Lazhar, Azzurro e altro

Post per tutte/i ma soprattutto per cinefili e/o chi abita a Roma o ci passa spesso.

Sono stato a vedere «Monsieur Lazhar» e vorrei parlarvi (in breve) del film ma anche del luogo veramente magico, il cinema romano Azzurro Scipioni, dove l’ho visto.

E’ un film franco-canadese del 2012, diretto da Philippe Falardeau, che tiene in meraviglioso equilibrio bambini, adulti, le ipocrisie del politicamente corretto, il come crescere, un pezzo di storia algerina, dolori privati e pubblici. Uno dei film, secondo me, più belli degli ultimi anni: molto premiato e visto in tanti Paesi ma poco apprezzato in Italia dal pubblico (ammesso che da noi esista questa entità disgiunta da un mercato sempre più truccato all’origine). Ed è questo – recuperare i film muovi strangolati dalla demenza e arroganza dei distributori/esercenti – uno dei due obiettivi del cinema romano Azzurro Scipioni di Roma che da tempo proietta (e continuerà) «Monsieur Lazhar» in una delle sue due sale, la «Chaplin». L’altro obiettivo storico dell’Azzurro Scipioni è rendere nuovamente visibili su grande schermo – nella sala «Lumiere» – i capolavori (nel senso vero del termine) del cinema. E in questi giorni Silvano Agosti, che anima l’Azzurro Scipioni, distribuisce il programma completo del 2013 cioè tutti i film – con gli orari – che proietterà nel 2013.

«A gennaio già fatto il programma di un anno?» gli chiedo con stupore. E lui: «Sì, è una vita che ci sto dentro, cosa vuoi che sia programmare un anno». Se amate il cinema e abitate a Roma – o ci passate per caso – spero che accogliate l’invito di Agosti: «Abbiamo scelto per voi oltre 300 film. Offritevi un capolavoro a settimana, occorreranno 6 anni per vederli tutti ma alla fine certamente scoprirete che il capolavoro è all’interno di ognuno da voi». Tanti di questi film io li ho visti o rivisti da poco (molti purtroppo in dvd o vhs: non è la stessa cosa) ma di certo se sono a Roma non mi perderò introvabili come «Le mani sulla città» o «Le vacanze di monsieur Hulot», i vecchissimi film di Flaherty, Lang e Murnau, «Hiroshima mon amour», «Giordano Bruno» e per la quinta (ottava? nona?) volta tornerò a vedere «Amanti perduti» o meglio «Les enfants du paradis» (del 1945 eppure non è invecchiato un minuto). Chiudono il libretto – 90 pagine – una serie di preziose riflessioni «per un cinema indipendente e d’autore».

Ma se andate all’Azzurro Scipioni non entrate o uscite di fretta. Guardatevi attorno: strani annunci ovunque; messaggi (alcuni bellissimi) lasciati sulle porte; uno scaffale pieno di sigarette che le persone, convinte a smettere «in nome dell’amore», hanno consegnato a Silvano Agosti; libri e dvd ovunque. Poi c’è (quasi sempre) lui, Agosti: battute pronte e geniali; storie infinite da raccontare anche a chi non ha mai visto prima; il piacere di passare in sala e offrire dolcetti a tutte/i…

Alcune precisazioni importanti: l’ingresso è sempre gratuito per i netturbini (operatori ecologici direbbero gli amanti del parlar presunto corretto). Altre notizie sono su www.silvanoagosti.it ma decisamente meglio se andate a vedere.

Un’altra volta vi racconterò perché il cinema si chiama Azzurro e dove furono comprate le prime poltrone e/o dei film di Agosti (alcuni dei quali secondo me, soprattutto «D’amore si vive», devono assolutamente essere recuperati dalla censura e dall’oblio che hanno impedito a tante/i di vederli). A inizio del libretto-programma 2013 si legge: «Per nessuna ragione vorrei che il cinema Azzurro Scipioni venisse scambiato per una qualsiasi sala cinematografica». Appunto. Non è solo una sala per film, è anche un luogo magico.

 

Redazione
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