L’ennesima ricomparsa di Ettore Majorana

   Due libri, un compleanno e perfino l’immaginaria Los Alamos italiana… purtroppo in Sardegna

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Il 5 agosto Ettore Majorana compirebbe 110 anni. Mai una persona scomparsa riapparve tante volte, almeno nei libri… e due se ne sono appena aggiunti. La vicenda è talmente intricata che esiste ormai una scienza, la «majoranologia»; non è una battuta, in rete trovate: www.cartesio-episteme.net/ep8/majoranologia.htm. C’è chi fa notare come uno dei giornalisti che, negli anni ’60, si occupò di lui fu Mauro De Mauro, a sua volta sparito. Di certo anche Paolo Borsellino indagò: per capire se un barbone, appassionato di fisica, potesse essere lo scomparso.

Prima di esaminare i due ultimi libri, meglio riassumere il poco che si sa.

Nel classico «Chi l’ha visto?» sul giornale più diffuso dell’epoca, «Il corriere della sera», si leggeva nell’aprile 1938: «Ettore Majorana, ordinario di fisica teorica all’università di Napoli, è misteriosamente scomparso dagli ultimi di marzo. Di anni 31, alto 1.70, snello, capelli neri, lunga cicatrice sul dorso di una mano. Chi ne sapesse qualcosa è pregato di scrivere a questo indirizzo».

Majorana già a 5 anni stupiva facendo calcoli complessi. Scoprì la fisica e i testimoni raccontano che Enrico Fermi fu choccato dalla genialità di quel ragazzo. Nel 1933 andò in Germania: rimase affascinato dal nazismo, poi cambiò idea. Nel 1937 rifiutò di lavorare all’estero e divenne professore a Napoli.

Il 25 marzo 1938 andò a Palermo, un breve riposo per la sua salute non buona. Ma prima di ripartire scrisse a un amico: «Ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti. Anche per questo ti prego di perdonarmi». Ai familiari invece arrivò una lettera con queste parole: «Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all’uso, portate pure, per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi nei vostri cuori e perdonatemi». L’ultima lettera è del 26 marzo 1938 e contraddice le precedenti: «Il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani». Invece sparì.

Suicidio, scomparsa volontaria, rapimento? E se Majorana si nascose fu per collaborare con i nazisti o invece per non prendere parte alla costruzione di quella bomba atomica ormai imminente? Questa seconda tesi convinse solo in parte Leonardo Sciascia che nel 1973 pubblicò «La scomparsa di Majorana», un bellissimo «giallo filosofico»: sarebbe un crimine riassumerlo ma se vi è sfuggito fra pochi giorni sarà in edicola perché «Il corriere di sera» ristampa tutto Sciascia.

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In queste settimane arrivano due nuovi libri. «Majorana ha vinto il Nobel» di Pierfrancesco Prosperi si presenta così: «Fantascienza, storia ucronica in un 1945 alternativo». Colpi di scena e avventura: divertente ma superficiale. C’è un riferimento alla Sardegna come sede della Los Alomos italiana; e dove si sperimenta la bomba? Purtroppo a Salto di Quirra.

Niente fiction ma una ricostruzione giornalistica per «La seconda vita di Majorana» di Giuseppe Borello, Lorenzo Giroffi e Andrea Sceresini: indaga sulla presunta clandestinità del fisico fra Argentina e Venezuela. Se, come dicono i giallisti, 3 indizi fanno una prova qui siamo sulla pista buona. In ritardo però. «Senza la pretesa di possedere alcuna verità» nella prefazione Salvatore Majorana, nipote di Ettore, sposta l’attenzione dalla cronaca alla storia: «Resta intatto un grande mistero, forse l’unico che merita di essere celebrato con clamore: chissà se quell’incontenibile mente non abbia lasciato i suoi appunti di lavoro in qualche luogo. Forse potremmo trovarci le risposte a molte domande della scienza rimaste aperte». La caccia potrebbe riaprirsi e magari in un prossimo romanzo di fantascienza scopriremo che gli appunti dello scomparso Ettore Majorana li aveva sotto braccio Kaspar Hauser quando, il 26 maggio 1828, apparve all’improvviso in una piazza di Norimberga.
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(*) Questa mia recensione è uscita – al solito: parola più, parola meno – il 12 luglio sul quotidiano “L’unione sarda”. Chi passa spesso di qui o comunque sa di cose sarde al nome leggendo «Salto di Quirra» avrà fatto un sobbalzo; è infatti un poligono, un luogo avvelenato nell’Isola delle mille servitù militari. Negli ultimi 15 giorni del “caso Majorana” si è parlato in “bottega” altre due volte: cfr Dopo 78 anni Ettore Majorana rompe il silenzio con un clamoroso “scoop” di Peacelink e cfr Quando mi diedero il Nobel, insolita recensione a un romanzo di Pierfrancesco Prosperi. Dite che può bastare? E sia. (db)

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Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

Un commento

  • E’ ancora un mistero fitto questo, perché le indagini della Magistratura italiana per “archiviare” il caso portavano all’analisi di una foto riconducibile forse a un Ettore Majorana incanutito con un certo Fasani a Caracas.
    Mentre le foto fatte da Pelizza col presunto suo Majorana durante ben 50 anni trascorsi (a detta sua) mostrano un uomo che praticamente non solo non gli assomiglia tanto, ma che non è nemmeno “invecchiato” mai, mostrandosi come avesse sempre 40 anni di età: impossibile!
    Poi i luoghi religiosi in cui si presume sia stato lo scienziato siciliano sono troppi: tutto il Sud praticamente.
    Altri gli hanno dato perfino dell’omosessuale in un libro, che per questo sarebbe fuggito…
    Diventa più verosimile di tutte solo quella istantanea in cui è ritratto ancora giovane con cappello in testa, in una nave ignota… Ma a quanto pare egli vive nella fantasia di molti.

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