Lettera aperta al Segretario di CGIL della Regione FVG
Gentile compagno Belci,
La informo che si sta allargando la piaga del lavoro socialmente utile, offerto ai richiedenti asilo ospitati nei diversi comuni della nostra Regione.
In realtà si tratta di un lavoro non retribuito.
Gli ultimi comuni che hanno preso questa direzione sono Palmanova e Bagnaria Arsa, che si aggiungono ad altri a partire da Trieste.
E’ una modalità che penalizza decine e decine di persone fuggite da guerre, da persecuzioni e da catastrofi.
Certamente le amministrazioni comunali, la Croce Rossa (i cui ‘volontari’ che organizzano le attività dei richiedenti asilo d’asilo sono invece pagati) e gli enti per cui vengono svolti questi lavori gratuiti presentano queste persone come se fossero davvero volontari.
E i media li coprono diffondendo un’informazione scorretta.
Credo, invece, che il loro “volontariato” sia frutto della disperazione, della paura e dell’incertezza.
Li considero persone deboli e costrette, in nome di una falsa integrazione, a pagare un ulteriore prezzo che aggiunge alla loro fuga l’umiliazione che nasce dall’essere inattivi dove sono ospitati e visti senza empatia, soprattutto ora che la crisi economica fa sentire il suo peso.
In breve: io li vedo sfruttati, e non senza conseguenze sul significato del lavoro stesso, perché ogni lavoro utile deve essere pagato, almeno simbolicamente.
Per quanto riguarda il tema dell’integrazione considero un solo aspetto fra i tanti possibili, quello della formazione: si è scelta una direzione scellerata che è umiliante anche per chi è a conoscenza del fatto.
Non per caso mi rivolgo a lei come rappresentante dei vertici del suo Sindacato.
Il silenzio su questa importante questione è totale, tacciono anche associazioni impegnate nel campo.
Si tace spesso per opportunismo e comunque per l’assenza di vera empatia che dovrebbe partire dalla domanda più umana: se fossi io al loro posto, se fossi io a lavorare gratis?
Chiedo, semplicemente, che Lei e il suo Sindacato intervengano sul tema. Conoscendo sia la sua sensibilità che i suoi orientamenti sui valori del lavoro non credo che occorra suggerirle qualcosa.
Con stima e saluti,
Božidar Stanišić, scrittore
E’ plurale e pertanto “CERCANSI VOLONTARI”. Lapsus o mala grammatica?
gentile piero,
la mala “grammatica” credo sia quella sociale e subculturale, in cui ci son degli inferiori che
svolgono i lavori socialmente utili non retribuiti e degli superiori: gli organizzatori
di queste attività (buonisti inclusi), i silenziosi (“non mi riguarda”), i menefreghisti
(“chi se ne frega, che facciano qualcosa”),
gli ipocriti (“poveracci, quanto son simpatici – raccolgono le cicche che noi buttiamo!”,
“ci vuol un pò di educazione civile per ste creature”, “fuggiti dalla guerra? da quale guerra?”)…
tuttavia, grazie per l’attenzione,
bs
questo passa la rete 🙂
se riesci a fare la variazione tu, della scritta, benvenuto