che un video ripreso dalla telecamera collocata sulla macchina della polizia ha mostrato, in un crescendo di espressioni violente, come la semplice contestazione di una multa sia evoluta nell’aggressione fisica e nell’arresto di Sandra Bland (1).

Esperti e politici che hanno visionato il filmato il 21 luglio 2015, poco prima che fosse reso di pubblico dominio, hanno stigmatizzato il comportamento del poliziotto che ha violato le procedure previste in caso di arresto. Il senatore democratico di Dallas Royce West ha dichiarato che non si sarebbe mai dovuto arrestare la donna. Hellen Giddings, una deputata democratica di De Soto, ha affermato: “Questa giovane donna oggi dovrebbe essere viva. “

La morte della Bland in prigione è stata classificata come suicidio, ma i suoi sostenitori e alcuni parlamentari democratici texani hanno richiesto un’indagine da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Secondo l’Ufficio dello Sceriffo della Contea di Waller la Bland appariva in buone condizioni quando è stata registrata e rinchiusa nella cella n. 95. Poco dopo le 9 del mattino del 13 luglio una guardia carceraria l’ha trovata impiccata nella sua cella. E’ stata trovata in posizione semisdraiata, impiccata con una busta di plastica attaccata ad un gancio di metallo.

Molti sostenitori e amici dei familiari della Bland sostengono che è inconcepibile pensare che lei si possa essere suicidata in un periodo particolarmente positivo della sua vita.

Secondo altri, invece, la Bland, sarebbe stata depressa: in un post su Facebook aveva qualche tempo prima dichiarato di essere un po’ depressa. Anche la mancanza dei $ 500 per pagare la cauzione, la richiesta inutile di ottenerli dalla famiglia, l’aver mancato il suo primo giorno di lavoro, avrebbero contribuito a deprimerla ulteriormente. (Pupa)

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  1. Il video mostra il poliziotto Encinia spingere fuori della macchina la donna dopo che quest’ultima si era rifiutata di gettare la sigaretta, in un crescendo di aggressività verbale e fisica fino a spaventarla con una pistola taser: “ti faccio accendere” (né la questione della sigaretta né la pistola elettrica erano state menzionate nel rapporto sull’incidente). Poco dopo, la Bland, minacciata dalla pistola, era fuori dalla macchina urlando insulti e oscenità al poliziotto che l’aveva ammanettata. Fuori campo si sentono urla e la ragazza che grida “Mi hai fatto cadere e mi hai fatto sbattere la testa. Io ho l’epilessia”. Il poliziotto Encinia risponde: “Bene”.

 

PRESENTAZIONE E SOMMARIO del numero 226 del «Foglio di collegamento del comitato Paul Rougeau».

Anche questo numero è molto ampio, non solo perché, come il precedente, copre un periodo di due mesi ma anche perché l’inizio del 2016 è stato denso di avvenimenti di nostro interesse. Alcuni articoli importanti ma non di stretta attualità li pubblicheremo nel 227.

Il numero 226 si apre con il ricordo del giudice Antonin Scalia morto all’improvviso. Se ne è andato un personaggio eccezionale, che purtroppo ha utilizzato la sua grande intelligenza per frenare il progresso della giurisprudenza e sostenere fino all’ultimo la pena di morte. Alle condoglianze di Barack Obama aggiungiamo le nostre per un avversario che comunque merita il nostro rispetto.

Scorrete questo numero nella prima parte e anche nel Notiziario. Vi troverete senz’altro articoli che meritano la vostra attenzione. Come l’ulteriore decisa presa di posizione del Papa contro la pena capitale o i lodevoli tentativi del presidente Obama, nell’ultimo anno della sua presidenza, di raddrizzare qualcosa negli USA per quanto riguarda i diritti umani e soprattutto il diritto alla vita.

Troverete alcune notizie incredibili. Lo sono state anche per noi e ci siamo dati da fare per controllarle prima di pubblicarle: è possibile che in Cina si uccidano migliaia di oppositori innocenti allo scopo di ottenere organi da trapiantare? Si può morire per aver preso una multa per una lieve infrazione stradale? Si può “giustiziare” un bambino di 10 anni e condannare a morte una bambina di 9?

L’ultimo Rapporto sui diritti umani di Amnesty International ha – a nostro avviso – un titolo eccessivamente pessimista: «Diritti in pericolo, assalto globale alle libertà». Riteniamo di essere giustificati nel conservare un ottimismo di fondo per quanto riguarda la progressiva affermazione dei diritti umani fondamentali.

Come sempre, vi invitiamo a mandarci i vostri commenti su quanto scriviamo, positivi o negativi che siamo; saranno preziosi.

Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau

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FOGLIO DI COLLEGAMENTO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

NUMERO 226 – GENNAIO/FEBBRAIO 2016

Sommario

1 ) È morto il giudice Scalia epico sostenitore della pena capitale                                

2 ) In questo momento in Florida non esiste la pena di morte?                 

3 ) La Georgia uccide Brandon Jones, a 38 anni dalla condanna

4 ) Forse il presidente Obama vuole veramente chiudere Guantánamo

5 ) Obama cerca di limitare la diffusione delle armi personali

6 ) Si saprà mai la verità sulla morte in Texas di Sandra Bland?

7 ) Il Pakistan impicca Mumtaz Qadri, considerato da molti un martire

8 ) Decine di migliaia di uccisi in Cina per l’espianto di organi?

9 ) Nessuna condanna a morte nell’Anno Santo della Misericordia!

10) Si è tenuto alla Camera il IX Congresso dei Ministri della Giustizia

11) “Diritti in pericolo, assalto globale alle libertà”

12) Giulio Regeni: dichiarazione di Amnesty International Italia

13) Il Comitato partecipa ad un’interessante trasmissione di Radio 3

14) Un importante riconoscimento al nostro amico Dale Recinella

15) Fernando ci scrive

16) Notiziario: Afghanistan, Arabia Saudita, California, Corea del Nord, Iran, Iraq, Italia, Pakistan, Palestina, Siria, Texas, Vietnam.

 

AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

E’ di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.

ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU

Per aderire al Comitato Paul Rougeau invia un messaggio e-mail all’indirizzo prougeau@tiscali.it con una breve autopresentazione e con i tuoi dati. Appena puoi paga la quota associativa sul conto corrente postale del Comitato Paul Rougeau.

Responsabile dei contatti con i soci è Grazia Guaschino (011 8991482).

Le quote associative annuali sono le seguenti:

Socio Ordinario € 35

Socio Sostenitore € 70

Per ricevere il «Foglio di Collegamento» su carta, aggiungere all’anno € 18

L’edizione e-mail del Foglio di Collegamento è gratuita per soci e simpatizzanti, chiedetela a:

prougeau@tiscali.it

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Il nostro indirizzo postale è: Comitato Paul Rougeau casella postale 11035 00141 Roma Montesacro

Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 1° marzo 2016

 

NELLA FOTO SANDRA BLAND

 

 

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