L’accumulo dei «frammenti del tempo» e il contrabbasso, «cetaceo istrumento»

Una «esecuzione sul filo della memoria»: recensione – in lieve ritardo – per «Andante affettuoso» di Rosanna Carnevale (*)

AndanteAffettuoso

Dalla musica alla musica passando per due storie semplici e belle. Il contrabbassista Pietro e la pianista Anna si trovano, nel 2010, a preparare «un concerto tutto dedicato al contrabbasso» e vogliono «mettere a punto un programma originale». In una fase depressiva Pietro («non riesce a scrollarsi di dosso un senso di soffocamento») e in un permanente entusiasmo di vivere Anna… non sembrano una coppia musicale affiatata. Siamo all’inizio di «Andante affettuoso» di Rosanna Carnevale (uscito a maggio nelle edizioni Portaparole: 144 pagine per 16 euro con la bella copertina di Pablo Echaurren che vedete qui sopra). Ma prima di incontrare Anna e Pietro il libro ci ha lasciato per un attimo sul mare «spigolosamente cullante» dove, nel 1906, il piroscafo porta M lontano dalla «bella, dolce, amata Amelia, perduta per sempre». In tutto il libro la vicenda del misterioso M si alternerà con quella di Anna e Pietro che preparano il concerto. E quasi subito le storie si intrecciano.

«Le edizioni musicali Scotto» frugando nei fondi di magazzino inviano ad Anna ogni vecchia opera trovata che sia adatta per un duo contrabbasso-pianoforte. Subito conquistata da un «Andante affettuoso», Anna convince il riottoso Pietro che quel M – di cui si è persa la memoria – fa per loro, potrebbe essere «un vera e propria miniera a cui attingere per mettere su un programma originale». Così iniziano le indagini, non poliziesche ma solo archivistiche-biografiche, su M del quale intanto Rosanna Carnevale ci racconta alcuni passaggi di una lunga vita divisa fra l’amore a lieto fine per il contrabbasso (che lui, per il suo ingombro, chiama «cetaceo istrumento») e la passione, immaginata senza viverla, per Amelia.

Sulla trama e sulle piccole sorprese finali nulla dirò. Solamente nella nota finale – «Il musicista dimenticato» – l’autrice svela che M è il contrabbassista, docente e compositore Giuseppe Maria Marangoni (1866-1945) nato e morto a Lugo di Romagna. Ma il “segreto” è accennato nei due risvolti di copertina. Perché allora chiamarlo sempre con la sola iniziale? Ipotizzo che Rosanna Carnevale voglia suggerirci che ci sono altri musicisti dimenticati da cercare: questo M è uno dei tanti. In ogni caso lei, che è pianista, sul vero Marangoni («inspiegabilmente cancellato, insieme alla sua opera, dalla scena musicale e internazionale per quasi un secolo») ha scritto un saggio proprio nel 2010.

«Una scrittura matura e precisa, intelligente nell’animo umano, nella natura e nella musica, un libro leggero e serenamente profondo»: condivido il giudizio di Armando Gnisci e aggiungo soltanto che nella semplicità della storia restano molti passaggi (anche musicali) a fermentare in testa, un po’ come «la teoria dell’accumulo dei frammenti di tempo» della pianista Anna che mentre scola i fagiolini studia «un passaggio tecnicamente arduo» e controllando pentole e padelle «esplora dinamicamente» una frase musicale.

Si potrebbe anche dire del libro quel che Rosanna Carnevale scrive del concerto, preparato lungamente e fra molte avversità, di Anna e Pietro: «Il tema risuona ancora e si dispiega, lievemente sensuale, nella potenza del pianoforte, sostenuto dal puntello delle note profonde del contrabbasso che lo accompagnano fedeli e partecipi, in perfetta sintonia, fino alla sua conclusione».

(*) Questa sorta di recensione va a collocarsi nella rubrica «Chiedo venia», nel senso che mi è capitato, mi capita e probabilmente continuerà a capitarmi di non parlare tempestivamente in blog di alcuni bei libri pur letti e apprezzati. Perché accade? A volte nei giorni successivi alle letture sono stato travolto (da qualcosa, qualcuna/o, da misteriosi e-venti, dal destino cinico e baro, dalla stanchezza, dal super-lavoro, dai banali impicci del quotidiano +1, +2 e +3… o da chi si ricorda più); altre volte mi è accaduto di concordare con qualche collega una recensione che poi rimaneva sospesa per molti mesi fino a “morire di vecchiaia”. Ogni tanto rimedio in blog a questi buchi, appunto chiedendo venia. Però, visto che fra luglio e agosto ho deciso di recuperare un bel po’ di queste letture e di aggiungerne altre, mi sa che alla fine queste recensioni recuperate e fresche terranno un ritmo “agostano” quasi quotidiano, così da aggiornare in “un libro al giorno toglie db di torno” quel vecchio detto paramedico sulle mele. D’altronde quando ero piccino-picciò e ancora non sapevo usare bene le parole alla domanda «che farai da grande?» rispondevo «forse l’austriaco (intendevo dire “astronauta” ma spesso sbagliavo la parola) oppure «quello che gli mandano a casa i libri, lui li legge e dice se van bene, se son belli». Non sono riuscito a volare oltre i cieli, se non con la fantasia; però ogni tanto mi mandano i libri … e se no li compro o li vado a prendere in biblioteca, visto che alcuni costano troppo per le mie attuali tasche. «Allora fai il recensore?» mi domandano qualche volta. «Re e censore mi sembrano due parolacce» spiego: «quel che faccio è leggere, commentare, cercare connessioni, accennare alle trame (svelare troppo no-no-no, non si fa), tentare di vedere perché storia, personaggi e stile mi hanno catturato». Altra domanda: «e se un libro non ti piace, ne scrivi lo stesso?». Meditando-meditonto rispondo: «In linea di massima ne taccio, ci sono taaaaanti bei libri di cui parlare perché perder tempo a sparlare dei brutti?». (db)

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

Un commento

  • Mi piace molto il re censore db che si lascia portare, nei suoi giudizi, dalla razionalità e dalla fantasia. Se io non conoscessi l’Andante Affettuoso di Rosanna Carnevale, dopo aver letto i commenti di Barbieri, l’avrei comprato subito. È una storia deliziosa in cui l’autrice – esimia pianista e grande conoscitrice di musica – rivela il suo talento artistico anche nel campo della creatività letteraria. Il risultato è una lettura semplicemente affascinante.

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