«Le guide del tramonto»: tre non-recensioni…

 

aspettando che il romanzo di Clarke torni – a giorni? a ore? – nelle edicole

 

PREMESSA

Da pochi giorni è morto Alvin Toffler: importante e discutibile… Ne riparleremo in “bottega” ma oggi apriamo il Marte-dì con una sua provocazione. «Non possiamo avvalerci di una letteratura del futuro, ma disponiamo di una letteratura sul futuro, consistente non soltanto nelle grandi utopie ma anche nella fantascienza contemporanea. La fantascienza non è tenuta in grande considerazione come esercitazione letteraria, e forse merita questo disprezzo dalla critica. Ma se la consideriamo una sorta di sociologia del futuro, anziché una letteratura, la fantascienza ha un valore immenso come forza per ampliare la mente in vista della creazione dell’abitudine di prevedere il futuro. I nostri figli dovrebbero studiare Arthur C. Clarke, William Tenn, Robert Heinlein, Ray Bradbury..». (ripreso da «Lo choc del futuro», 1972)

Uno dei libri da studiare – ma più sul versante filosofico che sociologico – è secondo me «LE GUIDE DEL TRAMONTO» di Arthur C. Clarke che Urania a luglio riporta in edicola: mi pare un libro che, con pregi e difetti, ha fatto un pezzo di storia della fantascienza, bla-bla, e così 7 giorni fa ho chiesto in bottega se c’era qualcuna/o che aveva voglia/tempo di rileggerlo e scriverne. Mi sono arrivate alcune non risposte più tre – due e mezzo forse – “non recensioni”; eccole. (db)

 


Claud’io parla – in due tempi – della recensione impossibile e improbabile
PRIMO TEMPO

db mi fa l’onore di leggere Mack Reynolds, Clifford Simak, Artur Clarke ecc dalla sua riserva privata e chiosati da lui. Praticamente ti leggi due libri.
Mi raccomando – dice – devi farmi a “Le guide del tramonto” di Clarcke. E sapendomi leggermente tonto mi sottolinea il titolo nella edizione che mi dà, Urania Millemondinverno 1974 con tre titoli. Me ne torno a casa con il malloppo, contento come un maiale nel fango. Ovviamente inizio da uno dei Simak, poi ricordo che non era lui e parto con il Reynods, ma db mi becca in castagna e mi dice che è Clarke.
Cavolo farò in tempo? Sono 237 pagine! Penso che, dopo il primo capitolo, un’idea posso farmela e fare una recensione anche solo su quello. Sono un genio. Poi, mi dico, con calma lo finisco; tanto chi vuoi che se accorga.
Finisco il primo capitolo e mi dico, si bello, anzi molto bello. Posso iniziare la recensione e posso farcela bene.
Col piffero, inizio il secondo capitolo e qui intendo che, altro che genio, sono un cretino… La trama si complica e sto leggendo un capolavoro. Vado avanti e capisco che non posso fare la recensione se non alla fine. Sarei smascherato subito e anche infamato come cialtrone. Per cui decido di farla fino alla pagina a cui sono ora: ore 18:43 del 20 giugno 2016 mancano alla fine 44 pagine. No, ci ripenso e so che solo alla fine potrò dire qualcosa.

Mi salvo in corner e concludo che:

  • è un capolavoro
  • non si può e non si deve raggiungere l’Utopia

Ora invio questa mia a db.

SECONDO TEMPO

Ho terminato il libro. Impossibile farne una recensione. Puoi parlarne solo con persone che l’abbiano già letto, forse …Impressionante. Grazie

db, la aggiungi o la sostituisci alla precedente. Sinceramente, non saprei cosa dire in più o in meno. Se la seconda è meglio della prima è perché avevo fatto la prima. È un romanzo che mi ha segnato. Scenari mai percorsi. Pericolosi da riprendere. Non può esserci un seguito e mi sembra che nessuno abbia mai percorso quelle strade fa lui aperte. Ma ripeto, se ne può solo parlare con chi lo ha già letto.

Clau’DIO il romagnolo volante

db-GuideDelTramonto

Una mia fidata fanta-amica si nega così

Sintetizzo: caro db, molti libri di 50 anni fa quando li apro non riesco a rileggerli, mi perdonerai? La mia risposta è «no». Post scriptum: «ti voglio bene lo stesso ma assai meno, eh-eh». Chiuso il discorso?

I 99 nomi di Clarke sotto la lente di Fabrizio Melodia, professione astrofilosofo

Urania non poteva non riproporlo. «Le guide del tramonto» fu considerato, a fine secolo, il terzo miglior romanzo di fantascienza dopo «La cosa da un altro mondo» di John W. Campbell e «Dune» di Frank Herbert. Opinabile ma interessante.
Nonostante sia stato l’ispiratore con il racconto «La sentinella» del pazzoide regista Stanley Kubrick per il film che-sapete-dunque-che-vi-dico-il-titolo-a-fare, Clarke non gode più di grande considerazione vuoi per le accuse, fondate o meno, di pedofilia, vuoi per il suo stile apparentemente freddo e didascalico, un difetto attribuito anche all’amica doppio collega, cioè scrittore e scienziato, Isaac Asimov.
Ho letto «Le guide del tramonto» solo in questi ultimi tempi. Il romanzo parte in modo avvincente, sembra un’invasione aliena alquanto classica rivelerà tutt’altro. Gli alieni vengono indicati con il nome di “Superni” e devono passare 50 anni prima che rivelino il loro aspetto fisico; ma non posso svelare questo primo colpo di scena e anzi qui mi fermo con la trama. In questo gioiello Arthur Clarke si mostra nella sua forma migliore, con un romanzo a metà strada fra il metafisico e lo psicanalitico, andando ad attingere nientemeno che alle idee di Platone e al mito della caverna, a Feurbach e alle sue tesi sul divino, al Nietzsche della morte di Dio e dell’eterno ritorno dell’uguale, allo psicologo e filosofo Carl Gustav Jung con la teoria degli archetipi e dell’Inconscio Collettivo: fantascienza nel pieno possesso delle sue migliori potenzialità. E senza avere nulla da invidiare a romanzi altrettanto potenti di Philip K. Dick, scritti molto tempo dopo. Suggerisce piuttosto che dire, sino allo spiazzante finale che non risparmia nulla e nessuno. Un classico per passare dal possibile all’impossibile, come amava dire il suo autore.

 

Redazione
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5 commenti

  • Caro Fabrizio Melodia,
    pensi che qualcuno ci abbia capito solo lontanamente quale sia la trama e, sopratutto, il finale dopo la tua pur ottima recensione?
    Mi sa che abbia ragione Clau’DIO il romagnolo volante. Se ne può parlare solo tra chi lo ha letto.

  • Non mi affretterei a dire che Clarke non goda più di tanta considerazione, visto che i suoi romanzi sono i più venduti tra gli ebook di Urania (lascerei perdere anche le accuse di pedofilia, che erano state ampiamente smentite; perché tormentare la memoria di un grande come Clarke solo perché non si ha voglia di verificare?)

    • Infatti, carissimo Silvio, ho messo in luce quanto certe critiche e accuse a Clarke abbiano lasciato il tempo che avevano trovato.
      Sulle classifiche di vendita degli ebook, concordo in pieno, ma è nel cartaceo che Clarke batte tutti. Nel mercato collezionistico è il più ricercato.
      Purtroppo non ho mai potuto leggerlo come avrei voluto e come lui si sarebbe meritato. Ma rimedio con il tempo….

  • Giuliano Spagnul

    “Finalmente adesso ho letto Le guide del tramonto di Arthur C. Clarcke. Quello che volevo fare era scoprire se alcuni particolari ricordassero quelli della mia esperienza del 3-74 e tutto il resto.. In generale no. Tutto quello che posso dire è che la sua storia è compatibile con la mia esperienza; voglio dire, se la mia esperienza fosse così, il suo libro potrebbe nascere da essa; oppure, se il suo libro fosse vero, la mia esperienza potrebbe nascere da esso. E’ quasi un circuito chiuso, ma non del tutto. Eppure è più ravvicinato di qualunque altro sistema, se vogliamo considerarlo tale, e io credo che lo sia: una filosofia mascherata da romanzo… anzi, non mascherata, ma espressa in un romanzo.” da L’Esegesi di Philp K. Dick

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