Lettera aperta alla redazione di “Nemo” (Raidue)

A proposito della puntata del 23 novembre 2017, quando è stato mandato in onda un servizio sul viaggio dei migranti dalla Tunisia verso l’Italia.

tratto da Melting Pot

Siamo un gruppo di persone che a vario titolo si occupano o si sono occupate della Tunisia.

Alcun* tra noi ci vivono e lavorano da diversi anni. Alcuni hanno anche avuto diversi rapporti con giornalist* italiani in visita in Tunisia per effettuare dei servizi.

Alcun* sono giornalist* o attivisti tunisin*.

Nella puntata di Nemo del 23 novembre 2017 è stato mandato in onda un servizio sul viaggio dei migranti dalla Tunisia verso l’Italia. Quelli che tra noi lo hanno visionato si sono resi immediatamente conto che si trattava di un falso, di una ricostruzione “cinematografica” di una vicenda che avrebbe meritato ben altra narrazione.

Video del servizio “Il traffico di migranti e la rotta tunisina”

L’intermediario che parla con la sig.ra Valentina Petrini in italiano e di cui non si vede il volto, non è un intermediario, il ragazzo che parte per l’Italia non è un ragazzo che parte per l’Italia. Molto semplice e molto preoccupante.

Anche perché la troupe di Nemo aveva parlato con qualcuno di noi in vista del servizio sulla fantomatica “rotta tunisina” per avere informazioni e chiarimenti, ma poi sono semplicemente spariti, probabilmente trovando troppo complesso e impegnativo l’approccio che veniva loro proposto.

Qualche giorno dopo Souhail Bayoudh, che abbiamo scoperto essere stato il fixer della troupe, ha convocato una conferenza stampa per denunciare il giornalismo low-cost di certi media stranieri. Abbiamo assistito alla conferenza stampa e abbiamo incontrato l’”intermediario” e anche il ragazzo “partito per l’Italia” che ha ancora con sé l’attrezzatura fornitagli da Nemo per filmare il suo viaggio. L’ ”intermediario” è un disoccupato di un quartiere popolare di Tunisi, membro dell’associazione Forza Tounes di cui è presidente Bayoudh. Il ragazzo “candidato all’emigrazione” non è altri che il fotografo della stessa associazione.

Bayoudh sostiene che i giornalisti di Nemo gli abbiano detto di avere poco tempo e che di conseguenza egli avrebbe montato la sceneggiata. I giornalisti, pur rendendosi conto che qualcosa non quadrava, avrebbero continuato a filmare.

Quello che noi chiediamo alla redazione di NEMO:

E’ possible che dei professionisti si lascino ingannare da una sceneggiata del genere?

E’ possibile che ci fosse un assunto ben preciso da cui partire (la nuova rotta dei migranti dalla Tunisia) e soprattutto da dimostrare ad ogni costo, compreso il fake?

E’ possibile che la troupe abbia montato il servizio scientemente e in collaborazione con Bayoudh?

Però chiediamo anche al signor Bayoudh perché non abbia denunciato subito quanto stava avvenendo, visto che ci sembra oltremodo scandalizzato da chi “infanga la Tunisia”?

Abbiamo atteso qualche giorno prima di rivolgere questa lettera alla redazione della trasmissione in attesa di una risposta o di una spiegazione da parte loro. Invano.

I fatti sono sotto gli occhi di tutt*:  siamo di fronte a un falso giornalistico di inaudita gravità, ma evidentemente Nemo non ritiene necessario rendere conto al suo pubblico.

In ogni caso, e per l’ennesima volta, quello che viene fuori da questa vicenda è il quadro desolante di un certo tipo di giornalismo che non si ferma davanti a niente pur di fare lo scoop o di dimostrare una tesi precostituita. Un giornalismo che umilia il lavoro serio e onesto di tanti altri professionisti e che non tiene conto delle testimonianze di persone che vivono e lavorano in Tunisia da anni e di cui non interessa l’opinione.

I firmatari a questo link

PRIMI NOMI:
Patrizia Mancini, redazione sito Tunisia in Red.org Tunisi

Debora del Pistoia, Osservatorio Iraq e Medio Oriente, Tunisi

Santiago Alba Rico,scrittore e filosofo, Tunisi

Kerim Bouzouita, universitario, specialista di media, Tunisi

Essja Imjed, studentessa in scienze politiche, Tunisi

Anna Luna Serlenga, regista, Tunisi

Mario Sei, professore universitario, Tunisi

Mohamed Alahmadi, giornalista e esperto di media, Tunisi

Alessia Tibollo, cooperante in Tunisia

Hamadi Zribi, attivista, redazione Tunisiainred.org, Tunisi

Stefano Pontiggia, dottore in Scienze Umane e Sociali autore del libro “Il bacino maledetto”, Monza

Giulia Bertoluzzi, giornalista freelance Nawart Press, Tunisi

Lorenzo “Fe” Feltrin, dottorando University of Warwick e collaboratore globalproject.info, Warwick

Mohamed Khelifi, consigliere giuridico a OMCT, attivista della società civile, Tunisi

Rabii Brahim, attore e presidente dell’ associazione Corps-Citoyen, Tunisi

Giada Frana, giornalista attiva su temi riguardanti la Tunisia, Bergamo

Francesco Floris, giornalista

Frida Dahmani, giornalista di “Jeune Afrique”,Tunisi

Vanessa Tomassini, giornalista di notiziegeopolitiche.net

Moez Chamki di Respiri di Libertà – Radio Sonar, Roma

Marta Bellingreri, ricercatrice e giornalista indipendente, Medio oriente e Nord Africa, Sicilia Palermo

Francesco Piobbichi, operatore sociale, Firenze

Giulia Bonacina, cooperante in Tunisia

Francesco Petronella, giornalista

Ghazi Dali, psichiatra infantile, esperto presso la corte d’appello di Metz, Francia

Damiano Duchemin, Osservatorio Iraq e Medio Oriente, Tunisi

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • non si capisce come fare per far firmare altri …

    e poi: non c’è un avvocato che valuti la possibilità di denunciare questo falso e violazione del codice deontologico dei gitonalisti e dei media?
    ciao
    turi palidda

  • Carissimo Daniele, grazie del tuo instancabile servizio alla verità…specialmente quando è scomoda e molto ben occultata. Ci siamo conosciuti tanti anni fa ma è
    una gran gioia ritrovarsi sulla stessa strada. Buon cammino!

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