L’ENNESIMO FUNERALE

di Pabuda BELLA FALCE E MARTELLO

la laboriosa collega

impiegata, mamma

d’amorevoli e pestiferi

bimbetti,

moglie dell’operaio d’officina

e nuora

del macellaio brontolone,

solitamente

arrendevole e remissiva

all’aria che tira

e alla più criminale

rete televisiva,

inopinatamente,

stamattina,

prima d’esser risucchiata

dal gorgo lavorativo,

s’imbarca

in una critica istintiva

dell’ingiusta e ineguale

distribuzione sociale

della ricchezza globale.

dopo un paio

di ragionevolissime

e articolate considerazioni,

quasi immediatamente spaventata

dalle sue stesse parole

perde ritmo

e mette le classiche tre mani avanti,

incastrando

nell’improvvisata concione

il seguente prudentissimo chiarimento,

che ha il suono d’impaurita precisazione:

“non vorrei sembrare comunista…”.

l’armamentario d’argomentazioni

le si sgretola in bocca

e la promettente arringa

va a farsi benedire.

in ufficio, insieme alla delusione,

tra i compagni

cala un consapevole e compunto silenzio:

siamo testimoni

dell’ennesimo funerale

del comunismo e della rivoluzione.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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