«Lavori umani» e «Sul tram»

Due neuropoesie di Pabuda

Il meglio (FORSE) del blog-bottega /313…. andando a ritroso nel tempo (*)

uno,

se non se li fa

raccontare,

quanto son complicati

i lavori degli altri,

manco se lo può immaginare.

così,

ho preso l’abitudine

di far domande in giro:

un po’, senza esagerare:

tanto per farmi

un’idea approssimativa.

ho scoperto cose interessanti

e molto varie:

i lavori son diversi, son tanti:

oggi, per dire,

ho saputo quanto pane si inforna

per accontentare tutti

senza avanzarne,

m’han spiegato pure com’è che si tende

quel cavo

quando lo infilano

nel tubo buio sotto l’asfalto perforato,

poco prima il meccanico giù all’angolo

tre o quattro cassette di bulloni diversi

m’aveva mostrato!

di sua iniziativa l’ha fatto: io, a bocca aperta,

senza fiatare, rimiravo.

ieri il veterinario – a grandi linee –

m’ha illustrato le patologie

che fanno così simili l’alano

e il barboncino nano.

sul bus, una volta, una tipa insospettabile,

stuzzicata in maniera appropriata,

m’ha svelato

qualche incomprensibile segreto

degli acceleratori di particelle.

penso

che andrò avanti,

a far domande in giro,

finché mi funzionerà l’udito

per ascoltare le storie delle varie

attività: prima d’abbandonarla

vorrei farmi un’idea mia dell’umanità:

una per una.

ieri, verso mezzogiorno,

per festeggiare la prima botta

di caldo regolare dell’annata

ho fatto una specie

d’amicizia

sul tram con una tizia:

in quattro e quattr’otto

abbiamo trovato

esattamente otto

(non nove, non sette)

interessantissimi argomenti

intorno ai quali conversare

senza mai trovare

un punto fermo

per smetterla di chiacchierare.

qui riporto un campionario ridotto

di argomenti scelti a caso tra gli otto:

abbiamo analizzato il tema controverso

del colore violetto chiaro

dello smalto per le unghie dei piedi.

mostrandomi tutta divertita

le sue dieci dita

fare marameo

dai minimi sandali neri,

m’ha convinto in via definitiva

che quel tocco di tinta

proprio agli estremi

delle estremità

la rendeva più simpatica.

molto meno liscia è andata

quando lei s’è imbarcata

nel disperato tentativo di persuadermi

della sopportabilità della musica lirica.

inevitabilmente,

dai soprani e dai baritoni

abbiamo all’unisono

sterzato

su temi più futili:

il vecchio-nuovo governo,

il capitalismo senile

e l’incerta situazione tragicomica

della chiesa cattolica,

compresa l’odiosa moda laica

di parlar bene del nuovo

boss apostolico,

lo stregone romano vestito di bianco

(*) IL NOSTRO “MEGLIO”

Anche quest’agosto la “bottega” recupera – nel pieno dell’estate – alcuni vecchi articoli che a rileggerli, anni dopo, ci sembrano interessanti. Il motivo? Un po’ perché 22 mila articoli (appena superati) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché d’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda (ma un po’ alla volta siamo arrivati al 2014) valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto ritrovare semi, ponti, ornitorinchi (cioè stranezze eppur vere), pensieri perduti; ove possibile accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente. Con le firme più varie, con stili assai differenti e con quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza il nostro blog-bottega. Al solito con l’inizio di settembre terminiamo questo (forse) “meglio”. Per rivederci presumibilmente la prossima estate. O magari a dicembre per farvi in/soliti regali riciclati. [db]

 

Redazione
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