Lacrime e sangue

Romano Mazzon

Lacrime e sangue, così ci dicono saranno i prossimi anni. A dire il vero ce lo avevano già detto un bel po’ di anni fa: vi ricordate Amato e i sacrifici necessari?
Bhé da allora non è che la situazione sia migliorata, per dirla meglio il fatto è che c’è chi in questi anni ha visto aumentare a dismisura le proprie ricchezze e chi ha finito tutto!
Un mese ci dicono che i ragazzi sotto i 30 anni non hanno lavoro. Il mese dopo ci dicono che quelli sopra i 35 anni faticano a cercare lavoro. Logica direbbe che si ha una finestra tra i 30 e i 35 per lavorare e mettersi da parte la pensione. In effetti ci hanno pensato su e hanno concluso che la pensione non ce l’avremo più! Geniali!
Ci hanno parlato delle mirabolandie della finanza: fondi pensione basati sul debito estero di altri Paesi che ci avrebbero garantito una vecchiaia felice; speculazioni in borsa degli enti pubblici per finanziare le loro ditte; mutui agevolati perché tutti potessero avere una casa di proprietà contro lo svilente equo canone.
In effetti ha funzionato: mi pare che nemmeno uno dei proponenti questo paradiso finanziario sia caduto in disgrazia. Anzi sono ancora tutti lì a spiegarci che i problemi veri sono dati dai troppi diritti che abbiamo: viviamo sopra le nostre possibilità. In effetti ormai giornalmente mi stupisco di riuscire a tirare avanti in questa situazione!
Però tranquilli perché confindustria e sindacati finalmente hanno fatto la pace, hanno firmato l’Accordo, finalmente i lavoratori la smetteranno con le loro richieste inique!
Contemporaneamente i finanzieri delle agenzie di rating ci informano che dobbiamo tirare fuori 47 mld di euro in quattro anni. Non potendo tassare entrate dei lavoratori che non ci sono hanno indicato l’eliminazione dei servizi pubblici.
Dopotutto hanno ragione: l’accanimento contro la Val Susa svela il malcelato progetto dei nostri bipartisani condottieri. Vogliono trasformare l’Italia in un enorme corridoio per cui non servono chissà che professionalità e nemmeno troppa scolarizzazione. Vivere in un corridoio significa che serviranno solo professionalità poco qualificate: facchini, autisti, camerieri, barman. Per i dirigenti non c’è problema perché basteranno figliocci e figliocce di questa mirabile classe dirigente.
Le lacrime le hanno già fatte versare in Val Susa grazie all’utilizzo di armi chimiche contro la popolazione, per il sangue si stanno attrezzando, dopotutto in questi 150 anni di storia ne hanno già fatto versare molto, rivolo più, rivolo meno non sarà grande la differenza.
Domenica in Val Susa, da tutta Italia, si proverà a dirgli che forse non hanno capito che non siamo solo un popolo bue composto da sudditi ma che negli anni si è sviluppata una coscienza civile a loro sconosciuta che utilizza le nuove tecnologie in modo creativo e crede in un diverso modello sociale ed economico.

Rom Vunner

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