L’anima del populismo…oltre Salvini e Aquarius

di Angelo Maddalena (*)

Il quotidiano «il manifesto» ha pubblicato due articoli degni di nota: uno di Guido Viale, dal titolo La Fortezza Europa ringrazia Salvini; l’altro di Fabio Vander: Populismo e trasformismo, la lezione di Gramsci.

A metà del suo articolo, Viale scrive: «per l’Italia e il suo governo, le alternative sono due: o rafforzare ulteriormente i confini esterni dell’Europa o “sfondare” il confine interno, soprattutto quello con la Francia, che permetterebbe a migliaia di migranti di raggiungere parenti e amici in Francia e in Inghilterra e altri Paesi del Nord Europa. Salvini, in perfetta continuità con il predecessore Minniti, ha scelto la prima, aumentando la dose con il blocco dei porti e rivendicando per sé una responsabilità che i suoi colleghi europei non hanno il coraggio di assumersi: di far affogare, morire di fame e di sete, respingere e rinchiudere nel lager libico i fuggiaschi che l’Europa non vuole accogliere».

Io sono stato a Ventimiglia e nel mio libro Un anno di frontiera a un certo punto racconto che il direttore della Caritas di Ventimiglia, in un incontro pubblico, disse che bisognerebbe fare pressione sulla Francia per far aprire le frontiere. Purtroppo i soggetti istituzionali locali e nazionali non hanno il coraggio di fare questa richiesta alla Francia, come non ne ha il coraggio Salvini, che invece scrive lettere al presidente del governo di Malta! Cosa gli impedisce di rivolgersi a Macron per chiedergli di aprire le frontiere a Menton, Briançon e Modane? Eppure è così deciso, spocchioso e “maschio”. Ma perde tutto il suo vigore e tira fuori tutta la sua vigliaccheria quando dice di rafforzare i confini esterni sulla pelle degli indifesi e non tira fuori “le palle” per rivolgersi alla Francia.

Fabio Vander ci ricorda come Gramsci, nel 1930, in una nota del “Quaderno 6” scrive proprio del populismo. Come tutti i classici è ancora attuale, nonostante quasi un secolo sia passato. Il populismo – diceva Gramsci – è una forma di neutralizzazione del protagonismo delle masse: di fronte alla loro domanda di diritti e di potere le classi dominanti «reagiscono con questi movimenti ‘verso il popolo’». E aggiunge: «Il pensiero borghese non vuole perdere la sua egemonia sulle classi popolari e, per esercitare meglio questa egemonia, accoglie una parte dell’ideologia proletaria». Il populismo è insomma «il travestimento della destra che si fa sinistra, per conservare il potere economico, politico, culturale accoglie “parte” delle istanze di sinistra: il lavoro, le tasse, le domande securitarie, le identità corporative o di campanile, fino a certo deteriore “nazionalismo popolare” del “sangue e suolo”».

Non posso fare a meno di pensare al Movimento 5 Stelle e a Beppe Grillo con le sue uscite contro i rumeni, nel 2009, e poi la posizione più recente (circa un anno fa) di Luigi Di Maio secondo cui la Romania manderebbe in Italia soprattutto delinquenti (gli ha fatto eco Salvini dicendo cose simili sulla Tunisia).

Tornando all’oggi. Danilo Toninelli si accoda a Salvini, cercando di salvare capre e cavoli: forse alcuni militanti a 5 Stelle sulla questione della nave Aquarius saranno delusi mentre altri cercano di arrampicarsi sugli specchi e ne arrivano echi su facebook. Come arrivano incitamenti alla disumanizzazione travestita da “patriottismo” in stile Salvini che rivendica lo slogan “alzare la voce paga” e su twitter c’è l’hastag “chiudiamoiporti”.

Un brodo torbido di emotività che serpeggia da diversi anni, vile e deleterio: orribile moralmente, culturalmente e politicamente.

Salvini è uno di quelli che cavalca bene tutto questo magma, e così diventa corresponsabile della deriva morale e culturale italiana. I Cinque Stelle invece – come nella canzone che ho scritto 3 anni fa – confermano il loro stile: «amministratori, giovani assessori, quante novità, credici a metà» e poi «sorrisi e belle facce, non diciamo parolacce, ma la morale sai qual è? Che un principio forte non c’è». Il dichiararsi “postideologici” da parte di Di Maio e altri leader 5Stelle è possibile anche perché il brodo torbido contiene anche una debolezza di base spacciata per qualcosa di nuovo, “un principio forte non c’è”.

Per non perdere la bussola e non farsi travolgere dallo tsumani di emotività, consiglio di star lontani dai social: la lettura di un quotidiano e di una rivista aiutano ad allargare l’orizzonte ma servono anche i “classici” da Gramsci a Cioran.

12 giugno 2018, San Feliciano sul Trasimeno

(*) Fra le persone più assidue in “bottega” c’è chi avrà notato che, da qualche settimana, Maddalena ultimamente è l’«angelo custode» del lunedì. Ma se poi Angelo “raddoppia”… mica si può aspettare. Siete d’accordo? [db]

LA VIGNETTA – scelta dalla “bottega” – è di Benigno Moi. Voi direte “ma che c’entrano il G 7?” (o G7 bis che sia). Ma forse la domanda giusta è: «Oltre a favorire gli egoismi dei già forti a chi, a cosa servono un G 7 o G 8?»: se si volesse far funzionare l’Onu forse le cose andrebbero un pochino meglio. [db]

 

Redazione
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4 commenti

  • Andrea Mingozzi

    Grazie Angelo,
    sono d’accorodo su quanto scrivi. Mi permetto di segnalare che la vigliaccheria delle destre non è prerogativa solo di Salvini. In provincia di Ravenna, Forza Nuova imbratta con i propri stracci sedi sindacali, stazioni ed altri luoghi anche di cittadini privati (vedi la vicenda di Gene Gnocchi, che vive a Faenza). Ma attenzione, queste azioni vengono fatte nottetempo, vigliaccamente. Sono loro i veri clandestini che necessitano di nascondersi per fare le loro azioni da fascisti del terzo millennio. Il nascondersi, la viltà, è un tratto distintivo delle destre razziste e xenofobe.
    Condivido anche l’invito ad allontanarsi il più possibile dai social. Sono più di 9 mesi che non frequento facebook e devo dire che la qualità della mia vita non ci ha rimesso, anzi. Leggere quotidiani e settimanali è un’abitudine che dovremmo tutti coltivare con più impegno, insieme al blog del Barbieri, ovviamente…

  • angelo maddalena

    grazie Andrea, non so perché ma il tuo cognome mi suona familiare, un cantautore di La Spezia credo si chiami così, non so se ci eravamo già sentiti con te in altre occasioni, sì hai ragione, quando dico Salvini sottintendo a tutta una galassia fascistoide tipo Casa Poud, Forza Nuova ecc., ma soprattutto quelli più viscidi che riescono a tener saldo il potere e i soldi quindi che da questo comporta, quindi gli stipendi da parlamentari, tipo Salvini, la Meloni ecc., per non parlare di altri di Forza Italia, un Toti per esempio e tutto il resto della truppa, e comunque non sapevo dei gesti vili a Ravenna e a Faenza contro Gene Gnocchi, tra l’altro spero di venire a Ravenna a presentare il mio nuovo cd, e a proposito…pensavo e speravo Daniele mettesse il video della canzone che gli avevo mandato, Giovani assessori a futtiri cumpagnu, adesso glielo ricordo, a presto, sentiamoci, mandami magari la tua mail, la mia ce l’ha qua sotto, o meglio, a me appare nei riquadri sotto, dimmi se appare anche a te se non te la mando: angelo.maddalena@gmail.com

  • Chelidonio Giorgio

    Parlare di “populismo” mi pare ormai insufficiente, perché semplifica con l’ennesimo “ismo” tutta una serie di disvalori. Ritrovare questa sintesi di Gramsci, scritta negli anni del “fascismo trionfante”, non può che ricordarci quanto profondo e subdolo sia il mestiere degli “imprenditori della paura”. Ho anni e memoria sufficiente per evocarne almeno uno pre-leghista: la cosiddetta “profezia di Fanfani” che durante il referendum anti-divorzio del 1974 divenne famoso per aver dichiarato “«Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l’aborto. E dopo ancora, il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva!» (1).
    E ho anche memoria sufficiente per ripescare con 2 o 3 parole-chiave il link dello show (2) con cui Antonio Albanese, nel 2011, presentò già allora il concetto di “imprenditori della paura”, al plurale perché questo vizio populista ha ormai debordato dalla “paura dei meridionali” del leghismo nordista; peraltro, già nel 1975, c’era quella cantata da Enzo Jannacci (3): “….quelli che votano a destra perché hanno paura dei ladri”.
    Stufi di far distinguo? Di indignarvi per l’ennesimo magna-magna? Allora, ecco una riflessione ben centrata: impediamo che gli “imprenditori della paura” vengano stipendiati con il denaro pubblico, magari con i fondi di quell’Unione Europea che vorrebbero sfasciare.
    Perciò suggerisco la lettura delle recenti dichiarazioni (4) di Elly Schlein, europarlamentare di “Possibile” e relatrice per il suo gruppo “S&d” (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici) della riforma del “regolamento di Dublino”, a suo avviso necessaria “per cambiare la norma in base alla quale le persone sono costrette a chiedere l’asilo nel primo Paese dove arrivano”.
    Che c’entra questa sensata dichiarazione con l’identificare gli “imprenditori della paura” a ciò stipendiati a tempo pieno? È la stessa Schlein a ricordare che la modifica del testo del suddetto regolamento è stata approvata (dai due terzi dell’Europarlamento, ottobre 2017) con l’astenzione dei rappresentanti della Lega e il voto contrario di quelli dei “5 stelle”.
    Ma l’indecenza non finisce qui: “”La Lega non ha mai partecipato a nessuna delle 22 riunioni del negoziato che abbiamo svolto, nel corso di 2 anni, sulla riforma di Dublino”.
    Così ha commentato su Facebook, Elly Schlein, concludendo “A voi il giudizio”.
    Ma il “giudizio” non è facile esercitarlo se queste notizie non si conoscono perché non filtrano a sufficienza dai media s-partiticizzati. Quindi diffondiamone la conoscenza perché alle prossime elezioni europee i suddetti arruffapopoli non vengano eletti: togliamo loro gli scranni immeritati e i (lauti) stipendi. Finiranno, così, i danni che provocano ma anche la loro “pàcchia”, proprio quella che hanno la sfrontatezza di attribuire ai migranti (5). Auspico, infine, che le suddette pacchianate politiche trovino meno spazio negli “strilli” della stampa che, con il citarle “ a titoli cubitali”, se ne rende implicitamente complice.

    (1) https://www.tempi.it/blog/divorzio-referendum-profezia-fanfani#.WyPMSqczbIU
    (2) http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f56f3fe3-3d73-4192-8b3c-beaf7353d195.html
    (3) https://www.youtube.com/watch?v=uVaa84WhB-U
    (4) http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2018/06/14/lega-assente-riunioni-riforma-dublino_9ZUlpyxmGRr2MSkw6Z9aBI.html
    (5) http://www.lastampa.it/2018/06/03/italia/salvini-finita-la-pacchia-per-i-clandestini-preparatevi-a-fare-le-valige-fzAQgZ1XoOwyfFCDy1oj2N/pagina.html

  • gian marco martignoni

    Considerazioni più che condivisibili quelle di Angelo, sennonchè vi scrivo dalla provincia di Varese, segnalandovi che sulla pagina delle lettere del quotidiano “La Prealpina” il tenore delle lettere dei fascio-leghisti – che di tanto in tanto tento di contrastare, beccandomi l’accusa di “essere un ideologo dell’immigrazione ” – è il seguente : “Come espellere mezzo milione di immigrati “. Complice il disarmo, eufemismo, di quella che una volta si chiamava sinistra, l’internazionale della destra – eterodiretta da un tal Bannon – ha individuato nel capro espiatorio del migrante l’elemento fondamentale per accalappiare una marea di consensi, contando sul disorientameno delle classi popolari. Poichè considero strutturalmente di destra i Cinque Stelle, credo che la situazione sia molto preoccupante, dato che anche tra gli intellettuali le opinioni sono assai discordanti, come abbiamo visto in questi giorni sempre su “Il Manifesto “nel botta e risposta tra Alessandro Dal Lago e Carlo Freccero .Sui social e il loro dominio incontrastato rispetto all’annullamento di qualsiasi capacità critica, segnalo a proposito del populismo italiano l’ottimo intervento su “L’Espresso ” del 10 giugno di Massimiliano Panarari “Neoreality sei tutti noi “.

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