L’alienità del vero

Complotti governativi, ibridi umano-alieno e misteri insoluti nei casi noti come X-Files.

di Fabrizio Melodia (l’Astrofilosofo)

La verità è lì fuori” (sigla iniziale del serial tv “X-Files”).

La pensava cosi qualcuno, all’interno di un bosco fitto, correndo a perdifiato, in una notte con poca luna: correndo con le gambe e i piedi nudi, una ragazza si ferisce, cade.

Nell’aria si respira pesantezza. Lei si guarda intorno, con aria spaventata e concitata, sta cercando un nascondiglio, non trova nulla che per lei possa dirsi almeno un debole riparo alla follia che la sta perseguitando instancabilmente.

Si rialza, i piedi sono escoriati, le fanno male, corre ancora, sbattendo contro un albero, il dolore non la ferma, continua a voltarsi indietro, fino a quando svolta in una radura e un urlo mozzato le esce rauco dalla gola riarsa.

Improvvisamente, il piccolo spiazzo verde è invaso da una debole luce bianca, che gradualmente diventa sempre più forte, la ragazza urla, sempre più forte, fino a quando tutto è solo un bianco abbacinante senza contorni.

Stacco. La scena si sposta all’accademia di Quantico, in Virginia, dove l’agente Dana Scully, rossa di capelli e dai tratti decisi, scienziata di primo piano e medico anatomopatologo, viene convocata dai suoi superiori per un incarico di estrema importanza.

Dovrà infatti affiancare l’agente Fox Mulder, elemento dall’ottimo curriculum personale all’unità crimini violenti, distintosi per l’arresto del pericoloso serial killer Monty Propps, ma che negli ultimi tempi sta proseguendo in una strana crociata personale, dopo aver riaperto per sua iniziativa e con l’aiuto di alcune personalità nel Senato degli Stati Uniti, i cosiddetti “X-Files”, ovvero i casi reali e documentati che sono tuttora privi di spiegazione.

Considerato l’indisciplina dell’agente Mulder, il Direttore incarica Dana Scully di affiancarlo in modo discreto ma deciso, puntando sulla sua preparazione medica e scientifica, in modo da confutare e ridicolizzare le strampalate teorie dell’agente che tra i colleghi dell’ FBI si è meritato la triste e inopportuna nomea di “Spettrale” (“Spooky”, in originale).

Scully accetta l’incarico, non senza alcune remore, anche se l’agente spettrale l’affascina in modo sottile e prepotente.

Scesa nei sotterranei dell’ FBI, dove l’agente Mulder è stato confinato, simile a una discesa negli inferi danteschi, Dana Scully apre una porticina di legno, rimanendo a dir poco sbalordita.

Contrariamente a tutti i protocolli di ordine e decoro, l’ufficio è in uno stato di semi anarchia, tranne per i due grandi cassetti di ferro corazzati che troneggiano in un angolo della stanza.

Un poster con un UFO semi sfocato di una macchina fotografica e sotto la scritta emblematica: “Voglio credere” (in originale, “I want to believe”).

Sul muro, foto di casi ancora aperti, strani esseri maciullati, avvistamenti e creature che poco hanno sicuramente di umano, altre di fantomatici alieni, simili a quelli che, secondo una fasulla trasmissione televisiva, sarebbero stati ritrovati a Roswell, dopo la celebre e presunta collisione di un UFO sul suolo statunitense.

Una voce l’apostrofa in modo scherzoso:”Avanti! Qui c’è solo l’agente più rompiballe di tutto l’ FBI”, portando gli occhi della donna dai capelli rossi alla schiena atletica dell’ agente Mulder, intento a studiare con molta attenzione un incartamento davanti a lui.

Dopo una iniziale diffidenza, in cui comunque, con grande sopresa di Scully, l’agente spettrale tesse le sue lodi e la sua preparazione, elogiando l’ottimo lavoro di tesi rivolto a riscrivere da capo a piedi le teorie relativistiche di Albert Einstein, Mulder la introduce in un caso di donne scomparse e riapparse in modo assolutamente misterioso.

Trasferiti sul luogo, Mulder e Scully si troveranno dinanzi a un muro di omertosa consapevolezza, mentre strani fenomeni luminosi causeranno inspiegabili perdite di minuti e le ragazze saranno preda di qualcosa cui non esiste una plausibile spiegazione.

Per tutta la serie, i due agenti dell’ FBI si ritroveranno invischiati in pericolosi complotti governativi, volti a occultare la presenza aliena sulla Terra. Saranno portati alla luce temibili verità, come nell’ultimo episodio della prima stagione, quando, per barattare la vita di Mulder, l’informatore Gola Profonda cederà un presunto esemplare di feto alieno agli uomini in nero, finendo assassinato all’istante.

Le sue ultime parole saranno un marchio per il futuro:”Trust no one” (“Non fidatevi di nessuno”).

La seconda stagione si apre con l’incontro di Mulder con i “Piccoli omini verdi”, grazie a una soffiata del contatto di quest’ultimo con un membro del Senato. Seguendo un segnale radio telescopico proveniente dallo spazio, la tenue traccia lo conduce all’osservatorio astronomico di Arecibo, a Puertorico, dismesso e in totale stato d’abbandono, ricoperto da una fitta vegetazione.

In quel luogo, Mulder incontra un paesano, il quale afferma, spaventato a morte, di aver visto delle luci nel cielo e degli omuncoli.

Arriva una tempesta che costringe i due dentro la stanza dell’osservatorio, ma la gravità e la paranoia inducono il messicano a fuggire, incontrando la morte poco dopo: Mulder lo ritrova accasciato, in una posa con le braccia alzate, come a proteggersi da qualcosa, bianco dalla paura, il volto deformato in una smorfia.

La tempesta raggiunge la massima potenza, mentre Mulder maledice l’assenza di Scully, l’unica persona al mondo della quale si è mai fidato. All’improvviso la stanza viene inondata di luce, mentre gli oggetti vengono sbalzati via da una forza sconosciuta, nel bagliore sempre più forte, Mulder intravede un piccolo ominide indistinto e improvvisamente si attiva la radio trasmittente, prima completamente isolata, che trasmette il messaggio registrato rinchiuso nella Voyager II.

Salvato da Scully prima che i militari intervenuti sul luogo lo uccidano distruggendo tutto, Mulder riabbraccia la collega e le promette di continuare a dedicarsi alla causa.

Tempestivo più che mai, quando un ex agente dell’ FBI, Duane Berry, ritenuto pazzo a causa di alcuni traumi, si asserraglia nell’ospedale psichiatrico in cui è detenuto, affermando di non essere pazzo e di essere stato rapito più volte dagli alieni.

Scomodato da Skinner in persona, Mulder viene mandato dentro l’ospedale, intrecciando cosi un rapporto stretto con il disperato e stanco Duane Berry, il quale afferma di non essere in quel modo a causa di un proiettile nel cranio, ma che gli alieni lo hanno rapito eseguendo esperimenti indicibili su di lui, più di una volta, inserendo apparati nei denti, nel naso e oltre.

Duane Berry viene neutralizzato, ma Fox Mulder gli crede e cerca di comprendere cosa c’è di vero e di falso nelle sue invasate affermazioni.

Duane Berry, terrorizzato da sedicenti voci che martellano nella sua testa, riesce a fuggire, forse aiutato da qualcuno, e nottetempo rapisce l’agente Scully nella sua casa.

Mulder, spaventato e infuriato, riesce a raggiungere Berry, purtroppo in ritardo: egli ha già consegnato Scully ai suoi fantomatici persecutori alieni, i quali gli avevano garantito la libertà avesse loro portato la donna.

Mulder è annientato, la sua Dana è nelle mani di qualcuno di terribile, per un attimo ha le visione di una terribile inseminazione aliena. Durante l’interrogatorio dell’agente speciale, Duane Berry ha un attacco, morendo soffocato sotto gli occhi stupefatti di Mulder.

Disperato, l’agente speciale si sfoga con Skinner, il quale comprende tutto il complotto dietro alla scomparsa di Scully e contro ogni aspettativa riapre gli “X-Files”, assegnandoli a Mulder: “E’ la cosa che temono di più”, afferma il superiore dell’agente speciale.

Tornato a casa, Mulder trova in segreteria il messaggio di Scully, la quale gli comunica che l’oggetto trovato nel corpo di Duane era un particolare chip della cui natura non si riesce a capirne l’uso ne tantomeno la fabbricazione.

Dopo mesi e tante indagini, Scully riappare in un ospedale, nessuno sa come sia arrivata. Mulder si precipita a vederla e gli viene comunicato che è in coma e non riescono a trovare il modo di risvegliarla. Inoltre Scully ha espressamente scritto nel suo testamento biologico di non volere l’accanimento terapeutico.

Mulder è una furia, inizia un percorso che lo porterà a scontrarsi con tutto e tutti, a capire davvero la reale presenza di un complotto fra governo e alieni, naufragando dalla paranoia alla più oscura disperazione, quando ritroverà il proprio appartamento messo letteralmente a soqquadro, lasciandosi poi andare a un liberatorio pianto sommesso.

Nel frattempo, l’anima di Scully vaga per arrivare alla luce, essendo lei su una barca in un laghetto, tenuta ormeggiata a un pontile da una corda sottile.

A riva, la figura di una infermiera dell’ospedale le parla con una voce dolcissima, incitandola a non mollare e a ritornare indietro, avendo lei ancora molto da vivere e da lottare.

Alla fine, Scully riapre gli occhi, apparentemente non ricordando nulla del periodo trascorso dopo il rapimento perpetrato da Duane Berry.

Mulder è al settimo cielo, la bacia sulla fronte e le raccomanda di riposarsi. Quella sera, Scully chiede informazioni sull’infermiera che le ha parlato mentre era in coma, ma le infermiere la informano che non esiste nessuna donna con quel nome.

Cosi la vicenda degli agenti speciali più famosi di tutto l’FBI si dipana, fra complotti governativi, invasione silenziosa degli alieni e misteriosi casi irrisolti. Alla fine Mulder e Scully arriveranno a scoprire la verità anche se molti aspetti rimarranno sempre nebulosi.

L’esistenza primigenia degli alieni sul nostro pianeta, la loro necessità di distruggere la razza umana per la propria sopravvivenza, piano attuabile con la diffusione massiccia del virus del vaiolo attraverso l’uso delle api, il “Progetto” (“Masterplan”) comprendeva l’aiuto da parte del governo per una invasione silenziosa, mentre i capi si assicuravano la sopravvivenza delle proprie famiglie e di un gruppo di persone, ibridandole con gli alieni. Il padre di Mulder inizialmente diede la propria adesione al Consorzio, offrendo la vita dei propri familiari (la sorella di Mulder venne rapita proprio per questo motivo) per poi opporsi al Fumatore, persecutore dei due agenti e sternuo difensore del Progetto, in quanto egli stesso ritiene che sia la forma migliore che il mondo possa assumere, per rimediare alla corruzione, alla viltà e all’odio imperanti nel mondo.

Sempre armato del suo inseparabile pacchetto di Morley, ossessionato dalla sua missione, probabile responsabile delle morti di J. F. Kennedy e di Martin Luther King, il Fumatore sarà la spina nel fianco permanente di Mulder e Scully, sempre sul punto di farli fuori, ma senza riuscirci.

Alla fine, l’Uomo che fuma, a seguito del fallimento del Progetto, distruggerà l’ufficio di Mulder appiccando il fuoco.

La via dell’inspiegabile trova grande favore nella filosofia, la serie si dipana come una diade perfetta di ragione e fede, impersonificata da Scully e da Mulder.

La vicenda, non certo terminata e di sicuro non spiegata, porta il viaggio della ragione non a una quieta sapienza, ma a uno scacco esistenziale, la quale, senza un supporto della fede mossa dalla passione e dalla capacità di collegare fatti all’apparenza scollegati tra loro, non troverebbe assolutamente alcuna quiete.

La ragione, puramente incentrata sulla logica, sul sillogismo, sulla matematica e sul metodo sperimentale, è destinata a naufragare nell’acriticità, nella propria incapacità congenita di guardare oltre l’orizzonte dei fatti, e comprendere le insite connessioni fra cose che apparentemente nulla hanno in comune. Senza la “fede”, non nel senso di “fides”, fedeltà alla parola data e quindi fedeltà a ciò che è stato scritto nei testi sacri (per altro, non a caso, anche essi frutto di un “accordo” fra religiosi per scongiurare una guerra civile religiosa, spronati dall’imperatore romano Costantino) ma di salto nell’abisso del nulla, contro tutta la logica e gli apparati scientifici a disposizione.

Come a ribadire che senza il cuore, la ragione è vuota, Scully compie un viaggio personale alla riscoperta della propria capacità di credere, già messa a dura prova dalla morte improvvisa del padre, che le sarebbe apparso davanti proprio nell’attimo della sua morte, e del sensitivo Luther Lee Bogs, serial killer condannato alla sedia elettrica, ritrovatosi veggente grazie alle anime delle proprie vittime entrate nel suo corpo, donandogli cosi la capacità. Scully riesce a risolvere il caso grazie a Bogs, ma ha paura di credere.

L’agente speciale compie un autentico viaggio filosofico per togliere la benda dai propri occhi, mentre Mulder, grazie alla presenza di Scully, riesce a mantenersi ancora attaccato alla realtà, anche quando farà in modo che su di lui vengano compiuti esperimenti folli con la trapanazione e la stimolazione diretta del cervello, per suscitare i ricordi inerenti al rapimento della sorellina.

O quando si ritroverà a investigare sul traffico di ibridi umano-alieni, avvelenato con una droga che lo stava lentamente portando alla paranoia e alla follia come Duane Berry, solo l’intervento della scienza di Scully gli permetterà di sopravvivere e di arrivare alla scoperta di un gigantesco archivio contenente i dati di tutti i bambini nati dopo una certa data e destinati al trattamento che avrebbe permesso l’invasione degli ibridi e lo sterminio con il vaiolo della razza umana.

Distruggete tutto ciò in cui avete creduto finora, buttate a mare tutto ciò che fino ad ieri rappresentava il basamento della vostra vita: vi sembrava granito e non era che pietrapomice, vi sembrava eterno ed è invece friabile e inutile” (Herbert Marcuse, “L’uomo a una dimensione”).

Mulder e Scully hanno di sicuro fatto propria l’esortazione di Marcuse, buttando a mare tutte le convinzioni precedenti, per inoltrarsi in un sentiero costellato da dolori e incertezze, ma che hanno compreso essere solo una sovrastruttura, una montatura, di un altro che è qualcosa di più del semplice essere alieno ai loro occhi.

La minaccia di una catastrofe atomica, che potrebbe spazzar via la razza umana, non serve nel medesimo tempo a proteggere le stesse forze che perpetuano tale pericolo? Gli sforzi per prevenire una simile catastrofe pongono in ombra la ricerca delle sue cause potenziali nella società industriale contemporanea. Queste cause rimangono non identificate, non chiarite, non soggette ad attacchi del pubblico, poiché si trovano spinte in secondo piano dinanzi alla troppo ovvia minaccia dall’esterno” (ancora “L’uomo a una dimensione”).

Ecco dunque ciò che muove gli agenti speciali, il tentativo di superare le problematiche interplanetarie e approdare seriamente a un nuovo approccio con la realtà, cercando di liberarla dal terrore e dalla paura propria della razza umana, che la rende cosi vile e corrotta. La Ragione, non solo politica, e la fede, non solo integralista, non riescono che a portare all’autodistruzione, perpetrata dagli alieni provenienti dai più oscuri recessi del cosmo, forse persino reali e sicuri proprietari della Terra, ben prima della razza umana.

Quel che sto cercando di dire è che la scienza, in virtù del suo metodo e dei suoi concetti, ha progettato e promosso un universo in cui il dominio della natura è rimasto legato al dominio dell’uomo – legame che rischia di essere fatale a questo universo intero. La Natura, scientificamente compresa e dominata, ricompare nell’apparato tecnico di produzione e distruzione che sostiene e migliora la vita degli individui nel mentre li assoggetta ai padroni dell’apparato. Così la gerarchia razionale si fonde con quella sociale. Se le cose stanno veramente così, allora un cambiamento in direzione progressista, tale da poter tagliare questo vincolo fatale, influirebbe anche sulla struttura propria della scienza, sul progetto scientifico. Le sue ipotesi, senza perdere nulla del loro carattere razionale, si svilupperebbero in un contesto sperimentale essenzialmente diverso (quello di un mondo pacificato); di conseguenza, la scienza giungerebbe a formulare concetti di natura essenzialmente diversi e a stabilire fatti essenzialmente differenti. La società razionale sovverte l’idea di Ragione” (sempre Herbert Marcuse in “L’uomo a una dimensione”).

Ecco dunque il viaggio filosofico di Mulder e Scully, infinito come indistinta è la minaccia della Società, arcaico moloch che tenta di conservare se stesso e le proprie insensate e autodistruttive strutture ormai vecchie e mostruose.

L’unica via è la Ragione unita alla Fantasia, in lotta per un mondo migliore.

 

Redazione
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