Libri in carcere: un appello per…

… ridurre il “tempo perduto”

di Vito Totire

Ho appena aderito alla campagna “dona un abbonamento a una persona detenuta” del quotidiano «il manifesto» . Questo gesto mi induce una riflessione sull’utilizzo del tempo in carcere. Io non riesco a fare un viaggio in treno senza un libro e penso con preoccupazione al caso di avere “tempi morti” senza poter leggere, Un mio sogno sarebbe donare una copia dell’autobiografia di Malcom X a tutte le persone con condanna definitiva. Questo libro ovviamente è consigliabile a chicchessia; ma chi è in attesa di giudizio o si ritiene vittima di una sentenza sbagliata è portato a leggerlo con un’ottica diversa;

Mi chiedo : possiamo occuparci di più della coazione al tempo perduto causato dalla impossibilità della lettura? Per esempio : pubblicando bilanci e prospettive della campagna de «il manifesto» e rafforzandola il più possibile?

O anche sollecitando un programma di collocazione on line del patrimonio librario della carceri (fatto “normale” in alcuni Paesi europei) anche per facilitare le donazioni evitando perdite di tempo e invio di doppioni. Oppure: creando un indirizzo mail a cui le persone detenute possano inviare i loro desiderata? O ancora coordinando tutta l’area – davverro enorme – di volontari che lavorano sulle e nelle biblioteche penitenziarie? Anche per avere consigli e indicazioni.

La campagne di donazione (tante sono sempre in corso, con ritmi alterni ma buoni risultati) possono essere affinate, incrementate, finalizzate (per argomenti e per lingua).

Qualcuno definì il libro “cibo per la mente” e per chi è recluso forse questo cibo è ancora più importante.

Infine. Affinchè questo appello non suoni come un inno unilaterale alla carta stampata, quanto detto riguarda anche altri supporti informatici sui quali però la “istituzione totale” ha mostrato maggiori resistenze.

Meno una persona viene deprivata culturalmente e socialmente, meno vengono compromessi il benessere e la serenità di tutti.

LE IMMAGINI – scelte dalla “bottega” – sono recuperate dalla rete.

Redazione
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