Legitima difesa in casa: parliamone
di Danilo Tosarelli. A seguire una nota della “bottega”… raccogliendo l’invito ad aprire una seria discussione.
Scrivere questo articolo sarà un percorso accidentato. Emergeranno dubbi, contraddizioni, partigianerie.
Sono consapevole che la ricerca della verità e delle soluzioni è meta sempre più difficile da raggiungere.
Bisogna avere il coraggio di ammetterlo, senza rifugiarsi in tifoserie che non consentono ragionamenti seri.
Io mi considero un eretico della politica. Cerco una consapevolezza, che ti può dare solo l’approfondimento.
Essere un eretico è l’esatto opposto dell’essere un tifoso della politica. E’ sufficiente guardare i TG per capire.
Sono diventati degli odiosi spot pubblicitari, dove maggioranza ed opposizione fanno a gara per apparire.
Conta chi pronuncia la miglior frase ad effetto. Un ping pong deplorevole che umilia la persona di buon senso.
La politica invece deve essere impegno e progettualità. Progettualità diverse fanno la differenza. Oggi non è così.
La sera del 3 novembre 2025 a Grignano Polesine, un uomo si trovava in casa sua con la moglie. Appare un intruso.
L’intruso, armato di 2 cacciaviti ed a viso coperto, cerca di colpire il proprietario di casa che reagisce alla violenza.
L’uomo, che aveva già intimato all’intruso di andarsene, spara con la sua pistola colpendolo in una parte non vitale.
Secondo la Procura di Rovigo, la reazione dell’uomo rientra nei casi di legittima difesa. Ecco perchè non è indagato.
Il Presidente del Consiglio Meloni, insieme con Matteo Salvini, ha esultato dichiarando «la difesa è sempre legittima».
Ho sentito i commenti dei giorni scorsi. Si attribuisce alla Meloni l’approvazione di nuove regole sulla legittima difesa.
Si è approfittato dell’episodio accaduto e della scelta della Procura di Rovigo per fare altra inutile propaganda politica.
Moltissimi i consensi ricevuti, ma tutto ciò è ingannevole. Questo Governo non ha messo mano a nulla. Rimane quella.
La «Legge sulla legittima difesa» è stata approvata in via definitiva dal Senato il 28/3/2019. Governo Conte 1.
La coalizione era Movimento 5 stelle e Lega. Dissensi fra i 5 stelle, euforica la Lega. FI, FDI favorevoli. Contrario il PD.
Insomma una legge che è stata approvata con molti mal di pancia. L’ANM ha subito dichiarato «dubbi di costituzionalità».
E’ il momento di entrare nel merito, senza paura di mettere i piedi nel piatto e senza paura di alcuna abiura dogmatica.
Innanzitutto parliamo della «legge sulla legittima difesa» del 2019. Riguarda solo e soltanto il domicilio e luoghi equiparati.
Cosa stabiliva l’articolo 52 del Codice Penale, prima della sopracitata legge 36/2019? Se non si parte da qui nulla è chiaro.
«Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa». Evidenzio ciò che conta.
Secondo l’articolo 52, per essere applicata la legittima difesa doveva essere «necessaria e proporzionata» all’offesa. E poi?
Giova precisare che in assenza di questi princìpi, scattava l’eccesso colposo previsto dall’articolo 55 del Codice Penale.
La legge del 2019 ha ampliato le condizioni per la legittima difesa, introducendo una presunzione di proporzionalità.
In caso di violazione di domicilio o luoghi equiparati, tale proporzionalità rende più difficile la punizione per eccesso colposo.
Nella legittima difesa domiciliare, si considera sempre sussistente il rapporto di proporzionalità tra difesa ed offesa.
Si considera «sempre in stato di legittima difesa» chi all’interno del domicilio o nel negozio o studio professionale, respinge l’intrusione da parte di una o più persone, posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica». Tutto ciò naturalmente non vale se si colpisce un ladro in fuga o ormai disarmato. E’ bene precisare per correttezza.
Questa legge del 2019 che vi sto illustrando, ha introdotto una novità dirompente. Ha modificato l’articolo 55 del Codice Penale.
Ha previsto una «causa di non punibilità» se la persona reagisce causa il «grave turbamento» derivante dal possibile pericolo.
Una reazione sproporzionata, causa uno shock provocato da una intrusione violenta, non sarà punibile. E’ da interpretare.
La legge riconosce uno stato di paura intensa. Può compromettere la lucidità necessaria. Viene meno «l’eccesso colposo».
Tuttavia i giudici devono essere rigorosi nel valutare «il grave turbamento», causa diretta dell’eccesso.
Ecco la Cassazione. «Non sono ammessi sentimenti pregressi come rabbia o rancore verso l’aggressore». ( Cassazione 19065 del 23/6/2020).
Anche all’interno della propria abitazione. la reazione violenta deve rimanere l’extrema ratio. Cioè, l’ultima scelta possibile.
«Se esistono alternative praticabili e meno dannose, la reazione armata può essere considerata non necessaria e illegittima».
Se ad esempio, i ladri si trovano al piano di sotto ed i proprietari possono chiudersi in una stanza al piano superiore. Ecco.
Devono subito chiamare la Polizia, senza correre rischi. Scendere armati per affrontarli potrebbe essere controproducente.
Il giudice potrebbe considerarla una scelta «non necessitata», ma volontaria di scontro. La Cassazione ci è ancora d’aiuto.
«Non può invocare la legittima difesa chi ha volontariamente creato la situazione di pericolo o accettato la sfida». (30/5/24).
Provo a riassumere in 4 punti con l’aiuto dell’avvocato Angelo Greco. Quando una difesa è considerata lecita?
1) L’esistenza di un’aggressione ingiusta ovvero una minaccia alla vita, all’incolumità o anche al patrimonio.
2) L’attualità del pericolo. La minaccia deve essere in corso o imminente. Non può essere né passata né futura. «Non è legittimo inseguire ed aggredire un ladro che ha già abbandonato l’abitazione e si sta dando alla fuga, perchè il pericolo è cessato» ( Cassazione 6102 del 28/4/2021)
3) La necessità della difesa. «La reazione deve essere l’unica opzione possibile per salvarsi dal pericolo. Se esiste una via di fuga agevole e non disonorevole, la reazione violenta non è considerata “necessitata”». (Cassazione 24113 del 18/6/24)
4) Rimane il principio di proporzione tra difesa ed offesa, come linea guida. Sarà poi il Giudice a stabilire le circostanze.
Il bene che si difende (la vita) deve essere superiore o equivalente a quello che si lede (la vita dell’aggressore).
Come funziona la legittima difesa riguardante la propria abitazione in altri Stati?
In Spagna si considera aggressione ingiusta l’indebita introduzione nella dimora o nelle sue dipendenze. E la proporzione?
Le leggi spagnole non prevedono esplicitamente la proporzione tra offesa e difesa. Esiste la scriminante dettata dal panico.
In Francia prevista la legittima difesa da chi si introduce in casa con violenza o inganno. Proporzionalità tra offesa e difesa.
In Gran Bretagna ci si rifà al Crime and Courts Act del 2013. «Un uso anche non proporzionato della forza è legittimo, nel caso della difesa del proprio luogo di residenza dall’intrusione non autorizzata di terzi. Tutto ciò non si può invocare però nel caso l’aggressore sia in fuga, né esplicarsi in imboscate o agguati nei confronti di intrusi in procinto di commettere reati».
Negli USA la legittima difesa della propria abitazione è regolata da leggi di ogni singolo Stato. Ecco le differenze sostanziali.
Consentito l’uso della forza letale se si percepisce un pericolo imminente, a patto che non si possa fuggire o chiedere aiuto.
Consentito l’uso della forza letale solo se l’intruso supera la porta d’ingresso senza alcuna autorizzazione.
Giova precisare, proprio così, che in generale la difesa deve essere proporzionata all’offesa e il pericolo deve essere attuale.
Magistratura Democratica ha espresso sin dall’inizio contrarietà alla legge del 2019. Riporto da «Questione Giustizia».
– In uno Stato democratico come il nostro, la tutela della sicurezza dei cittadini dovrebbe essere affidata alle Forze di Polizia. Sono le uniche delegate a gestire il monopolio della forza.
– Uno Stato vicino ai problemi del suo popolo implementa e rafforza le Forze di Polizia, evitando di far passare il messaggio che la sicurezza di ciascuno è affidata alla canna di una pistola.
– Il messaggio «la difesa è sempre legittima» palesa il ritiro dello Stato da un territorio di importanza strategica.
– Far intendere che all’interno della propria casa ci si possa difendere anche sparando, senza dover essere sottoposti a un giudizio che verifichi i presupposti della legittima difesa, fa correre rischi in primo luogo alle stesse vittime delle aggressioni.
Con tale politica i comportamenti criminosi non si prevengono e chi delinque sarà indotto a correre meno rischi e, a sua volta, ad armarsi e fare fuoco.
I sostenitori di queste tesi ritengono, che la legge del 2019 abbia come obiettivo quello di impedire l’intervento del giudice.
E cioè la sottoposizione a giudizio di chi spara per difendersi. L’aggredito non deve più dimostrare il perchè ha reagito così.
Il controllo della magistratura va evitato come la peste? Per uno slogan «la difesa è sempre legittima» che sa di Far West?
«Come se, una volta verificata l’intrusione nella abitazione, fosse indifferente verificare, in concreto, se l’intruso fosse un ladro o un rapinatore, se avesse posto in essere condotte violente, se fosse in fuga o nel pieno della dinamica aggressiva, se la reazione difensiva fosse proporzionata all’entità dell’attacco e dalla tipologia e gerarchia dei diritti acquisiti».
Voglio citare il Rapporto Censis sulla «Sicurezza della casa», in collaborazione con il Ministero dell’Interno. Ottobre 2025.
– Circa 14,5 milioni di italiani (28,6%) hanno subìto almeno un furto in casa nella loro vita. L’88,9% ha dispositivi di protezione.
– Nel 2024 sono stati denunciati 155.590 furti in casa (+5,4%) rispetto al 2023. Il peggio a Roma, Milano, Torino. Firenze.
– Quasi 5 milioni di italiani hanno un’arma da fuoco registrata in casa e potrebbero utilizzarla. Uso sportivo, caccia e difesa.
– Il 52,2% pensa che dovrebbe essere consentito dalla legge sparare a un ladro che è entrato in casa per rubare.
Questa è oggi la realtà italiana. Una realtà che potrebbe non piacere, a me per primo, ma dalla quale non si può prescindere.
E’ opinione comune. «Questo non entra a casa mia per bere un caffè, magari di notte. Comunque mi farà del male».
L’eretico che c’è in me, pur comprendendo e giustificando la scelta di chiamare la Polizia, sa che i tempi non coincidono.
Intanto l’aggredito si trova in una condizione dove istinto, rabbia, paura hanno il sopravvento. Le reazioni sono imprevedibili.
La Meloni e Salvini sostengono che chi subisce un’intrusione o un furto in casa non debba mai subire conseguenze penali.
La sinistra in generale ha paura nel concedere tale arbitrio. E’ lo Stato che deve garantire la sicurezza del cittadino. Facile.
Sono d’accordo sul principio generale, ma nell’immediatezza dell’intrusione ci sono ben altre reazioni che si manifestano.
Oltre al fatto che la Polizia ha i suoi tempi e nel frattempo può accadere di tutto. E se hai un’arma legittima, le dai un ruolo.
Ritengo che la sinistra abbia forti ritardi di elaborazione sulla questione sicurezza. Mi riferisco a questo tipo di sicurezza.
Manca di pragmatismo, è prigioniera di schemi interpretativi che andrebbero rivisti e rielaborati, perchè si modifica la realtà.
Il problema sicurezza esiste e non lo si può eludere o sottovalutare. La sinistra lo deve affrontare in ogni suo aspetto.
Esiste la sicurezza sui luoghi di lavoro. La sicurezza sanitaria. Quella che riguarda il codice stradale. Ma anche questa.
Allora, l’eretico che c’è in me non può esimersi dal mettere sul piatto le questioni sopracitate, ponendosi domande serie.
Quando la sinistra deciderà di riavvicinarsi e di voler tornare in connessione con un popolo che ha bisogno di risposte?
La legittima difesa in casa. Parliamone.
La “bottega” raccoglie l’invito di Danilo Tosarelli alla discussione. Un aspetto che lui non ha toccato è quello del porto d’armi facile.
Nel dicembre 2011 Daniele Barbieri aveva scritto un articolo intitolato «Armi al popolo»; eccone qualche passaggio. . «… al primo gennaio 2012 scatta una liberalizzazione: più armi per tutte e tutti. E senza noiosi registri. Si tratta di un bel passo avanti dell’Italia verso l’ americanizzazione (nel senso del film Bowling Columbine)». E poi: «Nei giorni scorsi ho letto un libretto (esiste in versione cartacea con Scriptaweb ma si può anche scaricare dalla rete) di Massimo Tettamanti. Si intitola Armi da fuoco: tendenze e contraddizioni italiane. Il libro “rende conto delle centinaia di vite spezzate, nel corso degli anni, uccise da colpi di pistola o di fucile”. Denuncia apertamente “la responsabilità della Politica rispetto alla scelta di non intervenire dal punto di vista legislativo su un fenomeno che, almeno in Parlamento, deve essere già conosciuto”. Come scrive Tettamanti “quasi un italiano su dieci possiede un’arma da fuoco” e tutti gli studi “dimostrano che a un aumento del numero di armi corrisponde, in maniera quasi perfettamente lineare, un aumento dei morti. In Italia, già adesso, il 43,2 per cento dei femminicidi viene commesso con un’arma da fuoco”. Il libro racconta della situazione negli Usa, delle ricerche scientifiche europee, delle “categorie armate”, dei cosiddetti “conflitti di interesse”, delle “contraddizioni”. Ma è anche un lungo, dolorosissimo elenco di molti dei delitti commessi in Italia negli ultimi anni: “non notizie” cioè molto spesso ignorate o minimizzate dai media. Ed è un appello ad agire. Reso ancora più urgente dalla decisione dell’11 novembre».
Nel luglio 2020 Daniele Barbieri segnalava fra i commenti all’articolo citato una riflessione di Marco Magnano su «riforma-it» dove fra l’altro si leggeva: «Le armi sono ancora troppo facili da ottenere legalmente A dieci anni dall’omicidio di Luca Ceragioli e Jan Hilmer in provincia di Lucca, l’associazione Ognivolta Onlus rilancia l’appello per rivedere le norme, senza dimenticare l’importanza di una società consapevole. Sono trascorsi dieci anni dal 23 luglio 2010, una data carica di significato per chi si occupa di sviluppare delle leggi e una cultura più consapevole intorno al possesso e all’uso delle armi da fuoco. Quel giorno, invitato per un colloquio presso l’azienda in provincia di Lucca con cui in passato aveva collaborato, Paolo Iacconi uccise a colpi di pistola Luca Ceragioli e Jan Hilmer, titolari dell’impresa. L’uomo, che possedeva regolarmente la sua arma grazie a una licenza per “uso sportivo”, si rifugiò quindi nei bagni dove si suicidò. Da allora, l’associazione Ognivolta Onlus, fondata e animata da Gabriella Neri, moglie di Ceragioli, lavora su questo tema lungo diverse direttrici. […] questo anniversario rilancia la possibilità di avere leggi migliori per un ambito così delicato, troppo spesso lasciato a valutazioni piuttosto superficiali. Le armi legalmente detenute, infatti, sono causa anche di gran parte dei femminicidi e degli omicidi tra persone che si conoscono o che vivono sotto lo stesso tetto […] In Italia c’è una specie di mito secondo cui è estremamente difficile possedere legalmente un’arma da fuoco. Grazie al lavoro svolto da numerose realtà, come OPAL, l’osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza di Brescia, sappiamo bene che non è così. Anzi, le possibilità per ottenere un porto d’armi sono numerose e alcune sono particolarmente semplici. […] Ognivolta Onlus lavora da anni su un disegno di legge presentato più volte, ovvero l’istituzione di un’anagrafe informatica che permetta un collegamento fra le istituzioni che rilasciano il porto d’armi e le strutture sanitarie, le ASL. […] Come per numerosi altri ambiti della nostra società, le leggi sono soltanto uno dei pilastri su cui lavorare, insieme alla cultura e alla consapevolezza. Negli ultimi anni, il tema del controllo sul possesso legale di armi ha ceduto il passo, almeno a livello di dibattito mediatico, a quello della legittima difesa, fortemente promosso soprattutto dalla Lega e dall’ex ministro degli Interni, Matteo Salvini, che ne aveva fatto quasi una bandiera. […] Ci siamo collegati a comitati di vittime di altre stragi, con OPAL, con la Rete italiana del Disarmo. In un dibattito che abbiamo organizzato qualche tempo fa, in cui c’erano molti ospiti tra cui un questore e un magistrato, una signora alla fine mi disse che non aveva mai pensato che ci si potesse difendere in un altro modo. Bisogna parlarne, perché se non se ne parla a volte le persone non riescono a riflettere e vengono trascinate dal pensiero dominante di chi ci vuol far credere che ci si possa difendere solo con le armi, che il nemico è il diverso, è chi viene da fuori della nostra terra. Sono tutte maglie che vanno riprese, perché se si lavora bene a quel livello probabilmente verrà sempre meno la voglia di prendersi un’arma».
Questo è un primo contributo alla discussione che speriamo si aprirà. Abbiamo scelto le immagini in rete fra quelle “neutrali” ma colpisce quanta propaganda pro-armi e “fai da te” vi sia.

