L’eversione nera cerca di sfruttare l’emergenza sanitaria

Alessio Di Florio racconta come si muovono i gruppi di suprematisti, neonazisti e neofascisti dal web alle piazze. Anche in Italia, su alcuni social post inneggianti a rivolte armate e violenze. (*)

screenshot di alcuni dei tanti commenti a cui si fa riferimento nell’articolo; nostra elaborazione

 

Arriva il nuovo coronavirus negli Stati Uniti, immense file per acquistare armi e munizioni. Questa la notizia rimbalzata anche in Italia il 16 marzo scorso scatenando ilarità e battute a non finire: i soliti cowboy che pensano coi fucili di sconfiggere un virus….

C’era poco da ridere e la notizia nascondeva qualcosa di molto più serio e drammatico come ha dimostrato la cronaca delle settimane successive. In Italia però giunta solo a sprazzi e senza lo stesso risalto della prima notizia: esattamente un mese dopo migliaia di persone in Michigan sono scese in piazza contro il lockdown, moltissimi armati e urlando che la governatrice doveva essere arrestata, il 1° maggio una nuova manifestazione si è conclusa sempre in Michigan con l’irruzione armata nel parlamento locale.

Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria gruppi di suprematisti bianchi, la versione a stelle e strisce dell’attuale nazismo e frangia estrema dei conservatori, continuano a contestare ogni misura di contenimento della pandemia (arrivando anche a duri confronti in piazza con operatori sanitari)  mescolando la difesa dei profitti di alcuni settori economici, violente ideologie politiche e un folle complottismo: sognano di incarcerare tutti coloro che si frappongono al dominio dell’economia, della «razza bianca» e delle armi considerando nemici anche virologi, medici e chiunque non sia allineato, spinti da teorie complottiste che non hanno alcuna aderenza con la realtà. Teorie che potrebbero persino far sorridere e probabilmente farebbero vacillare persino il compianto Basaglia ma che negli ultimi anni stanno nuovamente prendendo piede, il movimento negli USA è chiamato QAnon e incredibilmente sta avanzando anche in Europa. Soprattutto nella Germania dove l’estrema destra neonazista da alcuni anni è riuscita ad essere sdoganata, ha realizzato anche vari attentati e avanza.

Un’inchiesta del Guardian ha documentato che dietro uno dei gruppi più attivi negli USA – American Revolution 2.0 – si nascondono gruppi inquietanti già nel nome tra cui Three Percent Milizia e MyMilitia. Nell’articolo che abbiamo pubblicato il 3 maggio scorso Leonardo Palmisano ha lanciato l’allarme su una «forte carica eversiva», presente anche in Italia, che sogna di sovvertire ogni regola democratica, che «passa attraverso il web». E per la galassia suprematista e neonazista gruppi sui social più diversi, da facebook a tiktok, rappresentano la rete di contatto e uno dei maggiori volani. E non si può considerare un incidente della storia che i «nemici», la «minaccia contro il genere umano» da annientare, siano gli stessi di ottant’anni fa a partire dagli ebrei. Il social network più utilizzato è tiktok dove impazzano gli insulti antisemiti e i complottismi più vergognosi: una massa sempre maggiore sostiene con veemenza e prepotenza che c’è un complotto ebraico per «indebolire l’economia del mondo e facilitarne il controllo attraverso il virus», i sionisti «hanno alimentato il focolaio epidemico per poi immettere sul mercato un vaccino da commercializzare per ottenere profitti», il nuovo coronavirus è stato diffuso dagli ebrei per «neutralizzare il resto della popolazione» mondiale (come affermato da un ex colonnello dell’esercito su un canale televisivo turco di proprietà della famiglia di Erdogan) mentre negli Stati Uniti secondo il pastore di estrema destra Rick Willes il nuovo virus è la punizione del Signore per «chi si è opposto a suo figlio» e quindi, siccome gli ebrei sono presenti in tutto il mondo, sta colpendo l’intera popolazione mondiale.

Tra un post del genere e l’altro ricompare poi l’altra teoria e cioè che il covid19 non esiste ed è solo un’invenzione per il controllo della popolazione e imporre una nuova dittatura mondiale in cui, questa è la costante anche se contraddice  l’altro filone, i dominatori sarebbero perfidi capitalisti ebrei. Quasi un secolo dopo l’avvento del nazismo siamo ancora al livello del «Protocollo dei Savi di Sion» (che ovviamente per questa feccia è vera, così come l’altra follia di qualche anno sul «piano Kalergi» per la «sostituzione etnica», ma un complotto mondiale vuol far credere il contrario), del complotto giudaico-pluto-massonico e dei «perfidi banchieri ebrei».

Queste vergognose teorie, in versioni più o meno diverse, si stanno diffondendo in Italia tra il fior fiore della nuova fogna neofascista alla puzza di stragismo degli anni settanta e servizi segreti made in London che invoca massicce manifestazioni contro la «dittatura sanitaria comunista» e persino ambienti più o meno improbabili. E sui social si torna ad invocare una nuova «marcia su Roma» con tanto di video, logo, gruppi e pagine facebook. Tra le prime date che erano state individuate ci sono state la domenica di Pasqua, il 25 aprile e il 4 maggio. Tornando a denunciare nell’articolo dell’11 maggio scorso l’ondata di insulti e minacce di morte contro i magistrati antimafia Di Matteo, Gratteri e Maresca e anche Bonafede abbiamo documentato un commento che ha invocato «guerra aperta il 30 maggio sotto il palazzo Chigi Roma». Cercando su facebook abbiamo trovato pagine e gruppi (alcuni presenti anche su telegram) che invocano l’insurrezione armata, marce su Roma e la violenta occupazione delle istituzioni democratiche in nome del complottismo riportato in quest’articolo, della rivolta contro la dittatura di ebrei, comunisti, «nemici del popolo italiano» accusati di voler far invadere dagli immigrati l’Italia per distruggerla e deliri simili.

Le date segnate in rosso sono, appunto, il 30 maggio e il 2 giugno, odierni forconi hanno addirittura attaccato il centro-destra che nel giorno della Festa della Repubblica vorrebbe protestare contro il governo Conte perché gli «ruberebbe» la piazza. In uno di questi gruppi abbiamo trovato pubblicato il 23 aprile «Care Forze dell’ordine, se non volete fare la fine delle stesse bare da voi trasportate, non ci impedite di manifestare il giorno che scenderemo in piazza». In queste ultime settimane il numero di post, anche con centinaia di commenti ciascuno, è in aumento sempre maggiore e un monitoraggio completo è praticamente impossibile. Post in cui si attaccano le forze dell’ordine che non si schierano con loro e contro le istituzioni, video in tenuta mimetica il cui autore si erge a novello duce, minacce di atti violenti ed efferati, insulti contro migranti e «zecche rosse comuniste da abbattere» (dove viene ricompreso chiunque non è totalmente fascista e pronto alla rivolta violenta), invocazioni a «forni» in pieno stile nazista e ad un «colpo di stato militare» e di alleanze con frange del mondo ultras.

Quelle frange protagonisti di violenze ripetute negli anni, infiltrati dallo spaccio, dalla ‘ndrangheta e altre mafie e da movimenti neonazisti e neofascisti collegati a reti internazionali, dove – come ha sottolineato Leonardo Palmisano nell’intervista già citata all’inizio di questo articolo la «carica eversiva» è forte. Un’onda violenta montante, pericolosa ed antidemocratica, sottovalutata anche da ambienti che si definiscono di sinistra e «comunisti», incredibilmente qualcosa era stato segnalato diverse settimane fa su facebook e da questi ambienti l’unica reazione è stata definire chi ha lanciato l’allarme «amici delle guardie come Don Matteo», «digossini» e simili. Un comportamento, anzi forse dovremmo definirlo comportazione come un noto comico cinematografico perché il livello è quello, che definire sconcertante è poco.   

(*) ripreso da www.wordnews.it

 

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