Letteratura: «il classico che è in noi»

Per chi è a Milano e dintorni: incontri mensili dal 20 dicembre al 27 giugno

INVITO ALLA LETTURA: LA LETTERATURA COME VITA E COME RIFLESSIONE SULLA VITA.

X CICLO – ANNO 2018-2019 – «IL CLASSICO CHE È IN NOI»

a cura di Giorgio Riolo

I cicli offerti, dal 2009 al 2013 svolti presso la Libera Università Popolare, si propongono di agevolare e di approfondire la lettura di opere di narrativa e di poesia senza presupporre nei partecipanti formazione specifica o specialistica. L’unico presupposto è il desiderio di conoscere e di attingere alla immensa ricchezza del patrimonio letterario dell’umanità. E di concepire la lettura non solo come piacere e divertimento, ma anche come strumento fondamentale della formazione etica, culturale e politica della persona. Come si diceva un tempo, la lettura come strumento dell’elevamento culturale e civile, spirituale della persona.

Il retroterra da cui si parte è la concezione secondo la quale in gioco non è solo lo “sviluppo di capacità umane”. Sviluppo che compendia l’evoluzione umana e la storia (strumenti di produzione, scienza, tecnica, sviluppo materiale, padronanza sulle forze della natura e sulla dinamica storica ecc.) e che il capitalismo ha accelerato in modo impressionante. In gioco è piuttosto lo “sviluppo della personalità umana”, quale realizzazione, sempre nella società e nella storia, dei caratteri di un’umanità disalienata, conforme al senso di integrità umana e di dignità umana.

Socrate e Gesù di Nazareth, al di là dell’essere credenti o non credenti, incarnano questa realizzazione. Individui pienamente sviluppati, in sé, ma anche e soprattutto come appartenenti alla comunità in cui crescono, agiscono, pensano, lottano ecc.

Ogni ciclo si articola in appuntamenti mensili, normalmente da settembre a giugno, di introduzione con lettura successiva di opere della letteratura universale significative. La letteratura è considerata nella sua accezione più vasta. Nel corso degli anni ci si propone di leggere anche opere filosofiche, storiche, saggistiche ecc. Le opere letterarie in senso stretto consentono tuttavia di riflettere sulla vita, sul senso della vita, sulle grandi questioni esistenziali, psicologiche, etiche, filosofiche, storiche, sociali, politiche ecc. In esse confluiscono, e al contempo scaturiscono, non solo le vicende umane, la trama, il racconto, la storia di vicende umane appunto, ma anche e soprattutto le problematiche culturali, sociali e politiche più generali delle varie epoche.

I partecipanti leggono per proprio conto l’opera e il mese successivo ne discutono assieme al coordinatore del gruppo di lettura. Ogni opera viene comunque introdotta con brevi annotazioni sulla vita dell’autore, sul contesto e sul retroterra storico-culturale e sul valore estetico-critico. Gli incontri si svolgono in un giovedì di ogni mese dalle ore 18.30 alle ore 20-20.30 circa.

Nel settimo ciclo 2015-2016 (come è avvenuto nei cicli precedenti, a partire dal ciclo 2009-2010) il filo conduttore è la prima parte di un discorso molto vasto, va da sé, e che si svolgerà attraverso ulteriori cicli annuali. Si tratta del senso e del significato della vita nelle dimensioni, ineludibili, della sfera individuale e della sfera collettiva (della comunità, dei gruppi umani di appartenenza, della società, della storia). È un modo per considerare la vita vista nell’autonomia dei due momenti, ma anche nella loro connessione stretta, nella reciproca interazione.

La vita, allora, è vita quotidiana, esistenza individuale e vita nella storia e nella società. La sfera psicologica e morale nella quotidianità del singolo individuo, da una parte, e le dinamiche più vaste, sociali, culturali, politiche, storiche, delle formazioni sociali e dei gruppi associati, dall’altra.

Naturalmente la letteratura è il luogo privilegiato di questo nesso. E i classici, a loro volta, come luoghi privilegiati, dal momento che hanno fornito alle generazioni successive, in vario modo, la grammatica, il linguaggio, i modelli, i simboli, i “tipi” umani, i caratteri ecc. a cui necessariamente riferire modelli, tipi, simboli, esperienze del proprio tempo, della propria vita.

Alcuni esempi, solo come rapido riferimento alla ricchezza della letteratura universale.

Ettore “domatore di cavalli” come modello eterno del dovere da compiere, per se stesso e per la propria comunità di appartenenza, malgrado la sicura sconfitta a cui si va incontro, come modello per coloro i quali, nella storia e nella vita, pensano che non sempre si sta con i vincitori.

Antigone come modello eterno della pazienza, della tenacia, della pietas femminili osservanti le leggi non scritte dell’umanità, della religione della vita.

Odisseo come modello eterno, nella storia dell’umanità, almeno di quella occidentale, del bisogno, sempre inappagato, di conoscere, di conoscere “le menti” di altri uomini, come modello dell’uomo dal molteplice ingegno e dal coraggio dell’osare, del “calcolo” di contro all’immediato impulso barbarico della hybris, della tracotanza e della violenza, del non fermarsi, del non avere posa e requie.

Paolo e Francesca come modelli eterni della semplicità ma anche della tragicità del sentimento e dell’amore.

Eugène de Rastignac, personaggio balzachiano, come modello eterno del giovane provinciale di belle speranze investito dalla hybris borghese-capitalistica dell’arricchimento e della scalata sociale a tutti i costi nella Parigi ottocentesca, città-mondo delle possibilità umane da conquistare, sfavillante e sordida a un tempo.

Julien Sorel, come anche Fabrizio Del Dongo, in Stendhal, come caratteri-tipi umani del giovane ambizioso, energico e volitivo, soggiogato e spronato dal mito napoleonico, dirompente nella Francia e nelle corti italiane del periodo della Restaurazione.

Jean Valjean, ne I miserabili di Victor Hugo, quale testimonianza concreta della possibilità di conservare la forza dell’integrità umana e di osservare la religione della vita, al di là delle religioni positive, malgrado continue ingiustizie, persecuzioni, travagli.

Anna Karenina e Madame Bovary, donne indimenticabili, che sbagliano, che cadono, che pagano di persona, ma che ricercano qualcosa di più elevato della loro banale esistenza quotidiana.

Platon Karataev, il mužik-soldato, il contadino povero che vive all’unisono con la natura, natura egli stesso, e Pierre Bezuchov, il nobile che alla fine completa il suo romanzo di formazione proprio a contatto con l’autentico esponente del popolo russo, nella visione organicistica del Tolstoj di Guerra e pace.

Ivan Karamazov, quale negatore di Dio, ma in realtà “cercatore di Dio”, e Aljoša Karamazov quale scopritore della verità, della bellezza e della possibile salvezza nei fanciulli, negli innocenti.

Il principe Myškin, ne L’idiota di Dostoevskij, come incarnazione del Buono e del Bello, del Cristo contemporaneo.

Il classico è classico anche a misura della “corrispondenza biunivoca” tra opera e soggetto ricettore. Non solo quello che l’opera continua a produrre e a determinare nelle varie generazioni e nelle varie epoche e stagioni culturali e antropologiche, ma anche quello che uomini e donne delle varie epoche chiedono, pongono come domanda, come sollecitazione all’opera stessa a partire dai bisogni e dalle sensibilità differenti, mutanti.

I temi costanti della vita umana, i temi “filosofici” ed esistenziali, nel fluire cangiante delle differenti epoche e dei differenti luoghi, rimangono e la letteratura e i classici aiutano a elevare il grado di consapevolezza critica su tutto ciò. Vita autentica/vita inautentica, vita/morte, corpo/spirito, felicità/infelicità, giustizia/ingiustizia, eguaglianza/diseguaglianza, potere/subalternità, lavoro dignitoso/sfruttamento, valori/disvalori, naturale/innaturale, amore, passione, sentimento, virtù, progresso, utopia, speranza, pessimismo/ottimismo, coraggio, viltà, onore ecc. costituiscono solo un sommario elenco.

Segnaliamo sempre, come incommensurabile ausilio, la monumentale opera a cura di Remo Ceserani e di Lidia De Federicis, Il materiale e l’immaginario, Loescher (per quanto riguarda il nostro ciclo, solo da Shakespeare in avanti fino a oggi ecc.). Opera pensata per le scuole medie superiori, modello di interdisciplinarietà, di multidimensionalità, della possibilità, in un mondo in cui “tutto si tiene”, di “tenere assieme” testi letterari, storici, sociologici, economici, filosofici ecc.

Milano – AdA Stecca3 – via Gaetano De Castillia 26

(MM2 Gioia o Garibaldi – MM5 Garibaldi)

giovedì 20 dicembre 2018: ore 18.30-20

Introduzione al ciclo 2018-2019. I temi più importanti della crescita culturale e civile per mezzo della letteratura.

Alle fonti della poesia universale, almeno della tradizione occidentale. La tragedia greca e il destino individuale e collettivo nella forma classica. Gli archetipi di Clitemnestra, uxoricida del marito Agamennone, e di Oreste vendicatore. Il sostrato antropologico, violento e sanguinario, ancestrale, e la necessità della giustizia e della città, della civiltà democratica insomma.

Eschilo, Orestea (Agamennone, Coefore, Eumenidi)

giovedì 31 gennaio 2019: ore 18.30-20

Il più grande romanzo di società della letteratura europea” (Thomas Mann). La vicenda di Anna come vicenda esemplare di una donna che è alla ricerca, nel senso di un “manca qualcosa”, che non si appaga della banale vita di moglie e di madre. E che per questo pagherà di persona, diversamente dalle superficiali, anche misere, figure maschili, dal marito Karenin e dall’amante Vronskij. La vita individuale e la vita collettiva nella sempre presente “utopia contadina” russa di Levin-Tolstoj.

Lev Nikolaevič Tolstoj, Anna Karenina (prima parte)

giovedì 28 febbraio 2019: ore 18.30-20

Il più grande romanzo di società della letteratura europea” (Thomas Mann). La vicenda di Anna come vicenda esemplare di una donna che è alla ricerca, nel senso di un “manca qualcosa”, che non si appaga della banale vita di moglie e di madre. E che per questo pagherà di persona, diversamente dalle superficiali, anche misere, figure maschili, dal marito Karenin e dall’amante Vronskij. La vita individuale e la vita collettiva nella sempre presente “utopia contadina” russa di Levin-Tolstoj.

Lev Nikolaevič Tolstoj, Anna Karenina (seconda parte)

giovedì 28 marzo 2019: ore 18.30-20

Consacro i miei ultimi giorni a studiar me stesso”. La persecuzione, reale o presunta, come stimolo a conversare con la propria anima e a conoscere il cuore degli uomini. La contemplazione della natura e del bello naturale come messaggio universale a ricomporre la frattura tra sviluppo e civiltà umani e ambiente. La sensibilità preromantica del grande filosofo ginevrino e il nostro tempo.

Jean-Jacques Rousseau, Le fantasticherie del passeggiatore solitario

giovedì 2 maggio 2019: ore 18.30-20

La forma-racconto come genere letterario confacente alla scrittura rapida e precisa del grande letterato. Tutti i temi cari allo scrittore e al pensatore Sciascia, impegnato, con la penna e non con la spada, a combattere le congiure e le imposture del potere, in tutte le sue manifestazioni.

Leonardo Sciascia, Gli zii di Sicilia e Il mare colore del vino

giovedì 30 maggio 2019: ore 18.30-20

Dopo le Sei lezioni sulla storia di Edward H. Carr, un’altra profonda riflessione sulla storia da parte di un grande storico. Alle origini della scuola delle Annales e della concezione della storia non solo come disciplina accademica e del conoscere, ma come campo di impegno intellettuale e morale per una società più giusta e più civilmente avanzata.

Marc Bloch, Apologia della storia o mestiere di storico

giovedì 27 giugno 2019: ore 18.30-20

L’opera della visione apocalittica e palingenetica di riscatto dei popoli oppressi delle periferie del mondo, della decolonizzazione necessaria, nella realtà storica e nella testa del colonizzato e del colonizzatore. A partire dalla realtà dell’Algeria e della rivoluzione algerina, il messaggio universale dello psichiatra-filosofo rivoluzionario.

Frantz Fanon, I dannati della terra

Programma, schede introduttive alle varie opere e registrazioni in Mp3, da ascoltare o scaricare, di tutti gli incontri, anche dei cicli precedenti, in www.giorgioriolo.it

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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