Le donne e il minestrone

di Monica Lanfranco

Come sostiene la studiosa nordica Drude Dalherup il problema non è tanto che le donne non votino le donne, quanto che siano gli uomini che non le votano: buone per fare cornicette in tv o le puttane a palazzo come al parlamento, ma non abbastanza per essere prese sul serio dovunque. Il problema profondo dell’Italia è che non è un paese abbastanza laico e sufficientemente colto ( lo era, ma 25 anni di pervasione catodica lo hanno distrutto) da poter esprimere una democrazia laica e democratica compiuta, altrimenti mai un imprenditore rozzo come Berlusconi avrebbe potuto governare così a lungo e con un consenso così vasto. La manifestazione di ieri, la cui grandezza sta soprattutto nell’aver scardinato la logica partitica – sindacale della chiamata generale in un solo luogo, ma finalmente l’aver messo al lavoro le singole città, piccole e grandi, e le loro comunità di donne protagoniste della mobilitazione, ha comunque scosso le coscienze, in modo inedito e inusuale. Anche se il lavoro da fare è lungo e irto di ostacoli, perchè mai prima d’ora il vero programma politico di cambiamento indicato dai movimenti femministi degli anni ruggenti è stato preso in considerazione, e cioè che il personale è politico, la grande e attiva presenza di giovani e di uomini ieri è un prezioso segnale.

Oggi è già quel ‘quando’ invocato dall’appello: è da subito che bisogna chiedere le dimissioni di un governo indegno, che l’opposizione deve compattarsi per dare spazio alla domanda di cambiamento, senza le solite risse tra partitini e chiesine. Oltre all’economia devastata dalla crisi globale l’Italia ha un serio problema locale: ricostruire il proprio tessuto culturale devastato dal sessismo, dalla misoginia e dall’analfabetismo di ritorno che ha purtroppo alimentato i sogni catodici di almeno una generazione.

Questa è una delle emergenze che donne e uomini, come femministe e come attivisti della cultura e della informazione ci tocca adesso fronteggiare. ‘Che vinca la zucca sulla patata’ recava scritto su uno  striscione portato da due ragazze in piazza ieri a Genova. Quello che c’è da fare si potrebbe anche dire, semplicemente, solo così.

a questo link la parola degli uomini in piazza a genova,

http://www.youtube.com/watch?v=SuwWeZGVRJ4

e poi su radiodelledonne gli audio della piazza

www.monicalanfranco.it
www.altradimora.it
www.mareaonline.it
www.radiodelledonne.org
“Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone”
Audre Lorde

UNA BREVISSIMA NOTA…

solo per segnalare che è uscito il nuovo numero della rivista “Marea” intitolato “La nostra globalizzazione” (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

10 commenti

  • Mi dispiace essere NON gentile.

    Sono stufo. Sono anche stufo di questo paese. Ho da preparare 2 esami di certificazione/abilitazione. Mi laureo tra il 26 e il 5. Mi sposto o VI abbandono il 9, questo è ancora da vedersi, se è uno spostamento o un abbandono.

    Il minestrone.

    Siete voi gli esperti della Comunicazione ? Io non lo sono. Immagino, mi sbaglio, che voi lo siate più di me.

    Non voglio bestemmiare, perché non è il mio stile e non mi piace. Si può fare l’ultimo sforzo estremo, raccogliere le pochissime energie che sono rimaste dopo 20 anni, e convocare uno sciopero generale civile e non violento A OLTRANZA ? Di tutto il resto se ne parla, ne parlate dopo. Minestrone, donne, uomini, ciò che volete.

    Lo vogliamo buttare fuori ? Li vogliamo buttare fuori ? È mai possibile che questo paese sia così smidollato e privo di spina dorsale da non essere in grado di organizzare adesso, a giorni, uno sciopero generale a oltranza, fin quando non se ne vanno ? Tutti gli avanguardisti e i militanti, i sindacalisti di base, gli esperti di comunicazione e … DIAMINE. UN >>> M I N I M O <<< di consultazioni, una data, un’ora, e ci si ferma tutti fin quando non se ne vanno.

    E VE LO DEVO DIRE IO CHE NON SONO LENINISTA O COMUNISTA E CHE SONO DISTRUTTO E CHE IL 9 MARZO DEVO RICOMINCIARE DA ZERO !

    SVEGLIA !

  • L’uso dei termini “smidollati” e “privi di spina dorsale”.

    Li rinnego.

    Sostituiteli con “privi del rispetto di sé”.

    Chiarito ?

    Quanto a Napolitano, dato che a parole ha la Repubblica tanto a cuore, sciolga le Camere e si dimetta. È contro la Costituzione ? Lo faccia e si dimetta, della Costituzione ne riparliamo dopo insieme al minestrone etc.

    È rispettata la Costituzione, in Italia ? Ci rendiamo conto della situazione ?

    Quanto alla Lega, sappiano che da 20 anni sostengono la MAFIA. Che sono complici nell’/dell’omicidio di questo Paese.

    E LA SMETTANO DI USARE I FLUSSI MIGRATORI COME SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE.

    Se non si riesce a convocare uno sciopero generale civico a oltranza, IO abbandono. Poi … quando si riflette sul perché alcune persone emigrano piuttosto che rimanere, ricordatevelo. Non sarà uno spostamento, sarà il mio abbandono.

    È questo il momento, NON una manifestazione. UNO SCIOPERO GENERALE A OLTRANZA. È questo il momento.

  • Napolitano era finanziato da Berlusconi quando apparteneva alla corrente “migliorista” del PCI. L’imprenditore lombardo finanziò il gruppo di guastatori che distrusse il PCI dall’interno…
    E’ complice, ed in questo momento si sta barcamenando in difficili equilibrismi per non abdicare troppo spudoratamente ai suoi doveri istituzionali sanciti dalla costituzione. Il poverino è in un momento difficile…
    Sullo sciopero generale sono più che d’accordo…

  • DB, Gino.

    Proposta:

    ci si prendano 3 giorni per contattare il più ampio spettro possibile di persone, la stampa libera rimasta in Italia, usando tutti gli strumenti a disposizione. Non più di 3 giorni. Poi: 7 giorni di manifestazioni giornaliere, dalle 19 alle 20, ogni giorno. Dopo, nella speranza che i mediatori politici si sveglino, sindacati etc., si proclama lo sciopero generale a oltranza.

    Richiesta: elezioni anticipate.

    Detto questo, non so più cosa fare o proporre. La situazione è: il momento È questo. Non tra un mese. Non tra 3 settimane. Adesso. Io però sono solo e distrutto. Non riesco a rispondermi, se sono uno squilibrato, o perché debba io comportarmi in questo modo.

    Da Palermo, buona notte.

  • Si contattino anche gli italiani all’estero, e si trovi in che modo il New York Times, il Guardian, e, forse, la BBC, possano più o meno volontariamente fare da megafono. Non sottovalutare inoltre quanto le istituzioni internazionali possano essere pronte a mollarli. Contattare chiunque e chiedere che possa fare da megafono, aggirando il ciarpame locale — ed uso ciarpame per non scendere nel turpiloquio.

    Buonanotte.

    • Io capisco l’angoscia di Agostino (per inciso: lo conosco bene e davvero sta lasciando Palermo e l’Italia dopo aver tentato, per anni, di NON farlo) che è la mia angoscia e quella di molte/i; chiarisco che, a mio parere, non c’è angoscia vera nei dirigenti della sinistra “perbene” che, dopo esser stati complici e/o zitti, oggi comunque stanno solo lavorando per i loro interessi.
      Angoscia dunque.
      Su codesto blog da tempo ne ho scritto e ho persino tentato di immaginare (sognare?) come poteva accadere, raccontandolo a un nipote che forse verrà: lo si può leggere digitando qui “Prima dell’inverno…”. Quasi tutto giusto, peccato che ho sbagliato Paese, confondendo l’Italia con la Tunisia…
      E ora?
      Agostino ha ragione ma se io, lui e altre/i 5mila, magari ci metto pure i Cobas e Marco Travaglio o il “popolo viola” o chi vi pare, convochiamo uno sciopero generale a oltranza – come sarebbe giusto – PRIMO chi lo sa, POI chi lo organizza?
      E l’angoscia cresce…
      Se ci salveranno i giudici di Milano sarà un BENE per molti versi ma per altri sarà un disastro storico perchè chi invece di “giocare” fa solo il tifo… alla fine atrofizza ogni muscolo e il cervello. (db)

  • Daniele, mesi fa la situazione era differente. E io stesso consideravo il tuo punto di vista non realistico.

    Avevo torto.

    Avevi ragione.

    Hai ragione.

    Adesso la situazione è differente.

    Ma la finestra che abbiamo a disposizione è stretta. Non sarà la stessa tra 3 settimane.
    Quanto accaduto in Egitto è accaduto meno di 10 giorni fa. Diverse istituzioni internazionali si sono esposte, hanno dovuto farlo, hanno avviato un certo tipo di narrativa. Dobbiamo sfruttare questa opportunità.

    Per una volta, però, proverei, e secondo me è cruciale, proverei ad autolimitarci, non è questo secondo me il momento di fare distinzioni di colore, blu, verde, giallo, o “perbene”. La si farà dopo questa distinzione. Proviamo a concentrarci su questo obiettivo, ACCESSIBILE, e proviamo a coinvolgere e convincere tutte e tutti, adesso è possibile, adesso ce la possiamo fare. Ma abbiamo meno di 2 settimane a disposizione, o anche meno.

  • Ago, come ti capisco…

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