L’Hera della propaganda: ancora a proposito di amianto a Bologna, di…

acqua potabile, di spot occulti, di domande senza risposta

di Vito Totire (*)

spagnul-acqua

«Il livello accettabile di amianto è uguale a zero»: così il dottor Wells al Congresso della Accademia mondiale delle scienza, New York 1965

Un articolo non firmato apparso sul quotidiano «Il resto del Carlino» illustra l’herapensiero sull’acqua potabile; non che il messaggio di Hera possa essere definito un “pensiero” essendo piuttosto l’effetto di una coazione a ripetere.

Non ci è chiaro per quale motivo «Il resto del Carlino» non si sia fatto pagare lo spot come inserzione pubblicitaria. Va bene: non entriamo nel merito dei bilanci aziendali. Anche l’altro giorno questo quotidiano ha illustrato l’attività dell’Aiop senza dare spazio invece a qualche nota di critica e dissenso…

L’articolo/spot Hera non firmato merita qualche commento:

  1. Nel 99% l’acqua sarebbe pura
  2. Nell’1% no? In verità l’acqua salubre è un diritto di tutti e non nel 99%
  3. Erbicidi e pesticidi monitorati non vengono menzionati: risultati zero o “livelli accettabili” (per Hera)
  4. L’eccesso di organoalogenati individuato dalla Ausl alla centrale Aldini non viene menzionato e neppure ne vengono spiegate le cause; d’altronde le cause non le ha mai spiegate neanche la Ausl; forse quell’episodio ha a che fare con l’1%?
  5. Sull’amianto siamo alle solite: «anche qui i risultati hanno confermato qualità e la sicurezza» Hera dixit ; vale a dire ipse dixit. Quali analisi, quali risultati, che tipo di microscopio è stato usato? Mistero, occorre fidarsi : il meccanismo di comunicazione è di tipo autoritario/fideistico. In verità Hera non deve darci le sue conclusioni ma i dati: siti dei campionamenti, tipo di amianto repertato, microscopio usato… Siamo increduli anche perché per diversi lustri Hera ha trovato zero mentre l’Ausl trovava il 15% di positivi…Fra l’altro Hera sa bene quali possono essere gli effetti di una rete in cemento-amianto danneggiata e vetusta visto che ha fatto gli esami per la società Pubbliacqua in Toscana in un Comune in cui il sindaco ha “inventato” una soglia di allarme: cioè lui sotto quel livello non si allarma. Questo è un limite condiviso da Hera per dire appunto che al di sotto è garantita la sicurezza?
  6. Hera è intervenuta su 35.000 km. di rete acquedottistica; ma quanto amianto ha sostituito non ce lo fa sapere. Degli originari 1650 kilometri cosa è rimasto? Così non riusciamo a sapere: la rottura in via Torquato Costa ad Anzola Emilia ha coinvolto il cemento-amianto? Il sindaco, interrogato, non risponde, la Ausl neppure…
  7. Si rafforza la convinzione che la linea di Hera sull’amianto sia di tipo esorcistico: perché non fanno sapere alla opinione pubblica che Hera è stata chiamata a risarcire un mesotelioma pleurico che ha fatto morire un operaio addetto in passato al taglio del cemento-amianto? Loro preferiscono parlarci delle bottiglie di plastica risparmiate, problema importantissimo in verità, vedi dopo
  8. Perché Hera non ha ancora comunicato ai sindaci dei singoli comuni la entità e la localizzazione della tubazioni in cemento-amianto? Di recente abbiamo chiesto ad alcuni sindaci (forse ignari del loro ruolo di autorità sanitaria locale) se erano al corrente dell’entità del problema nel loro territorio comunale e le risposte sono state: chiedete a Hera!
  9. Sulle bottiglie di plastica: in fondo la pensiamo come Hera, sono un problema. Ma proprio perché lo consideriamo un problema da risolvere esigiamo che l’acqua distribuita per usi potabili abbia un livello di amianto e di ognuno degli altri inquinanti classificati dalla Iarc – cioè International Agency for Research on Cancer – 1 o 2A o 2B uguale a zero!

Intanto la Ausl non risponde alle nostre richieste di aggiornamento dati oltre il primo semestre 2016. Molto strano: a una richiesta di informazioni su un incendio che ha coinvolto un capannone con tetto in cemento-amianto, la Ausl ha risposto in 24 ore! Sull’acqua invece, pur trattandosi di un fluido, la situazione è stagnante.

Per concludere a noi risulta che la Procura della Repubblica di Bologna, a seguito del nostro ultimo esposto sull’amianto nell’acqua, abbia “aperto un fascicolo”. Al momento la Procura non ci ha convocati… Stiamo a vedere se e come la questione va avanti. Finirà nel cortocircuito di consulenti che credono alla innocuità delle basse dosi?

Dovrà andare avanti anche la proposta di discussione che abbiamo inviato all’Istituto Superiore di sanità, autore di un documento nel 2015 in cui non sono stati registrati i veri picchi che l’amianto ha raggiunto nelle valutazioni in microscopia elettronica a scansione e non sono assolutamente citati gli esami eseguiti in microscopia a tensione.

Grazie comunque a Hera; con quello spot fa una ennesima gaffe e rimette in movimento la discussione. Ma gli strateghi della comunicazione (su cui certo Hera può contare) non facevano meglio a proporre il silenzio? Insomma : tutte le guerre hanno i loro “effetti collaterali”.

Bologna, 21.9.2016

(*) Vito Totire è medico del lavoro/psichiatra, esponente dell’Aea, l’associazione esposti amianto e rischi per la salute.

LA VIGNETTA è di GIULIANO SPAGNUL.

 

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