Lavoro, salute e diritti in fabbrica

I cambiamenti nel corso dei decenni

di Gianni Marchetto (*)

Negli anni ’60 in Italia le fabbriche in Italia venivano definite “scatole nere”. Nel senso che poco o nulla si sapeva dei processi produttivi, salvo i dati degli infortuni e delle morti da lavoro che l’INAIL denunciava; un morto all’ora, un infortunio al minuto! Mi pare che anche oggi ci si trovi spesso di fronte a delle “scatole nere”. Non solo nel panorama italiano ma anche a livello internazionale: in Europa, negli USA, nell’America Latina, in Cina e altrove. Qual è per esempio la realtà del sindacato in Cina? Quanto conta, cosa fa, come è organizzato?

Cerchiamo di fare un confronto tra le diverse epoche, riferito ai metalmeccanici. Ci accorgeremo che mentre conosciamo bene la situazione delle condizioni dei lavoratori nei decenni passati, sappiamo ben poco di quelle di oggi. Si tratta di una lacuna che deve essere assolutamente colmata.

La prestazione di lavoro negli anni ‘70

Si viene dall’arbitrio più assoluto specie nel rapporto tra i volumi produttivi e gli addetti necessari. E si passa a strumenti di controllo quali il “tabellone” (con su scritto il volume richiesto e gli addetti necessari) in tutti i lavori vincolati. Con, come ulteriore “strumento”, il Delegato di Gruppo Omogeneo eletto su “collegio uninominale” con una scheda bianca, tra tutti i lavoratori (iscritti e non iscritti ai sindacati) revocabile in qualsiasi momento. Ad esempio alla FIAT: da 26 membri di Commissione Interna per lo stabilimento della Mirafiori (54.700 addetti) si passa a circa 800 Delegati + Esperti che formano il Consiglio di Fabbrica. Il “rendimento” è tarato a 133. E le figure che lo garantiscono sono i cronometristi, le tabelle del MTM o del TMC.

Nelle grandi e medie aziende prendono piede i vari “comitati e/o le commissioni”. Nel lavoro vincolato viene conquistato un regime delle pause maggiore che nelle postazioni singole. L’orario di lavoro é di 40 ore settimanali e un suo aumento bisogno della contrattazione, specie con i Consigli di Fabbrica.

Machinist working on machine

 

 

La prestazione di lavoro negli anni ’80 e ‘90

Con la vicenda della “scala mobile” e della rottura tra CGIL CISL e UIL per un decennio (tutti gli anni ’80) i Delegati non si eleggono più. Bisognerà attendere il 1992 per avere di nuovo un “Accordo Interconfederale” che permette la elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), eletti su liste contrapposte alla maniera delle Commissioni Interne del decennio precedente.

Intanto si passa dalle “tecnologie rigide a quelle flessibili” (per esaudire la richiesta di produzioni sempre più personalizzate) e la capacità di contestare e contrattare i volumi produttivi e i relativi organici si fa sempre più flebile.

Siamo nella stagione della cosiddetta “partecipazione” e nelle medie e grandi aziende prendono piede le “Commissioni paritetiche di partecipazione”. Paritetiche significa con la presenza di tecnici dell’azienda.

 

La prestazione di lavoro nel 2020

Oggi si sa che il volume produttivo e i relativi organici sono a discrezione dell’azienda. Chi lo garantisce sono il WCM e l’Ergo UAS. In ogni UTE (Unità Tecnologica Elementare) le aziende hanno introdotto la figura del Team Leader (1 ogni circa 10 addetti). Si tratta di un lavoratore opportunamente preparato che opera in ogni gruppo con gli altri lavoratori e ha il compito di raccogliere le osservazioni (riferite alla produzione) tra tutti gli appartenenti al gruppo, con la possibilità di fare delle brevi riunioni.

Ma qual è il ruolo e lo spazio di contestazione e contrattazione che hanno le attuali RSU?

 

La salute negli anni ‘70

Qui si passa dalla “monetizzazione alla non monetizzazione” (per 26 Lire/ora si vendeva la pelle dei lavoratori in posti a rischio di cancerogeni). Il “modello teorico” (la Dispensa Ambiente di Lavoro) accompagna il “modello d’uso” (il Questionario di Gruppo, in pratica è una intervista collettiva) con il quale si recupera l’esperienza dei lavoratori finalizzata alla costruzione di vertenze per le “bonifiche ambientali”.

Il costo per questi interventi di bonifica risulta essere la maggior spesa, per oltre un decennio, per le aziende interessate.

 

La salute negli anni ’80 e ‘90

I rischi a carattere fisico, chimico e la fatica fisica vengono ridotti di un bel po’ – rimane invece (e in molti casi si accentua) il rischio da lavoro derivante dalla fatica non misurabile: il sovraccarico mentale.

Nel 1996 a seguito di una Direttiva Europea anche l’Italia si dota di un D.Lgs, la 626/’96, che verrà aggiornato nel D.Lgs 81/2008. Così si istituisce l’RLS (il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza). Accanto si istituisce anche lo MC (Medici Competenti) e i RSPP (i Responsabili della Prevenzione e Protezione). Il tutto per redigere il Documento di Valutazione dei Rischi, il DVR). I RLS vanno eletti e/o nominati periodicamente e devono essere presenti in tutte le aziende a prescindere della presenza o meno dei Sindacati.

 

La salute nel 2020

Com’è la situazione oggi? Quali sono i rischi più gravi, i più frequenti e/o diffusi? Ai RLS vengono comunicati i dati (anonimi e collettivi) dell’andamento della salute dei lavoratori? Che bilancio si può fare della presenza dei RLS? In quante aziende vi è la presenza di assicurazioni e/o di welfare aziendale?

 

La professionalità negli anni ‘70

Si passa dalla divisione tra impiegati e operai, all’Inquadramento Unico distribuito in 7 livelli nel CCNL del 1973.

Fino al 3° livello il CCNL parla di “dettagliate indicazioni” che al lavoratore occorre dare. Al 4° livello di “semplici indicazioni”, mentre al 5° livello (e superiori) “si lavora in piena autonomia”.

Nei fatti si sancisce per la maggior parte dei lavoratori (quelli che lavorano nelle produzioni di massa), che sono pagati per lavorare e non pensare.

Mentre alla Olivetti e in parecchie aziende delle Partecipazioni Statali vi è la sperimentazione e la diffusione delle “isole di montaggio” (vedi l’Alfa Romeo). Nel CCNL del 1973 si acquisisce il “Diritto allo studio” (le 150 ore) che permettono a migliaia di lavoratori di conseguire la licenza media e di partecipare a “seminari all’Università”.

 

La professionalità negli anni ’80 e ‘90

Negli anni ’90 accanto alle prime innovazioni vi è pure un cambio nella prestazione e nella professionalità dei lavoratori con la nascita degli addetti ai sistemi di controllo robotizzati.

 

La professionalità nel 2020

Com’è la situazione oggi? A fronte della “flessibilità” dei lavoratori interna all’azienda su diverse postazioni di lavoro? A fronte della presenza e dell’uso dell’informatica in quasi tutti i cicli di lavoro? In quante aziende vi sono delle ore per l’aggiornamento e/o la formazione professionale?

 

Il salario negli anni ‘70

Negli anni ’60 il salario variamente incentivato toccava punte del 30% sul totale, nel decennio degli anni ’70 tale percentuale si riduce a meno del 10%. E tale percentuale è tutta legata alla prestazione, quindi del tutto controllabile dal singolo e dal gruppo.

 

Il salario negli anni ’80 e ‘90

Verso la fine degli anni ’80 in ambito aziendale si introducono i cosiddetti “premi per obiettivo” (sono soldi legati all’andamento delle performance aziendali). Dopo la sconfitta alla FIAT, nell’ottobre dell’80, ogni confederazione ne trae un bilancio diverso e si va verso la manomissione della “scala mobile” e del relativo referendum (perso dai fautori del NO). La “scala mobile” era una “indennità di contingenza” introdotta nel primo dopoguerra per difendere il potere di acquisto dei salari a fronte di una inflazione molto robusta. La quale si era ripresentata nella metà degli anni ’70 e i Sindacati, con Gianni Agnelli (per la Confindustria) vi avevano fatto fronte con il “punto unico” uguale per operai e impiegati.

 

Il salario nel 2020

Com’è la situazione oggi in termini quantitativi e qualitativi di erogazione del salario? Qual è il peso dei cosiddetti eventuali superminimi?

 

I “gradi di libertà” negli anni ‘70

La Legge 300 (Lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori) è la pietra miliare dei diritti dei lavoratori nel nostro paese. Afferma il diritto di assemblea nei luoghi di lavoro per un minimo di 10 ore/anno – il diritto ad avere proprie Rappresentanze Sindacali Aziendali (RSA) – il diritto all’affissione (le bacheche sindacali) – la difesa del proprio posto di lavoro (art. 18) – la difesa delle RSA (art. 38).  É in pratica l’entrata nelle aziende della Costituzione repubblicana.

In tutti i posti di lavoro dove esiste il Delegato nel tempo si costruisce una “coscienza di comunità”, che diventa una “comunità sindacale e politica” nel Consiglio di Fabbrica.

I “gradi di libertà” negli anni ‘80

• Negli anni ’70 sono parecchie le assemblee tenute da singoli Delegati, per tutti gli anni ’90 e seguenti si passa ad assemblee tenute da  Sindacalisti esterni.

I “gradi di libertà” nel 2020

Com’è la situazione oggi?

Il sistema di relazioni sindacali negli anni ‘70

Si va dall’osservatorio paritetico nazionale – osservatori paritetici sull’industria – osservatori paritetici in sede aziendale – formazione professionale – pari opportunità – informazioni in sede aziendale – lavoro a domicilio – istituzioni interne a carattere sociale.

 

Il sistema di relazioni sindacali nel 2020

Com’è la situazione oggi?

 

I diritti sindacali negli anni ‘70

Sono: l’Assemblea – diritto di affissione – locali – permessi per motivi sindacali e cariche elettive – tutela dei componenti delle Rappresentanze Sindacali Aziendali (RSA) – Versamento dei contributi sindacali – affissione del contratto – informazione e consultazione dei lavoratori nelle imprese di dimensione comunitaria.

I diritti sindacali nel 2020

Com’è la situazione oggi?

 

(*) Fonte: Striscia Rossa

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *