Le migliori buone notizie sui diritti umani del 2015

di Amnesty International (*)

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Gennaio, Nigeria – Il 7 gennaio la Shell ha accettato di risarcire la comunità di Bodo, nel delta del fiume Niger, devastata dal 2008 da due fuoriuscite di petrolio. Un’azione legale promossa nel 2011 nel Regno Unito dalla comunità di Bodo ha costretto la compagnia petrolifera a una conciliazione extragiudiziale in base alla quale risarcirà 55 milioni di sterline (circa 70 milioni di euro), di cui 35 ripartiti tra 15.600 persone e 20 destinati alla comunità di Bodo.

Febbraio, El Salvador -Carmen Guadalupe Vasquez, una giovane donna che nel 2007, all’età di 18 anni, era stata condannata a 30 anni di carcere perché sospettata di aver abortito illegalmente, è stata scarcerata il 20 febbraio. Un mese prima, il 22 gennaio, a seguito di una campagna di Amnesty International e di altre organizzazioni per i diritti umani, l’Assemblea parlamentare aveva votato in favore della grazia.

Marzo, Suriname – Il 6 marzo l’Assemblea nazionale ha approvato la legge che abolisce la pena capitale. L’ultima esecuzione aveva avuto luogo nel 1982.

Aprile, Iran – Il 2 aprile Ghoncheh Ghavami, condannata il 2 novembre 2014 a un anno di carcere per il reato di «diffusione di propaganda contro il sistema», poi rilasciata su cauzione il 2 novembre 2014, ha ottenuto la commutazione del residuo di condanna in una multa. Ghavami, 25 anni, era stata arrestata il 20 giugno 2014 per aver voluto assistere a una partita di pallavolo maschile.

Maggio, Irlanda – Il 22 maggio l’Irlanda è diventata il 19esimo Paese al mondo e il primo attraverso un referendum ad aver introdotto nella legge l’uguaglianza dei matrimoni a prescindere dall’orientamento sessuale. Un successo storico, cui ha contribuito anche la campagna per il sì di Amnesty International Irlanda.

Giugno, Camerun – Dopo una campagna di Amnesty International, 84 minorenni arrestati alla fine del 2014 all’interno di una scuola coranica con il sospetto che venissero indottrinati da Boko haram, sono stati rilasciati fra il 24 e il 30 giugno.

Luglio, Belize – Il 13 luglio l’ultimo uomo in attesa di esecuzione, Glenford Baptist, nel braccio della morte dal 2000 per omicidio, ha ottenuto la commutazione della condanna da parte della Corte suprema. Il braccio della morte del Paese si è così svuotato.

Agosto, Siria – Mazen Darwish, direttore del «Centro siriano per i media e la libertà d’espressione», è stato rilasciato il 10 agosto. Era stato arrestato, insieme ad altri colleghi, a metà del febbraio 2012 per pretestuose accuse di terrorismo. Amnesty International aveva lanciato una campagna per la loro scarcerazione.

Settembre, Etiopia – Il 16 settembre, dopo 539 giorni di detenzione, una corte federale ha assolto i blogger Natnael Feleke, Atnaf Berhane e Abel Waleba da ogni accusa di terrorismo. Soliyana Gebremichael, un altro blogger in esilio negli Usa, è stato a sua volta assolto.

Ottobre, Stati Uniti d’America – Il 30 ottobre, dopo 13 anni di prigionia nel centro di detenzione di Guantánamo, il cittadino saudita Shaker Hamer è stato rilasciato ed è rientrato nel Regno Unito, dove ha la residenza essendo sposato con una britannica. Era stato arrestato nel 2002 in Afghanistan perché sospettato di far parte di un’organizzazione terrorista ma non era mai stato formalmente accusato né processato. Hamer è la sedicesima persona rilasciata nel 2015 da Guantánamo, dove restano ancora 111 detenuti.

Novembre, Indonesia – Il 19 novembre Filep Karma, attivista per l’indipendenza di Papua, è stato rimesso in libertà dopo aver scontato due terzi della condanna a 15 anni, inflittagli il 26 maggio 2005 per aver sventolato, un anno prima, la bandiera papuana durante una manifestazione pubblica. Amnesty International lo aveva adottato come prigioniero di coscienza e nel 2011 lo aveva segnalato fra i casi della maratona “Write for Rights”, inviandogli oltre 65.000 messaggi di solidarietà.

Dicembre, Messico – Il 2 dicembre Cristel Piña, 25 anni, madre di due figli, è stata rilasciata dopo aver trascorso oltre due anni in carcere. Era stata arrestata nel 2013 e sottoposta a stupro e ad altre torture affinché confessasse di aver realizzato filmati compromettenti a scopo di estorsione, accusa poi rivelatasi falsa. Sempre il 2 dicembre Adrián Vásquez, conducente di autobus e padre di quattro figli, è stato rilasciato dopo aver trascorso oltre tre anni in carcere. L’uomo era stato arrestato nel 2012 e torturato affinché confessasse di essere un importante trafficante di droga, accusa poi rivelatasi falsa.

Roma, 22 dicembre 2015
Per approfondimenti:
Amnesty International Italia – ufficio stampa
06 4490224, 348 6974361, press@amnesty.it

 

 

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