L’assalto turco minaccia Kobane

di Rojava Information Center

Aggiornamento al 10 dicembre

– Almeno 31 civili sono stati uccisi nelle ultime 48 ore nell’ambito dell’offensiva militare turca in corso contro la Siria del Nord e dell’Est, sotto il controllo delle forze curde;
– Le milizie sostenute dalla Turchia di Erdogan stanno cercando di avanzare attraverso il fiume Eufrate verso Kobane, città simbolo della resistenza curda in Siria;
– Video documentano esecuzioni sommarie di feriti all’interno di un ospedale, perpetrate dall’Esercito Nazionale Siriano (SNA) sostenuto dalla Turchia, così come altre gravi atrocità;
– La DAANES (Amministrazione Autonoma Democratica della Siria Nordorientale) ha denunciato che le operazioni militari turche e dell’SNA hanno compromesso l’attività della diga di Tishreen, provocando un blackout elettrico su larga scala nell’area dell’Eufrate.

Offensiva congiunta della Turchia e delle SNA contro la Siria del Nord e dell’Est (Kobane e Manbij)

– Le Forze Siriane Democratiche (SDF) e i reporter sul campo segnalano che l’avanzata dell’SNA, supportato da continui bombardamenti aerei turchi, ha raggiunto il ponte di Qereqozak e la strategica diga di Tishreen sull’Eufrate;
– L’avanzata si è momentaneamente arrestata al ponte di Qereqozak, dove le SDF  segnalano combattimenti particolarmente violenti e un numero elevato di vittime;
– Incombe una grave minaccia su Kobane, città del Kurdistan siriano dove ISIS subì la sua
prima sconfitta nel 2014;
– Secondo numerose fonti la Turchia e lo SNA avrebbero preso il controllo di Manbij, città multietnica a prevalenza araba di circa 300.000 abitanti governata, a seguito della sua liberazione da Daesh avvenuta nel 2016, dal Consiglio Civile locale nell’ambito dell’Amministrazione Autonoma Democratica del Nord e dell’Est della Siria (AANES);
– Nelle ultime 24 ore l’SDF ha annunciato l’abbattimento di un secondo drone armato turco;
– John Kirby, portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha dichiarato che gli USA sono in contatto con la Turchia per garantire il ritiro in sicurezza delle SDF presenti a Manbij;
– Il comandante delle SDF, Mazloum Abdi, ha dichiarato l’intenzione di de-escalare il conflitto e ha parlato dell’apertura di un canale di comunicazione con la Turchia, mediato dagli Stati Uniti.

Vittime e impatto delle operazioni militari turche sui civili

– Almeno 31 civili sono stati uccisi nelle ultime 48 ore nell’ambito dell’offensiva militare turca in corso;
– Un attacco di droni turchi nei pressi di Ayn Issa ha causato 12 morti (inclusi 6 bambini);
bombardamenti turchi/SNA sul villaggio di Kun Aftar (Kobane) hanno ucciso 2 bambini; un attacco con drone turco ha ucciso 1 civile e ferito 2 persone nei pressi di Zirgan; un attacco con drone turco ha ferito tre civili nei pressi di Zirgan; un attacco con drone turco ha ucciso 8 civli, tra cui due bambini, nel villaggio di Safia (Ayn Issa); bombardamenti turchi/SNA su Jadah hanno ucciso 2 civili, di cui un bambino, e ne hanno feriti due.
Al momento non si segnalano attacchi, l’ultimo è stato un raid con un drone avvenuto a Mishtenur [collina nel centro di Kobane] due ore fa. Ma la situazione è molto tesa.” – Dipendente di un’ONG, città di Kobane.
– Tre donne appartenenti all’Unione delle donne arabe Zenobia sono state uccise da raid turchi su Manbij;
– I beni di decine di migliaia di curdi residenti a Manbij sono stati saccheggiati, e molti di questi episodi sono documentati in video;
– Gli attacchi turchi/SNA alla diga di Tishreen rischiano di scatenare un disastro umanitario, con “alluvioni su vasta scala, un numero incalcolabile di vittime, la distruzione di centinaia di villaggi e danni ingenti alle infrastrutture e ai beni pubblici e privati”, ha avvertito la DAANES;
– In seguito, DAANES ha riferito che la zona dell’Eufrate sta affrontando ampie interruzioni
di corrente a causa degli attacchi turchi/SNA, che hanno messo fuori servizio la diga di Tishreen.

Crimini commessi dallo SNA

– Riprese video documentano l’esecuzione sommaria con colpi d’arma da fuoco di due feriti allettati – un combattente delle SDF e uno dell’SAA (Esercito Arabo Siriano) – all’interno di
un ospedale di Manbij. A sparare, forze dell’SNA che avevano appena conquistato la struttura;
– L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani segnala “dozzine” di altre esecuzioni sommarie avvenute nell’ospedale;
– Come documentato da filmati, i combattenti e i civili catturati a Manbij vengono interrogati riguardo alla loro identità etnica. Almeno un’altra esecuzione sul campo è stata
ripresa in video;
– Filmati provenienti da altre zone del paese mostrano l’esecuzione sul campo di ex membri dell’SAA, apparentemente eseguite sia da HTS che da altri gruppi armati che partecipano alla rivolta contro Assad; nelle aree controllate da HTS si segnalano ulteriori episodi di violenza contro i civili.

Curdi sfollati e assediati

– La situazione umanitaria rimane critica per i residenti curdi di Shehba e Aleppo, che sono
stati costretti a fuggire nel territorio della DAANES a seguito dell’assalto di SNA, sostenuto
dalla Turchia, a Shehba;
– L’OCHA riporta che 185 scuole a Raqqa, Heseke e Tabqa sono state trasformate in rifugi per gli sfollati interni, interrompendo così l’anno scolastico di circa 185.000 studenti;
– Nel frattempo 4.500 famiglie hanno lasciato Tabqa e sono state distribuite in 23 centri di prima assistenza del cantone Jazira (nord-est della Siria);
– Il Violations Documentation Center ha documentato l’arresto di 15 residenti di Shehba, rientrati ad Afrin dopo l’offensiva delle SNA sulla regione. Dal momento dell’arresto il loro
destino rimane sconosciuto;
– L’OCHA segnala un deterioramento della sicurezza alimentare nel nord-est della Siria a causa dell’afflusso massiccio di sfollati. Molte famiglie stanno affrontando gravi difficoltà nell’accesso al cibo, con un conseguente aumento della loro vulnerabilità;
– La situazione per oltre 100.000 civili curdi, circondati da HTS nella città di Aleppo, resta stabile ma tesa. Il comandante delle SDF, Mazloum Abdi, ha confermato che sono in corso colloqui tra HTS e SDF/DAANES.

Attacchi aerei israeliani e turchi

– Nella notte del 9 dicembre la città di Qamishlo è stata colpita da una serie di raid aerei, attribuiti a Israele. I bersagli principali sono stati depositi di munizioni e strutture militari
dell’esercito siriano (SAA), all’interno di un’offensiva aerea israeliana che ha interessato più di 300 obiettivi in tutta la Siria;
– Secondo i servizi di intelligence turchi, che hanno diffuso filmati degli attacchi, Israele sarebbe responsabile di almeno una parte dei raid aerei che hanno colpito Qamishlo.

DICHIARAZIONE DELLA MEZZALUNA ROSSA CURDA DEL ROJAVA 12/12/24

In questo momento di transizione che interessa tutto il territorio siriano, per due settimane la città e la regione di Manbij sono state teatro di duri scontri tra le Forze Democratiche Siriane (SDF) e l’Esercito Nazionale Siriano (SNA), culminati con il ritiro delle SDF. Tuttavia, l’insediamento delle fazioni dell’SNA, appoggiate dalla Turchia di Erdogan, ha dato luogo ad attacchi mirati contro proprietà pubbliche e civili che avevano contribuito al benessere della comunità durante il periodo di controllo delle SDF.
Il 10 dicembre, nel corso degli scontri tra SDF e SNA, un nostro volontario, autista di un’ambulanza, stava trasportando un ferito verso Kobane. Durante il tragitto, il veicolo è stato colpito da un drone, in palese violazione dei trattati e delle convenzioni internazionali. Purtroppo l’attacco ha provocato la morte del nostro collega; il paziente e i due paramedici a bordo hanno riportato gravi ferite.
Con l’instaurarsi del controllo dello SNA sulla città, gran parte delle infrastrutture di servizio a Manbij e nelle aree rurali circostanti sono state devastate da saccheggi e atti di vandalismo. Tra le strutture colpite figurano sei centri medici supportati da organizzazioni umanitarie internazionali e tre centri gestiti dalla Mezzaluna Rossa Curda.
Questi ultimi, gestiti da équipe mediche locali, offrivano servizi sanitari indispensabili alla popolazione di Manbij e delle comunità limitrofe. Ogni centro medico della Mezzaluna Rossa Curda garantiva cure e servizi sanitari a circa 5.000 persone ogni mese.
L’ospedale Centrale di Manbij (Ospedale Al-Furat) è stato inoltre saccheggiato e sono state rubate quattro ambulanze destinate ad attività ospedaliere.
Queste gravi violazioni contravvengono ai principi etici, umanitari e alle convenzioni internazionali, infliggendo danni enormi alle comunità nel nord della Siria. Esortiamo le organizzazioni internazionali a intervenire per fermare le aggressioni e porre fine agli attacchi sistematici contro le infrastrutture e le strutture di servizio che non sono coinvolte nei conflitti militari.

Fonte: Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia.
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alexik

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