Lavoravano 10 ore al giorno per 100 euro al mese. Il caporalato nel siracusano

redazione Diogene

Un’operazione anti caporalato nel siracusano ha portato alla scoperta di un sistema di sfruttamento del lavoro da parte di una società di Francofonte, nel siracusano. L’operazione dei carabinieri si è sviluppata nell’arco di 9 mesi, e ha portato a 24 indagati. Otto di loro, due titolari d’azienda e sei “caporali”, sono stati ritenuti responsabili di caporalato ai danni di 27 lavoratori.

Nelle abitazioni dei lavoratori in nero sono state trovate attrezzature, pinze, spray di vernice, quaderni e agendine che riportavano scrupolosamente i turni di lavoro giornaliero, anche festivo e notturno, per non meno di 10 ore al giorno, a fronte di una paga mensile tra i 100 e 200 euro al mese.

Al centro dello sfruttamento era una società di Francofonte che esternalizzava le proprie attività attraverso sei “caporali” a cui venivano consegnati sacchi contenenti vari oggetti da assemblare, in prevalenza pezzi di componentistica in plastica per sistemi di irrigazione. La società doveva reperire la forza lavoro a basso costo a cui affidare l’assemblamento dei componenti.

Il lavoro nero si svolgeva in prevalenza nell’abitazione degli sfruttati, senza alcun requisito di sicurezza. A interessare i carabinieri sono stati i grossi pacchi che entravano e uscivano dalla società sotto inchiesta. Per i lavoratori non erano previste differenza tra giorni feriali e festivi e il lavoro veniva svolto anche con turni di notte.

Il fenomeno del caporalato nel siracusano è noto alle autorità che hanno tentato di porre qualche argine al suo dilagare. Nella zona è attivo il programma governativo Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate), finanziato nell’ambito dei fondi della Commissione Europea.

L’Assessorato al Lavoro della Regione, attraverso l’Ufficio speciale immigrazione, ha anche attivato un servizio di gestione dell’ostello dei lavoratori stranieri nel campo d’accoglienza di Cassibile. Il servizio anti-caporalato prevede la presenza di un’equipe di operatori sociali dedicata all’orientamento ai servizi, distribuzione dei pasti e colazione. Attualmente sono circa cento i lavoratori stranieri accolti.

A Ortigia invece è attivo il Polo sociale integrato di Siracusa “Comune dei popoli”. Il servizio, nato in co-progettazione tra l’Ufficio speciale Immigrazione, il Comune, Cpia, Oxfam Italia Intercultura, Arci Siracusa, Accogli Rete e la Fondazione Siamo Mediterraneo, ha lo scopo di orientare i cittadini stranieri ai servizi presenti nel territorio.

E’ evidente che non basta. Nonostante la legge 199/2016 per contrastare il caporalato, nel settore agricolo, in particolare nelle campagne tra Avola e Siracusa, il fenomeno del lavoro nero regna incontrastato. In alcuni casi, ha denunciato la Flai Cgil di Siracusa, diventa addirittura impossibile risalire ai datori di lavoro.

articolo in origine pubblicato su https://diogeneonline.info/lavoravano-10-ore-al-giorno-per-100-euro-al-mese-il-caporalato-nel-siracusano/

ciuoti

Un commento

  • Gian Marco Martignoni

    Giustamente la redazione di Diogene fa riferimento all’importante legge 199/2016, che però non è di facile applicazione su tutto il territorio nazionale ( si pensi a quanto è avvenuto nel Lazio o in Piemonte, solo per fare due esempi ), ed in particolare nelle regioni ove la presenza mafiosa è radicata storicamente. Rileggendo un un paio di settimane fa una biografia dedicata a Giuseppe Di Vittorio, ho pensato che a distanza di cent’anni il lavoro para-schiavistico è ancora diffuso oltre l’immaginabile, nel mentre Matteo Salvini blatera da Lampedusa ossessivamente contro i migranti .

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