Le deportazioni di Renzi

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Dopo Stalin, Mao, Hitler e Pol Pot *, nel suo piccolo, anche Renzi vuole lasciare un segno nella storia delle deportazioni.

Certo non ha la statura di quelli lì, e neanche gli abissi, e però vuole essere ricordato, il nostro Renzie.

La buona scuola è anche questo, qualche migliaio di insegnanti, anche oltre i cinquant’anni, magari con figli, dovranno lasciare casa e famiglia ed emigrare, con costi di tanti tipi (vedi qui), oltre quelli umani.

Intanto, con la fretta dei rivolgimenti rivoluzionari, Bastiglia e Palazzo d’Inverno insegnano, al Muir non sanno bene cosa stanno facendo, nessun dirigente del Miur, quelli periferici a maggior ragione, scommetteranno un euro sulla correttezza di ogni operazione che stanno compiendo, sulla pelle degli insegnanti che diventeranno di ruolo.

E però Renzi e il suo governo sono molto attenti alla famiglia (qui e qui).

Ed è falso che il governo e il parlamento non sono attenti ai bisogni dei lavoratori; davanti alle lamentele dei poveri lavoratori (qui), il governo e il parlamento hanno il coraggio di tornare indietro ammettendo di aver usato troppo rigore (qui e qui).

 

intanto è pronto lo slogan per l’autunno, per Renzi e i suoi potenti vassalli:

 

 

*(qui e qui e qui e qui)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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