Lettera aperta del Comitato Riconversione RWM…

 

…per una Sardegna terra di pace e progresso, di Cinzia Guaita e Arnaldo Scarpa (ripresa da manifestosardo.org)

 

 

Pubblichiamo la lettera aperta dei portavoce del Comitato Riconversione Rwm per la Pace e il Lavoro sostenibile alle candidate e ai candidati alla carica di Sindaco e Consigliere Comunale in Sardegna alle elezioni amministrative del 10 e dell’11 ottobre 2021.

 

Il 10 e l’11 ottobre prossimi, tra meno di un mese, andranno al voto 102 Comuni della Sardegna; quasi un terzo di tutte le amministrazioni municipali della regione.

Il Comitato Riconversione Rwm per la Pace e il Lavoro sostenibile ritiene che si tratti di un momento importantissimo e che tutte le candidate e i candidati alla carica di Sindaco e Consigliere Comunale debbano essere sostenuti e rinforzati nella loro opzione di servizio alla collettività.

Le donne e gli uomini della Sardegna hanno estremo bisogno un nuovo slancio politico e di un nuovo protagonismo regionale.

La crisi ultradecennale che stiamo ancora vivendo, le conseguenze socioeconomiche della pandemia, insieme alle numerose carenze strutturali che affliggono da sempre il nostro sistema produttivo, appesantiscono ulteriormente il già pesante carico di problemi e di incertezze che ogni cittadino porta sulle spalle, un carico diventato ormai insopportabile per i più fragili, lavoratrici e lavoratori espulsi dal sistema o mai entrati, per carenze formative o d’altro genere.

Allo stesso modo, risultano penalizzati i giovani che, anche in presenza di un’elevata formazione scolastica e professionale, faticano ad inserirsi nel mondo del lavoro e sono spesso sfruttati e sottopagati, quando non decidono di trasferirsi definitivamente all’estero.

Come Comitato siamo convinti che la situazione in cui ci troviamo derivi, in gran parte, dalla insufficienza della volontà e della lungimiranza necessarie per scegliere in maniera netta e inequivocabile la via dello sviluppo sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che da quello etico-morale. La Sardegna e nello specifico la sua classe dirigente non si è dimostrata finora capace di intraprendere con coraggio e determinazione questa strada.

Agricoltura, turismo, industria alimentare e delle nuove tecnologie, formazione e servizi di alto livello (che crediamo debbano essere le direttrici vocazionali dello sviluppo regionale), non sono evidentemente compatibili né con i gravissimi danni ambientali, né con la noncuranza per la salute e la vita umana conseguenti a certe attività industriali e militari che finora sono state legittimate e sostenute anche dalle politiche della Regione e di molti enti locali.

Vogliamo qui ribadire alle candidate e ai candidati delle Comunali 2021, senza equivoci e fraintendimenti, che le oltre 20 aggregazioni della società civile che compongono il  (alle quali corrispondono alcune migliaia di cittadini sardi) sosterranno ogni loro scelta che vada nella direzione di una Sardegna libera dall’inquinamento, dalle armi e da tutto ciò che sostiene le guerre, capace di intraprendere la strada dell’autoprogresso sostenibile e di porsi perciò come esempio e polo d’attrazione per tante nuove imprese e per milioni di consumatori informati che potranno continuare a sceglierla per le proprie vacanze intelligenti e per i propri acquisti sostenibili.

La Sardegna sarà in tal modo una vera isola di pace, di accoglienza e di progresso, al centro del mediterraneo, un mare così bello e importante e così tragicamente solcato dalle migrazioni, le cui motivazioni di fondo (colonialismo, guerre, inquinamento, cambiamento climatico) coincidono proprio con lo scenario che siamo impegnati quotidianamente a scongiurare per il nostro territorio.

Come dimostrano i milioni di persone che fuggono dal sud del mondo, quella che stiamo praticando è una strada senza ritorno: combustibili fossili, chimica pesante, metallurgia, industria mineraria, servitù militari incontrollate e invasive, agricoltura e allevamenti condotti in maniera dannosa per l’ambiente, edilizia e cementificazione che hanno compromesso le nostre coste e invaso aree naturali che la stessa Unione Europea ci chiede di proteggere, per noi stessi e le future generazioni. I difetti di tale visione miope e conservatrice vengono pagati a caro prezzo dalle popolazioni in termini di povertà, disoccupazione, migrazione e disagio sociale.

Il Comitato sarà onorato di poter mettere a disposizione delle sindache e dei sindaci, delle consigliere e dei consiglieri, elette ed eletti nella prossima tornata elettorale, le competenze e le energie delle associazioni che ne fanno parte, di livello locale e nazionale, per dare il proprio contributo di cittadinanza attiva alle istituzioni che intendono lavorare per un futuro di pace e benessere per la Sardegna, in relazione col mondo.

Per questo, proponiamo alle candidate e ai candidati di partecipare ad un confronto aperto sui temi citati, in occasione dell’evento pubblico su Zoom che intendiamo organizzare a breve e saremo lieti di intervenire, sui temi a noi cari, in altri incontri pubblici, durante la campagna elettorale.

Coraggio, sono scelte impegnative ma sono quelle giuste, capaci di costruire futuro!

da qui

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

9 commenti

  • Ma non c’è un’iniziativa avviata con tanto coraggio sotto il nome RWM per trasformare la fabbrica tedesca di bombe in un caseificio con lavoro per i pastori ?

  • Francesco Masala

    Per MERCOLEDI’ 27 OTTOBRE dalle ORE 10 alle ore 13

    Le Associazioni Italia Nostra Sardegna, Centro Sperimentazione Autosviluppo, Assotziu Consumadoris Sardigna, Cagliari Social Forum, Movimento Nonviolento Sardo, il Comitato Riconversione RWM e le organizzazioni sindacali Confederazione Sindacale Sarda, Unione Sindacale di Base (USB) Cagliari e Cobas Cagliari, vi invitano a partecipare alla giornata di mobilitazione con Conferenza Stampa per

    “Fermare la fabbrica di bombe e garantire la sicurezza della comunità”,

    perchè la fabbrica RWM di Domusnovas è sostanzialmente priva di un aggiornato Piano di Emergenza per le aree Esterne.
    la mattina di Mercoledí 27 ottobre, dalle ore 10 alle ore 13, ci sarà quindi un Sit-in con Conferenza stampa in piazza Palazzo,

    di fronte alla Prefettura di Cagliari.

    I cittadini e gli organi di stampa sono invitati a partecipare.

  • UNO STOP ALL’INDUSTRIA BELLICA SARDA
    La fabbrica delle bombe utilizzate dalle forze armate di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti contro la popolazione yemenita non si deve ampliare ancora. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso proposto da Italia Nostra Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardigna e USB – Unione Sindacale di Base e annullato le decisioni prese dal Comune di Iglesias e dalla Giunta Regionale nel 2019. I due atti amministrativi avevano consentito all’azienda RWM di avviare un programma di ampliamento infrastrutture e della produzione dei sistemi di morte nello stabilimento sardo con investimenti per oltre 35 milioni di euro
    vedi ANTONIO MAZZEO: https://comune-info.net/uno-stop-allindustria-bellica-sarda

  • DOMUSNOVAS – Musei
    MARTEDÌ 1 MARZO 2022 ALLE ORE 11:00
    MANIFESTAZIONE FERMIAMO LA FABBRICA DI BOMBE RWM
    FERMIAMO LA RWM 1 marzo 2022, ore 11
    MANIFESTAZIONE CONTRO LA FABBRICA DI BOMBE E I MERCANTI DI MORTE
    CHIEDIAMO IL BLOCCO DELLA PRODUZIONE E LA DEMOLIZIONE DEGLI IMPIANTI

    I nuovi reparti realizzati dall’azienda RWM per triplicare la produzione di bombe della sua fabbrica di Domusnovas-Iglesias sono abusivi, lo ha stabilito il Consiglio di Stato con la sentenza del 10 novembre scorso.
    L’azienda non è però affatto disposta a rinunciare ai suoi piani, e, come sempre, può contare sull’appoggio incondizionato e la complicità di politici, amministratori e sindacalisti confederali, tanto che l’amministrazione comunale di Iglesias si è immediatamente dichiarata pronta a “sanare” gli abusi edilizi per far riprendere l’espansione del lucroso business di RWM.
    La cosa purtroppo non deve stupire visto che la produzione di ordigni procede da anni in assenza di un valido piano di sicurezza per le aree esterne, che dovrebbe proteggere la popolazione dal rischio di incidenti catastrofici! Le amministrazioni locali e la prefettura da anni tollerano questa scandalosa situazione e si rifiutano di bloccare la produzione di bombe ed esplosivi.
    DRONI KILLER ISRAELIANI
    Ma cosa dovremmo aspettarci da un azienda che fa profitti vendendo bombe a paesi in guerra? Sino a luglio 2019 le bombe di RWM erano destinate ad Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti che le hanno impiegate per massacrare la popolazione Yemenita, poi, dopo che il governo italiano ha bloccato questo business e la magistratura ha aperto una inchiesta sulla concessione di quelle scandalose licenze di esportazione, l’azienda ha continuato a fornire bombe alla Turchia e ha stretto accordi con un’azienda israeliana (la UVision) per la produzione e la commercializzazione in Europa dei famigerati Droni Killer, l’ultimo grido nel campo degli ordigni letali.
    L’apertura dei nuovi reparti e l’avvio della produzione dei Droni Killer era addirittura prevista per novembre 2021, ma qualcosa è andato storto nei piani di Rheinmetall-RWM: abbiamo vinto il ricorso legale contro gli l’ampliamento della fabbrica, per effetto della sentenza del Consiglio di Stato i nuovi reparti e il nuovo poligono per test esplosivi sono abusivi e dovranno essere demoliti!
    Sappiamo che quest’azienda di regola agisce in aperta violazione di tutte le norme, nazionali e internazionali, per il controllo degli armamenti, per la gestione del territorio, per la tutela della salute e della sicurezza e la protezione dell’ambiente, con la complicità di tutti i poteri locali e del sindacalismo confederale; non ci illudiamo quindi che la sentenza di un tribunale possa di per sé fermare questo business osceno. E’ per questo che dobbiamo tornare a manifestare, a essere fisicamente presenti di fronte agli impianti, a mettere i bastoni tra le ruote a questa produzione di morte, perché chi lucra sulla guerra non va lasciato in pace.
    APPUNTAMENTO
    Martedì primo marzo 2022 – appuntamento nel piazzale della stazione dei treni di Villamassargia alle ore 11:00 per raggiungere insieme la fabbrica RWM (non arrivate tardi, alle 11 formiamo la carovana di macchine e partiamo!!) – Raggiungiamo il “belvedere sul piazzale delle bombe” dove parcheggiamo le auto e manifestiamo lungo il perimetro della fabbrica, dal nuovo poligono abusivo per test esplosivi (abusivi) sino alla strada di accesso, di fronte al piazzale di ingresso alla fabbrica, dove sosteremo in un rumoroso e fastidioso sit-in di protesta.
    Portate acqua, panino e scarpe comode

    https://www.facebook.com/events/362477025447231?ref=newsfeed

  • IL COMUNICATO STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI sul rinvio a giudizio dei vertici RWM e funzionari dei Comuni di Iglesias e Domusnovas
    https://stoprwm.wordpress.com/2022/03/25/la-procura-di-cagliari-chiede-il-rinvio-a-giudizio-per-i-vertici-di-rwm-italia-spa-e-per-i-funzionari-comunali-che-hanno-approvato-i-piani-di-espansione-della-fabbrica-delle-bombe-il-comunicato-stamp/?fbclid=IwAR15bIyfUI7d7sJSleJs2q1rjGjAiZAe2xz8r1jYQBbYT05cKVEE6Nvd3Bw

    In data di ieri, 24/03/22, gli scriventi hanno appreso da comunicazione ufficiale del Tribunale di Cagliari che la P.M. dott.ssa Rossella Spano ha richiesto il rinvio a giudizio dell’amministratore delegato della società RWM Italia SPA, Fabio Sgarzi, del responsabile aziendale per la funzione Fabbricati Lavori e Impianti e di tre tecnici incaricati dall’azienda di redigere progetti e relazioni e di seguire le pratiche relative ai piani di ampliamento della fabbrica di esplosivi ed ordigni militari che si trova nei comuni di Domusnovas e Iglesias, negli anni 2017 – 2019.
    Inoltre, la Procura chiede il rinvio a giudizio dei dirigenti responsabili degli uffici SUAPE (Sportello Unico Attività Produttive) dei comuni di Domusnovas e Iglesias oltre ad altri due funzionari dei medesimi uffici, che negli anni 2017 – 2019 hanno seguito le pratiche relative agli ampliamenti dello stabilimento RWM.
    La lista delle contestazioni è lunga, sono elencate 30 violazioni tutte relative a interventi richiesti, approvati e infine realizzati nel contesto dei piani di ampliamento dello stabilimento RWM. L’Udienza Preliminare è fissata per il 29 giugno 2022 con il GUP Manuela Anzani.
    L’inchiesta ha preso le mosse da una serie di esposti presentati da associazioni, comitati e da singoli cittadini, tra il 2018 e il 2019, nei quali si denunciava il fatto che i lavori di ampliamento dello stabilimento RWM stessero procedendo in violazione di numerose norme urbanistiche, ambientali e di tutela della salute e della sicurezza della popolazione.
    La Procura ha quindi provveduto ad acquisire la documentazione presente negli uffici comunali, provinciali, regionali e presso la Soprintendenza BBCC e la Prefettura di Cagliari, e in tal modo, non solo ha riscontrato numerose prove delle violazioni segnalate nei ricorsi, ma ha anche potuto rilevare un buon numero di altre violazioni.

    La tipologia degli abusi e delle violazioni contestate è molto varia: si va dalle attività di scavo e sbancamento non consentite per decine di migliaia di metri cubi, senza verifica delle soglie di contaminazione delle sostanze inquinanti, senza la necessaria relazione geotecnica e con trattamento scorretto delle terre di scavo, alla mancanza delle necessarie verifiche per il controllo degli incendi, al rilascio di autorizzazioni irregolari per realizzare costruzioni in assenza di una progettazione adeguata (mancano i calcoli per le strutture in cemento armato, la relazione geologica, il parere dei vigili del fuoco). Sono state inoltre autorizzate variazioni di destinazione d’uso di fabbricati, destinati a diventare depositi, anche di materiali pericolosi, con procedure semplificate e irregolari, senza le necessarie autorizzazioni dei Vigili del Fuoco e l’adeguamento della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e della successiva AUA.
    A tutti gli indagati viene contestato il reato di falso: ai dirigenti e ai tecnici dell’azienda per aver presentato progetti e richieste di autorizzazioni omissive e irregolari, e ai funzionari comunali per averle accettate e dichiarate complete ed adeguate.
    Gli abusi non riguardano solo le autorizzazioni già oggetto di ricorso e annullate lo scorso novembre dalla sentenza del Consiglio di Stato: quelle per la realizzazione del nuovo poligono per test esplosivi (denominato “Campo Prove R140”) e dei nuovi reparti “R200” ed “R210” per la fabbricazione degli esplosivi PBX-colabili e il caricamento dei rispettivi ordigni. La Procura ha rilevato abusi e violazioni di norme anche in innumerevoli altri interventi che fanno parte del piano di ampliamento: Locali per uffici e sosta degli operai “E208” ed “E209”, ampliamento del piazzale
    d’ingresso dello stabilimento, ristrutturazione dei reparti “R4a”, “R39b”, “D39a”, “D39c”,“D39e”,“D39f”,“D39g”, “R4b”, etc.
    Il quadro che emerge dal lavoro della Procura è desolante: come abbiamo più volte denunciato la società RWM Italia SPA, negli ultimi anni, ha portato avanti il suo imponente piano di ampliamento della sua fabbrica di esplosivi e ordigni, violando sistematicamente la normativa urbanistica e quella per al tutela della salute e dell’ambiente.

    Finalmente l’inchiesta della Procura inizia a gettare un po’ di luce su questa situazione scandalosa e inaccettabile e demolisce completamente la narrazione di un’azienda che opera nel rispetto delle leggi e del territorio e della sicurezza delle proprie maestranze.

    Al di la dei reati contestati ai vertici di RWM e ai funzionari comunali, va sollevato il tema delle responsabilità politiche degli amministratori comunali e regionali: i responsabili politici non potevano non sapere, anche perché da anni informiamo, documentiamo e contestiamo le discutibili modalità di gestione delle pratiche autorizzative rilasciate per l’ampliamento della fabbrica delle bombe della RWM. Sino ad oggi i responsabili politici e gli stessi sindacati confederali si sono ostinati a negare queste palesi violazioni e a difendere l’indifendibile, da oggi sarà più difficile per loro continuare a negare l’evidenza.

    È un importante risultato anche per tutte le organizzazioni, i gruppi e i singoli che con determinazione in questi anni si sono spesi senza risparmio in questa vertenza e che sono in parte menzionati tra le parti offese, e che dunque avranno la possibilità di prendere parte al processo.

    Assieme alla Regione Sardegna e ai comuni di Domusnovas e Iglesias risultano infatti tra le “persone offese” anche: Italia Nostra ONLUS, Movimento Nonviolento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardigna, Associazione Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM.

    È probabile che il provvedimento rappresenti soltanto una parte di una inchiesta più ampia, visto che dal 2019 fino allo scorso mese di febbraio le scriventi Associazioni hanno proseguito nella loro attività segnalando alla Procura numerose altre ipotesi di trasgressione alle leggi e alle norme vigenti.

    Il cammino è ancora lungo ma un altro passo importante è stato fatto!

    Li 25 marzo 2022

    Italia Nostra Sardegna, Movimento Nonviolento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardigna, Associazione Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM.

  • COMUNICATO STAMPA
    “UDIENZA PRELIMINARE DEL PROCEDIMENTO PENALE NEI CONFRONTI DI RWM, PROFESSIONISTI E FUNZIONARI COMUNALI DI IGLESIAS E DOMUSNOVAS”

    Iglesias, 29 giugno 2022 – Si è tenuta questa mattina, in Tribunale a Cagliari, l’Udienza Preliminare relativa a presunti reati compiuti dai responsabili di RWM Italia S.P.A. e da alcuni funzionari dei Comuni di Iglesias e Domusnovas, nell’ambito delle attività relative alle autorizzazioni edilizie per il piano di ampliamento della fabbrica di bombe sita in area San Marco, tra i due comuni citati.
    Sono comparsi, personalmente e/o rappresentati dai rispetti avvocati, gli imputati:
    Sgarzi Fabio (Amministratore Delegato della RWM),
    Demarchi Leonardo (funzionario RWM),
    Ghiani Elsa Ersilia e Matzei Giuseppe (funzionari Comune di Domusnovas),
    Tomasi Lamberto e Perseu Anna Rita (funzionari Comune di Iglesias),
    Palmas Palmiro, Pibia Ignazio e Pompei Mauro (professionisti incaricati da RWM),
    accusati complessivamente di ben 30 reati, fra i quali vari delitti ambientali e false attestazioni.
    Hanno presenziato all’udienza per il tramite dei loro rappresentanti legali e/o degli avvocati, le varie associazioni che avevano dato il via all’indagine segnalando ripetutamente alla Procura della Repubblica atti e “stranezze” di RWM e degli uffici responsabili delle autorizzazioni, poi dichiarate illegittime dal Consiglio di Stato.
    Le associazioni dichiarate “parti offese”, Italia Nostra ONLUS, Movimento nonviolento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotzius Consumadoris Sardigna, Associazione Centro Sperimentazione Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM, hanno presentato, per il tramite dei propri avvocati, altrettante richieste di Costituzione di Parte Civile, in maniera da ottenere dei risarcimenti da poter utilizzare a favore del pieno ripristino della legalità e della tutela dell’ambiente nel Sulcis-Iglesiente.
    Anche l’associazione “Sardegna Pulita”, pur non essendo stata inserita tra le parti offese, ha avanzato richiesta di costituzione di parte civile, essendo tra quelle che da tempo hanno chiesto l’intervento del Tribunale sulle irregolarità della fabbrica Rwm.
    Non si sono invece fatte presenti in alcun modo le amministrazioni comunali di Iglesias e Domusnovas e la Regione Sardegna, anch’esse indicate tra le parti offese, rinunciando – al momento – a tutelare gli interessi dei loro cittadini in sede giudiziaria.
    Preso atto delle richieste degli avvocati difensori degli imputati, il Giudice Manuela Anzani ha rinviato l’Udienza al giorno 10 Ottobre 2022, alle ore 10.

    PER LE COSTITUENDE PARTI CIVILI
    Arnaldo Scarpa
    (Comitato Riconversione Rwm)

  • Ancora una bocciatura per la fabbrica di bombe di Domusnovas-Iglesias
    Ampliamento dello stabilimento della Rwm di Domusnovas, nuova bocciatura del Consiglio di Stato
    Rigettata la richiesta di revoca che era stata presentata dall’azienda
    https://www.italianostra.org/nazionale/ancora-una-bocciatura-per-la-fabbrica-di-bombe-di-domusnovas-iglesias/
    https://www.rainews.it/tgr/sardegna/articoli/2023/02/rwm-nuovo-no-allampliamento-dal-consiglio-di-stato-bc56fd5d-b30c-4976-ad77-f31491d94ae9.html

  • https://ilmanifesto.it/strage-in-yemen-con-le-bombe-rwm-i-parenti-delle-vittime-ora-denunciano-litalia/r/gH95inY5b4emdxhuWm7M5
    GUERRA DIMENTICATA. Archiviato dal tribunale di Roma, il caso arriva alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Nel 2016 un raid saudita sterminò un’intera famiglia e il marchio sui frammenti degli ordigni fece il giro del mondo. Per il gip invece procedure della vendita di armi rispettate
    Costantino Cossu, CAGLIARI
    L’8 ottobre 2016, durante un attacco aereo condotto dall’aviazione dell’Arabia saudita contro il villaggio yemenita di Deir-Al-Hajari, quasi tutta la famiglia Husni fu sterminata: sei morti e un unico sopravvissuto. Tra le macerie della casa distrutta furono trovati resti di bombe che portavano il marchio della Rwm Italia, la società con stabilimenti a Ghedi in Lombardia e a Domusnovas in Sardegna controllata dal colosso tedesco degli armamenti Rheinmetall. Le foto del marchio Rwm Italia impresso sui frammenti degli ordigni recuperati tra le rovine a Deir-Al-Hajari fecero il giro del mondo.
    Ora i parenti delle vittime e l’unico membro della famiglia Husni scampato alla morte hanno presentato una denuncia contro l’Italia alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Ricorrono contro l’archiviazione, da parte del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, del procedimento giudiziario avviato dalla procura della Repubblica nel 2018 in seguito a un esposto che metteva sotto accusa sia i manager Rwm Italia sia i funzionari dell’Autorità nazionale per l’esportazione di armamenti (Uama). L’esposto era firmato da Rete pace e disarmo, dal Centro europeo per i diritti costituzionali e umani e dalla ong yemenita Mwatana for human rights.
    «Vendendo le armi ai Sauditi – sostenevano le tre associazioni promotrici dell’esposto – i vertici Rwm Italia e Uama si sono resi responsabili della violazione del trattato Onu sul commercio delle armi ratificato nel 2013 dal parlamento italiano, che proibisce agli stati firmatari la vendita di armi se si è a conoscenza del fatto che esse verrebbero utilizzate contro obiettivi civili o per commettere crimini di guerra».
    È con una sentenza del marzo dello scorso anno che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha invece dichiarato Rwm Italia e Uama non perseguibili. Impossibile infatti, secondo il giudice, dimostrare che l’azienda abbia «tratto profitto dall’abuso di potere»: i funzionari Uama hanno «rispettato le procedure formali del processo di autorizzazione all’esportazione di armi» e rispettata la procedura, le conseguenze (i morti sotto le bombe) sono giuridicamente irrilevanti.
    In opposizione alla decisione del gip romano arriva ora il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo da parte dei parenti della strage del 2016 nel villaggio di Deir-Al-Hajari. A sostenere l’azione giudiziaria sono, ancora una volta, Rete pace e disarmo, Centro europeo per i diritti costituzionali e umani e Mwatana for Human Rights. «Il fatto che non sia stata aperta un’indagine su un caso di omicidio colposo, mentre sono stati commessi migliaia di crimini di guerra contro la popolazione dello Yemen, è scioccante», dice Radhya Al-Mutawakel, presidente e fondatrice di Mwatana for Human Rights. E aggiunge: «In assenza di giustizia, che valore hanno norme giuridiche come il diritto penale internazionale e il diritto umanitario internazionale? Quando le norme nazionali e internazionali sul commercio di armi non vengono applicate, a cosa serve averle se i trasgressori non sono chiamati a risponderne?».
    «I paesi europei Italia compresa – spiegano le tre organizzazioni che sostengono il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo – alimentano il conflitto in corso in Yemen fornendo bombe, missili e jet da combattimento. Rifiutandosi di indagare sulle responsabilità delle autorità e delle aziende che rilasciano le licenze e i cui armamenti sono collegati a potenziali crimini di guerra sotto la sua giurisdizione, l’Italia non soltanto sta legittimando queste esportazioni di armi e limitando l’accesso alla giustizia per le vittime, ma sta anche violando i suoi stessi obblighi di proteggere il diritto alla vita sancito dalla Convenzione europea dei diritti umani. Una scelta pericolosa e insensata».

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