Lavoro: 160 milioni i bambini sfruttati

di Gianluca Cicinelli

Jonathan McIntosh – Opera propria CC BY 2.0

Principalmente nella fascia d’età tra 5 e 11 anni, sono 160 milioni, sì, milioni, hai letto bene, i bambini sfruttati per il lavoro nel mondo. Lavoro minorile che, anche a causa della pandemia da Covid, è aumentato di 8,4 milioni di bambini negli ultimi 4 anni e gli sforzi per contrastare il fenomeno per la prima volta hanno subito una battuta d’arresto. Ce lo spiega bene il rapporto Child Labour: Global estimates 2020, trends and the road forward, redatto da Unicef e Oil, Organizzazione internazionale del lavoro, dividendo il dato, relativo al 2020, in 63 milioni di ragazze e 97 milioni di ragazzi. Significa senza girarci intorno che il fenomeno riguarda quasi 1 bambino su 10 in tutto il mondo.

Ma il rapporto evidenzia un dato ancora più grave, perchè i progressi globali per porre fine al lavoro minorile si sono fermati per la prima volta in 20 anni. Il numero di bambini di età compresa tra 5 e 17 anni che svolgono lavori pericolosi, definiti come lavori che possono nuocere alla loro salute, sicurezza o morale, è aumentato da 6,5 ​​milioni a 79 milioni dal 2016. Nell’Africa subsahariana crescita demografica, povertà estrema , e misure di protezione sociale inadeguate hanno portato a ulteriori 16,6 milioni di bambini nel lavoro minorile negli ultimi quattro anni. Ulteriori shock economici e chiusure di scuole causate dal covid significano che i bambini che sono già vittime di lavoro minorile potrebbero lavorare più a lungo o in condizioni peggiori, mentre molti altri potrebbero essere costretti alle peggiori forme di lavoro minorile a causa della perdita di posti di lavoro e di reddito tra le famiglie vulnerabili. Il rapporto avverte che a livello globale 9 milioni di bambini in più rischiano di essere spinti al lavoro minorile entro la fine del 2022 a causa della pandemia.

I bambini che lavorano sono a rischio di danni fisici e mentali. Il lavoro minorile compromette l’istruzione dei bambini, limitando i loro diritti e limitando le loro opportunità future, e porta a cicli viziosi intergenerazionali di povertà e lavoro minorile. Il coinvolgimento nel lavoro minorile è maggiore per i ragazzi rispetto alle ragazze a tutte le età. Tra tutti i ragazzi l’11,2% è coinvolto nel lavoro minorile rispetto al 7,8% di tutte le ragazze. In numeri assoluti i ragazzi nel lavoro minorile superano le ragazze di 34 milioni. Quando la definizione di lavoro minorile si espande per includere i lavori domestici per 21 ore o più alla settimana, il divario di genere nella prevalenza tra ragazzi e ragazze di età compresa tra 5 e 14 anni si riduce di quasi la metà.

Il lavoro minorile è molto più comune nelle zone rurali. Ci sono 122,7 milioni di bambini delle zone rurali vittime di lavoro minorile rispetto a 37,3 milioni di bambini delle città. La prevalenza del lavoro minorile nelle aree rurali, il 13,9%, è quasi tre volte superiore a quella nelle aree urbane, 4,7%. La maggior parte del lavoro minorile, sia maschile che femminile, continua a verificarsi in agricoltura. Più del 70% di tutti i bambini coinvolti nel lavoro minorile, 112 milioni di bambini in totale, sono in agricoltura. La maggior parte del lavoro minorile avviene all’interno delle famiglie. Il 72% di tutto il lavoro minorile e l’83% del lavoro minorile tra i bambini dai 5 agli 11 anni avviene all’interno delle famiglie, principalmente nelle fattorie familiari o nelle microimprese familiari.

Il lavoro minorile è spesso associato al fatto che i bambini non vanno a scuola. Un’ampia quota di bambini più piccoli coinvolti nel lavoro minorile è esclusa dalla scuola nonostante rientri nella fascia di età per l’istruzione obbligatoria. Più di un quarto dei bambini dai 5 agli 11 anni e oltre un terzo dei bambini dai 12 ai 14 anni che sono vittime di lavoro minorile non vanno a scuola. E proprio per provare ad arginare il fenomeno l’Unicef e l’Oil chiedono misure adeguate ai governi, a cominciare dagli assegni familiari universali per le famiglie, investendo nella protezione sociale, nello sviluppo agricolo, nei servizi pubblici rurali, nelle infrastrutture e nei mezzi di sostentamento. Gli sforzi vanno intensificati adesso come mai prima, arrivando ad azioni concrete, che rendano meno formale e più significativa la settimana di azione che vedrà Unicef e Oil impegnati da domani – 12 giugno, data della Giornata mondiale contro il lavoro minorile – nella Conferenza Internazionale del Lavoro.

ciuoti

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