C’è un lato oscuro dell’Illuminismo?

Alcune dicerie sulla setta segreta – ma non troppo – degli «Illuminati di Baviera»

di Fabrizio («Astrofilosofo») Melodia

«L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a sé stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a sé stesso è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell’illuminismo. Sennonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: — Non ragionate! — L’ufficiale dice: — Non ragionate, ma fate esercitazioni militari. — L’impiegato di finanza: — Non ragionate, ma pagate! — L’uomo di chiesa: — Non ragionate, ma credete!»: così Immanuel Kant in «Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?» (in originale “Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung?”, 5 dicembre 1783).

Intenti nobili, quelli dell’Illuminismo, persino grandiosi, come affermava uno dei maggiori araldi di questo movimento di pensiero e azione, doveva segnare l’uscita dell’uomo dagli abissi del sonno dogmatico, la libertà dalle catene ecclesiastiche fino a quel momento imposte e l’avvento della Democrazia e dell’Etica universalmente condivise.

Era un vero e proprio risveglio, non solo spirituale. Non era dunque una nuova religione, non doveva costituire un conflitto di divinità e di credenti, come accadde con l’antica religione romana e il cristianesimo, risolto alla fine nel sangue e nell’adozione del cristianesimo come religione di Stato da parte dell’imperatore Teodosio.

I tempi erano maturi a un progresso dell’umanità intera, il Terzo Stato e il proletariato avevano più volte dimostrato con i fatti di voler uscire dalla sudditanza supina al monarca assoluto, che mai come in Luigi XVI di Borbone aveva trovato un inetto rappresentante.

Fatto sta che l’Illuminismo subì pensanti reprimende e messe al bando, gli ecclesiastici fecero di tutto per denigrare se non addirittura eliminare questa nuova “religione” che non aveva divinità se non appunto la Ragione medesima.

Gli Illuministi non si arresero e Kant raccolse degnamente questi afflati, traducendoli nel più alto connubio teorico-pratico che permise di comprendere come l’essere umano potesse tranquillamente affidarsi alla Ragione messa davanti al tribunale di se stessa e non più al giudizio di Dio, il quale rendeva altresì possibile il mondo fenomenico, in quanto garante come incondizionato della materia che appariva.

Tempi maturi ma per altro terribilmente irrequieti: l’antico potere stentava a mettersi da parte e anche fra gli intellettuali non sempre vi era condivisione.

Tanti fermenti e malcontenti – sfociati poi il 14 luglio del 1789 con la presa della Bastiglia – trovarono presto una via di sfogo.

Le idee che gli uomini siano tutti fratelli e uguali tra loro aveva fatto breccia dal basso. L’Illuminismo fu a ragione considerato come un movimento di pensiero, una filosofia, che proveniva finalmente dal basso, una condivisione di valori, visioni e pensieri pratici non più appannaggio di una ristretta cerchia di intellettuali alfabetizzati, come purtroppo si era concretizzata la cultura italiana fin dai tempi di Dante Alighieri e Giovanni Boccaccio.

Finalmente la cultura veniva dai lavoratori, dal Terzo Stato, dal proletariato, come sarebbe stato chiamato dopo da più parti. La guerra santa dei pezzenti, come canta Francesco Guccini.

La Massoneria, portatrice di questi ideali, era nata fra i muratori, in Italia: ebbe come braccio armato proprio gli sfortunati quanto segretissimi Carbonari, i quali non compresero appieno come la Rivoluzione dovesse venire dal basso e non semplicemente da un pugno di nobili valorosi. Oggi invece la Massoneria annovera tristi personaggi.

In Italia dunque si è formata una specie di ombra pesante – presente in buona parte della storia recente – e determinata a riportarci sotto il Fascio Littorio.

Proprio di questi tempi – per bocca di un autore considerato da molti scomodo e da altri un semplice scribacchino tanto bravo a rubare di qua e di là – assurgono di nuovo gli antichi fantasmi che avevano scatenato gli strali di coloro che furono avversi alla Rivoluzione Francese. Infatti nel romanzo «Angeli e Demoni», lo scrittore Dan Brown riporta alla luce l’antica setta segreta degli “Illuminati di Baviera”, presentandoli come la quintessenza del male e l’incubo peggiore per la Chiesa cattolica, che si era ritrovata nella finzione letteraria con un papa deceduto in circostanze non chiare.

Libro profetico, data la situazione moderna? Forse, ma più che altro è interessante analizzare il concetto di dietrologia, tanto caro a Machiavelli e di cui anche Kant accenna nello scritto «La pace perpetua» parlando delle “arti oscure”, ovvero di un Governo Ombra che vorrebbe decidere le sorti del mondo. In questo caso, gli Illuminati di Baviera punterebbero al disordine sociale e al sovvertimento dei valori comuni.

Tutto cominciò quando – proprio poco dopo lo scoppio della Rivoluzione Francese – un fantasioso ecclesiastico di nome Augustin de Barruel pubblicò un’opera in ben cinque volumi in cui attribuiva agli “Illuminati di Baviera” non solo la responsabilità in prima persona della disastrosa rivoluzione, ma anche di tutti i complotti contro il potere e contro la Chiesa a partire dalle eresie del terzo secolo dopo Cristo, discusse durante il famigerato Concilio di Nicea.

La setta segreta degli “Illuminati di Baviera” era descritta antica come l’uomo e sorta con il preciso compito di abbattere ogni forma di potere costituito. Ecco dunque all’opera ciò che viene chiamato dagli esperti un tipico caso di “iperstizione”, ovvero del fenomeno in virtù del quale semplici leggende vengono tramutate in fatti realmente accaduti e di come da più parti vengano “prodotte” prove della loro esistenza.

Un caso emblematico fu il famigerato libro «Necronomicon», una semplice invenzione dello scrittore americano H. P. Lovecraft, fatto “rinascere” dall’opera degli appassionati, i quali crearono edizioni concrete del grimorio, completo di incantesimi per l’evocazione dei mostri e di tutta una serie di edizioni bibliografiche antiche, volte a rendere concreto il cammino filologico dell’opera.

Stessa sorte toccò agli “Illuminati di Baviera”,ottimo capro espiatorio per demonizzare le idee rivoluzionarie dell’Illuminismo e del popolo.

In qualunque momento della Storia, demagogia e paura formano un miscuglio esplosivo dieci volte più potente di una deflagrazione atomica e dei danni causati dal decadimento radiottivo.

Nel 1924 – dunque più di un secolo dopo – fu dato alle stampe il più diffuso testo contro la setta, scritto da Nesta Webster e intitolato «Secret Societies and Subversive Movements» (Società segrete e movimenti sovversivi) tuttora ristampato.

Secondo l’autrice, gli Illuminati si sarebbero diffusi in tutto il mondo fin dai tempi più antichi, inserendosi in tutti i possibili posti di potere con l’intento di attuare pratiche “sovversive”.

Oltre alla Rivoluzione Francese, avrebbero organizzato la Rivoluzione Americana contro gli inglesi: come prova di tale affermazione viene fatta notare la piramide con l’occhio del Gran Sigillo degli Stati Uniti, presente in tutte le banconote in attuale corso. Essa simboleggerebbe la presenza concreta della Setta degli Illuminati.

Inoltre sarebbero responsabili della Rivoluzione Sovietica, favorendo la perniciosa e mai abbastanza perseguitata diffusione del “Comunismo”, considerato appunto dall’autrice, come dalla maggior parte degli anglosassoni, il ricettacolo di ogni male. Come mai se gli Illuminati avevano operato per la Rivoluzione Americana, dopo avrebbero fatto perseguitare una loro opera? L’autrice non se lo domanda.

Quanto c’è di vero in tutto questo e quali prove sono state portate?

Dati storici e verificabili alla mano, la società segreta degli “Illuminati di Baviera” sarebbe sorta a Ingolstadt, in Germania, nel 1776 a opera dell’avvocato Adam Weishaupt. Si caratterizzò per essere una setta a base etico-religiosa che si poneva come obiettivo di migliorare l’umanità grazie alla “religione naturale” e all’istituzione di un ordinamento sociale basato sui diritti dell’uomo. Weishaupt raccolse un esile gruppo di compagni di avventura presso l’Università di Ingolstadt, dove la setta prese corpo, con regole e rituali ben precisi. Dovevano superare un severo rituale di iniziazione, molto simile a quello massonico, dovevano utilizzare parole di passo e venivano battezzati con nomi simbolici.

Weishaupt era Spartaco; il Barone Von Knigge, suo braccio destro, era Philo.

Ma presto Spartaco si rese conto che il gruppo, pur godendo di una certa influenza, non aveva i mezzi per realizzare il suo idealistico progetto e così si unirono alla Loggia massonica Teodoro del Buon Consiglio di Monaco, che annoverava fra i suoi accoliti molti pensatori dalle idee progressiste.

Purtroppo non andò bene, infatti sia i Massoni che gli Illuminati furono messi al bando tanto dalla Chiesa, che ne temeva il manifesto anticlericalismo, tanto dai regnanti che ne temevano le idee rivoluzionarie.

Fu così che nel 1785 il principe di Baviera li dichiarò fuorilegge e Waishaupt, come molti dei suoi, se ne andò via a gambe levate dalla Germania.

Non era ancora finita per gli “Illuminati di Baviera”: infatti, nel 1987, un sacerdote chiamato Cosandey, vecchio adepto di Weishaupt, descrisse riti orgiastici e perversi compiuti insieme ai Massoni, cosicché anche Pio VII emise una bolla che condannava tutte le Società Segrete, punendo severamente chi si fosse macchiato di appartenere agli “Illuminati di Baviera” persino con la decapitazione.

Dopo essere rimasto nell’ombra per un po’ di anni, Weishaupt rientrò dall’esilio volontario e morì dimenticato da tutti nel 1830.

Nel 1896 si tentò una rifondazione, ma ebbe una vita davvero breve e il tutto terminò così.

Ma come in tutti i casi di caccia alle streghe, il nemico è stato ingigantito e massificato.

Nesta Webster portava come prova principale dell’esistenza della Setta, il fatto che Adam Weishaupt fondò gli “Illuminati” il 1 Maggio 1776. Guarda caso, la Festa dei Lavoratori viene celebrata proprio in quella data, dunque i comunisti sono gli Illuminati sotto mentite spoglie. Spendo un sorriso per l’autrice (non so quanto in buona fede) rammentando che la festa di tutti i lavoratori, non solo comunisti, si festeggia in ricordo di una manifestazione operaia conclusasi tragicamente a Chicago il 1 maggio 1886.

Vorrei accennare ad altre sette simili. Fra il Medioevo e l’età moderna si sono a vario titolo autodefiniti “illuminati” i Confratelli dello Spirito Libero, i Rosacroce, gli Alumbrados, gli Illuminés, i Martinisti, i Palladisti. Dall’Ottocento in poi, specialmente in ambito di teorie complottiste, il termine “Illuminati” è stato associato generalmente ai seguaci di società segrete di ispirazione occulta e/o mondialista, indipendentemente dal fatto che fossero effettivamente correlate all’Ordine degli Illuminati: “Skull & Bones”, “Round Table group”, “Pilgrim Society”, “Fabian Society”, “Royal Institute of International Affairs”, “Council on Foreign Relations, e ancora fino a Bohemian Club, Bilderberg, la Commissione Trilaterale, il Club di Roma, la Carnegie Foundation, la Fondazione Rockefeller … mescolando di tutto.

Inoltre vale ricordare la diffusione del mito “illuminato” nel mondo della musica e dei videogames a larga diffusione.

Jordan Maxwell nel libro «Matrix of power» parla dell’ordine degli Illuminati come il Nuovo Ordine Mondiale che si è instaurato a nostra totale insaputa. Un ordine degli Illuminati non corrispondente con quello storico, rappresentato come una società segreta il cui fine è la distruzione totale della Chiesa cattolica, è descritto nel già citato romanzo «Angeli e demoni» di Dan Brown. L’ordine degli Illuminati compare in molti libri di David Icke e nel DVD «Libertà o Fascismo» ma anche nella “trilogia degli Illuminati” di Robert Anton Wilson e Robert Shea.

Illuminati” è infine il nome dato a una sorta di congrega massonica all’interno dell’universo immaginario della Marvel Comics. Composta da Freccia Nera, Dottor Strange, Iron Man, Mister Fantastic, Namor e Professor X, è stata fondata con l’intento di decidere occultamente, dietro le quinte, su alcune questioni di particolare importanza per la comunità supereroica e le sue relazioni con il consorzio umano.

Un altro ordine di fantasia chiamato “Illuminati” appare nel film, ispirato ad un famoso videogioco, «Lara Croft: Tomb Raider», con Angelina Jolie.

Nella serie animata Gargoyles, “Illuminati” è il nome di un’organizzazione segreta che vede le proprie radici nel Medioevo e giunge fino all’epoca moderna in parte opponendosi e in parte aiutando i protagonisti del cartoon.

Per quanto riguarda il mondo della musica, “ILLUMINATI” è una canzone del 1998 della band giapponese MALICE MIZER mentre «Illuminati» è una canzone del 2002 della band canadese Kataklysm, contenuta nell’album «Shadows and Dust».

Nell’ambito dell’attività ludica, “Illuminati” è un gioco da tavolo della Steve Jackson Games, che per inciso, l’autore della presente nota annovera fra i suoi giochi di ruolo insieme al altri di tematica simile, in cui ogni partecipante gioca il ruolo di un particolare gruppo di Illuminati con lo scopo di dominare il mondo. “Illuminati New World Order” è un gioco di carte collezionabili, sempre della Steve Jackson Games e derivato dal precedente, di cui l’autore del suddetto articolo non è mai entrato in possesso con sommo rammarico e leggera malinconia.

Ritornando alla musica, nell’album «No World Order» del gruppo metal Gamma Ray, il gruppo cita gli Illuminati e il nuovo ordine mondiale.

Nell’ambito dei videogames, la setta può annoverare nomi eccellenti.

Gli Illuminati sono la setta che da anni segretamente controlla gli avvenimenti nel mondo, e cui appartiene Gill, il boss finale nella famosa serie del picchiaduro «Street Fighter III». Gli Illuminati appaiono come una setta ancora potente nei videogiochi «Deus Ex» e «Deus Ex: Human Revolution».

Nel bellissimo «Mass Effect» – arrivato a una nuova ed esplosiva versione poco tempo addietro – Illuminati è un nome con cui vengono chiamati i Prothean, una razza aliena estinta puramente fantastica a cui viene conferito il merito di aver creato, tra le altre cose, i “portali galattici” che permettono lo spostamento rapido da un sistema solare all’altro. Anche all’estensore della nota piace saltare da un mondo all’altro ed eccoci di nuovo nel mondo della musica: «Order of the Illuminati» è un album speed metal del 2003 del gruppo americano Agent Steel.

Invece nell’album «The Don Killuminati: The 7 Day Theory» di Tupac Shakur, quest’ultimo denuncia il potere degli Illuminati e della società corrotta. L’ennesimo buon tempone o uso sapiente della metafora? «Illuminati» è il titolo di una canzone del deejay britannico Fatboy Slim come pure di una del cantante reggae Babaman.

Nei testi di alcune canzoni scritte da Matthew J. Bellamy, front-man del gruppo rock britannico Muse, spesso troviamo riferimenti agli Illuminati: infatti ai concerti, eseguendo «Uprising» – canzone esplicitamente dedicata alla rivolta contro coloro che governano il mondo – Matt riproduce il triangolo degli Illuminati con le dita. Nella scenografia dei concerti si trovano spesso simboli degli “Illuminati”. Nel video «S&M» di Rihanna appare due volte la frase «Princessof the illuminati». Il singolo risulta essere il quinto più venduto negli Stati Uniti nella prima parte del 2011, con 2.734.000 di copie. Nel video «Die Young» di Ke$ha si trovano molte immagini di illuminismo come la croce rovesciata, il triangolo con un occhio, la stella a sei punte, ecc.

Per concludere questa rassegna, nel videogioco «Call of Duty: Black Ops» il protagonista della “modalità zombie”, Edward Richtofen, è un Illuminato.

Perso ogni collegamento con la realtà storica, il mito degli “Illuminati di Baviera” vola sulle ali della fantasia, ormai sorto a rango di archetipo collettivo di tutti i complotti e dietrologie mondiali e locali.

Un altro modo per parlare di ciò che ci spaventa di più.

Postilla. L’autore ringrazia per la pazienza e per la stoicità di averlo seguito in questo lungo viaggio, che non si sarebbe realizzato senza il fondamentale supporto della Rete e dell’incoraggiamento di Alessia Marani, da cui è partita l’idea degli Illuminati. Inoltre devo ringraziare la biblioteca Marciana di Venezia e la rete di biblioteche civiche del Comune di Padova, per aver fornito direttamente i seguenti testi bibliografici di riferimento.

  • René Le Forestier, Les illuminés de Bavière et la Franc-maçonnerie allemande, 1914, tesi di dottorato, riedita (in francese) nel 2001 dalle Edizioni Archè, Milano
  • Adam Weishaupt, A Picture of the Illuminati, 1786
  • Adam Weishaupt, A Complete History of the Persecutions of the Illuminati in Bavaria, 1786
  • Adam Weishaupt, An Apology for the Illuminati, 1787
  • Adam Weishaupt, An Improved System of the Illuminati, 1787
  • Augustin Barruel, Mémoíres pour servir à l’histoire du Jacobinisme, 1798
  • Augustin Barruel, Gli Illuminati di Baviera, Oscar Mondadori, Milano 2004 – ISBN 88-04-53804-X
Studi storici
  • Luca Bianchini, Anna Trombetta, Goethe, Mozart e Mayr, fratelli illuminati, Arché, Milano 2001 – ISBN 88-7252-230-7
  • Henry Delasuss, Guerra alla civiltà Cristiana
  • Nesta H. Webster, World Revolution, 1921
  • Mario Arturo Iannaccone, Storia segreta – Adam Weishaupt e gli Illuminati, Sugarco, 2005.
  • Carlo Francovich, Storia della massoneria in Italia: dalle origini alla rivoluzione Francese, Firenze: La Nuova Italia, 1975
  • Massimo Introvigne, Gli Illuminati e il Priorato di Sion, Casale Monferrato: Piemme 2005.
Redazione
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