Libertà per Bahar
Bahar Kimyongur si trova ancora in carcere in attesa dell’udienza di lunedì prossimo in cui il giudice deciderà se liberarlo e se tenerlo in galera. Nella seconda ipotesi, Bahar rischia di essere rinchiuso in un dei gironi peggiori dei carceri italiani, che già non brillano per le condizioni di vita che riservano ai carcerati.
Infatti Bahar, se non verrà liberato, rischia di essere rinchiuso in uno dei carceri in cui vi sono le sezioni apposite per terrorismo internazionale. Una situazione, quella di Bahar, che apre la questione dei mandati internazionali, Interpol. Il governo di Erdogan, infatti, ha spiccato un mandato internazionale per Bahar per terrorismo. Belgio e Olanda hanno già decretato che non si tratta di terrorismo ma bensì di persecuzione politica da parte della Turchia. Tuttavia, come si può leggere sul sito del giornalista belga Michel Collon (http://www.michelcollon.info/Bahar-sera-t-il-arrete-dans-188.html?lang=fr), con cui Bahar collabora stabilmente, in virtù di questo mandato l’arresto può avvenire in 188 Paesi in cui potrebbe recarsi. Infatti riconoscono l’Interpol ben 190 Paesi. Due hanno già decretato nullo il provvedimento ma gli altri 188 possono arrestarlo.
Il caso di Bahar dimostra chiaramente come le politiche anti-terrorismo di cui diversi governi si sono dotati dopo l’11 settembre 2001, in realtà sono veri e propri sopprusi e possono facilmente essere adottati per mettere a tacere le voci scomode.
È necessario che la mobilitazione e la solidarietà verso Bahar continui perché lunedì deve essere liberato per far sì che una delle voci che più si sta battendo per smascherare i retroscena dell’affare Siria non venga messa a tacere.
Per informazioni segnalo:
la radio web padovana radiazione: https://www.radiazione.info/tag/freebahar/
il sito belga InvestigAcion: http://www.michelcollon.info
la pagina FB di solidarietà: Soutien à Bahar Kimyongür
l’articolo di Marinella Correggia apparso su IlManifesto del 23 novembre http://www.marx21.it/internazionale/medio-oriente-e-nord-africa/23163-larresto-in-italia-di-bahar-kimyonguer.html
Per esprimere solidarietà a Bahar è possibile scrivere a: Bahar Kimyongür
Casa Circondariale di Bergamo
Via Monte Gleno 161
24125 Bergamo
Segnalo anche la proposta di lettera da inviare al ministro Cancellieri
Anna Maria Cancellieri centrocifra.gabinetto@giustizia.it
Al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, Ministero di Grazia e Giustizia, via Arenula, Roma
Oggetto: detenzione di un cittadino belga nelle carceri italiane per reato di opinione
Signor Ministro,
Dallo scorso 21 novembre, il cittadino belga Bahar Kimyongür è detenuto a Bergamo su richiesta della Turchia, la quale ne richiede l’estradizione.
Dal momento che oggi alle 11 si svolge un’udienza davanti alla Corte d’Appello di Brescia, ritengo sia mio dovere come cittadino sottoporLe alcuni elementi, importanti per la conoscenza del caso.
In primo luogo, occorre sapere che da oltre dieci anni Bahar Kimyongür subisce una vera e propria persecuzione da parte dello Stato turco che lo accusa senza prove di essere un “terrorista”. Questa persecuzione è avvenuta soprattutto in Belgio. Tuttavia, dopo quattro processi e due giudizi in cassazione, Bahar Kimyongür è stato completamente assolto dalla Corte d’Appello di Bruxelles.
La Turchia ha anche fatto pressione sui Paesi Bassi, ma nel 2006 la Camera di estradizione dell’Aja ha rifiutato l’estradizione. Sulla base dello stesso mandato d’arresto internazionale emesso dalla Turchia, il signor Kimyongür è stato poi arrestato in Spagna, lo scorso 17 giugno. In questo caso, la giustizia spagnola ha rimesso in libertà molto rapidamente il cittadino belga, anche se la procedura per l’estradizione è tuttora in corso.
E adesso è la volta del Suo paese a essere il teatro della persecuzione che Bahar Kimyongür subisce da parte di Ankara. E’ indispensabile che questo accanimento cessi perché, come indicano le giustizie belga e olandese, Bahar Kimyongür non ha commesso alcun atto di violenza o delitto. Quel che risulta insopportabile per il governo turco, sono le prese di posizione critiche di questo cittadino belga, i suoi scritti nei quali egli si oppone alla politica di Ankara, le sue coraggiose denunce delle violazioni dei diritti umani e i casi di tortura nelle prigioni turche.
Signor Ministro, in questo momento Bahar Kimyongür, cittadino belga, è un prigioniero politico in Italia per le sue sole opinioni. E’ una situazione intollerabile. Ecco perché mi permetto, in nome della libertà di espressione, di scriverLe e appellarmi a Lei affinché possa ispirare tutti passi necessari a ottenere la liberazione di Bahar Kimyongür.
Voglia gradire, signor Ministro, i miei saluti e ringraziamenti
In fede,