Leggere e scrivere fantascienza / 3

Impariamo a scegliere

di Giulia Abbate (*)

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Se la fantascienza è una letteratura di idee e il fantascientista è una fucina delle stesse, è necessario imparare a scegliere quali idee usare e quali non usare, resistendo all’entusiasmo di mettere tutto e oltre e alla tragica tentazione del “vabbè, a sto punto ci scrivo una saga”.

Vale già dall’inizio, dal momento della creazione della storia e della prima scrittura.
Il nostro
subconscio, timoniere della mente creativa, lavora meglio in presenza di limiti ben definiti. Impara a fissarli al momento della scaletta: scriverai in modo più sicuro, veloce, efficace e ti verranno molte buone idee all’interno dell’ambito scelto. (Ne parlo anche in un manuale di scrittura: “Scrivere: ecco i segreti della creatività”, puoi scaricarlo gratis da qui)

Sia nella scrittura, che nella lettura dobbiamo in fondo accettare la nostra limitatezza: non è possibile capire e sapere sempre tutto del libro, dell’autore o dell’argomento, e non è possibile scrivere di tutto. Ciò non toglie che possiamo capire, inventare e in generale trarre tutto il meglio che possiamo in quel momento, preciso e limitato, in cui decidiamo di far funzionare la testa in autonomia.

Un modo per farlo è quello di scegliere delle chiavi di lettura.

A volte in un solo libro possono esserci più livelli di significato, che ci portano a conclusioni diverse a seconda del livello che scegliamo di attenzionare.

Da cosa scegli dipende cosa trovi. E cosa metti, quando poi inizi a lavorare sul tuo racconto o romanzo.

Già nella lettura, possiamo drizzare le antenne e chiederci: cosa c’è dentro?

Ricorda Evans e il suo utile elenco: altri mondi? Altri tempi? Tutt’e due? Nessuna delle due cose, e allora cosa?

Allo stesso modo, quando iniziamo a lavorare un racconto, dobbiamo selezionare gli elementi sui quali concentrarci.

Che messaggio voglio mandare? Oppure: che tipo di ambientazioni? Quali personaggi? Quali aspetti particolari metto in risalto? E quindi: cosa escludo?

Concentrandoci su pochi elementi definiti sappiamo cosa non mettere, cosa non c’entra nulla e dove è meglio non impelagarsi a rischio di perdere il filo dei discorsi principali.

Se voglio descrivere una civiltà aliena, sarà meglio che mi concentri su descrizioni (poche!) ed elementi dell’intreccio che la mettano in luce. E magari eviterò di parlare del funzionamento del reattore dell’astronave del bello e bastardo sergente quantico John Smith.

Se invece voglio metterla giù dura e ubriacarmi di positroni e singolarità, il colore onirico delle antenne di XZ7 e il suo bizzarro modo di parlare possono passare in secondo piano.

Ovviamente la scelta non deve riguardare uno e un solo livello. Possiamo averne molti, ma dobbiamo comunque metterli in ordine di importanza.

(È bene qui distinguere tra racconto e romanzo. Meno spazio ho, meno posso mettere: se devo scrivere un racconto, magari con un numero preciso di battute, meglio concentrarmi su uno, due livelli al massimo e presidiare solo quelli. In un romanzo invece ho più spazio, dunque posso mettere più cose, dunque mi creo più problemi: devo fare ancora più attenzione a dare una gerarchia di importanza ai vari temi e calibrarli bene. Il genio lo fa istintivamente, poi ci siamo noi artigiani, che dobbiamo armarci di pazienza, penna rossa e magari assoldare un bravo editor che lavori di bilancia e di mannaia.)

Il concetto della selezione, come ho già accennato, è importantissimo anche quando si legge.

Leggere è importante. Ma è utile solo se è fatto bene. “Leggere tutto, leggere bene”, come ci insegna Vittorio Spinazzola, accademico tra i primi a studiare la fantascienza e altri generi senza pregiudizi.

La modalità di lettura di chi vuole trarre lezioni di scrittura non può essere quella del fan sbavante che sospende credulità, incredulità e battito cardiaco fino alla parola “fine”. Così potremmo leggere centinaia di volte lo stesso libro senza imparare nulla.


…o peggio.

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Occhio: non c’è niente di male nel farsi trasportare! Lasciamoci rapire dal nostro romanzo… la prima volta. Poi rileggiamolo e ragioniamoci sopra a mente fredda e con un metodo, costruendo l’interpretazione da preferire.

Mattatoio 5” di Kurt Vonnegut ci dà cose diverse, a seconda se scegliamo di considerarlo la storia di un rapimento alieno, oppure la cronaca allucinata di un grave disturbo di stress post traumatico.

Seme selvaggio” di Octavia Butler è la guerra tra due esseri soprannaturali, ed è anche una riflessione sui rapporti di sottomissione, e un ritratto impietoso delle modalità maschili e femminili applicate al potere.

Entrambi gli esempi che ho citato sono testi di fantascienza, ma anche no. Anzi, potrebbero non rientrare nel genere, se ragioniamo in termini esclusivi (questo lo è, questo non lo è), invece che inclusivi (wow, qui ce n’è un po’!).

Di nuovo: a chi importa?

Non a me, non a me. E non dovrebbe importare nemmeno a te.

Credo che nello scrivere fantascienza, specialmente nella fase iniziale, il quesito più importante da tenere in considerazione non debba essere: “Questa è vera fantascienza?” ma: “L’idea di base regge?”

Una volta gettate le basi della nostra idea, e aver scelto i “cosa” da metterci, non preoccupiamoci di essere ligi a un canone. Sviluppiamo l’idea, diamole coerenza, vita e colori e portiamola avanti al meglio.

Prima l’idea. Poi trama, intreccio, ingredienti vari. Voce, stile. Poi la revisione. Un po’ come nel mondo vero.

Una volta che avrai scritto un buon testo, allora sarà il momento di pensare a dove piazzarlo. Fantascienza? Fantascienza sociale? Steampunk? Fanficion merge Game of Thrones/Androidi gay? Fantaromanzo di mare con invasione di romance? Io ne ho scritto uno così, giuro. Molti mi hanno detto che non è un vero romanzo di fantascienza. Io però mi sono divertita come una matta… e in fondo, qualcuno ha detto: “Fantascienza è ciò che viene pubblicato come fantascienza”.

Auguri, quindi, di buone idee, tante scritture e poche fisime!

Portrait of a vintage tin toy robot isolated on white background.

Portrait of a vintage tin toy robot isolated on white background.

(*) Qui la prima puntata Leggere e scrivere fantascienza / 1 e la seconda Leggere e scrivere fantascienza / 2 –

 

Redazione
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