L’infinito di Leopardi non è leopardare
Un quadro di Lanfranco Lodoli (con una noticina di db)
L’infinito? Non esageriamo facciamo un «infinitino». Così, reduce da traumi scolastici e seguendo i consigli di Massimo Troisi («mica un miracolone, me ne basta uno piccolo, un miracolino») il mio amico Lanfranco Lodoli – medico per mestiere e soprattutto per umano sentire, pittore per segreta passione – fa i conti con Leo “imbrattando” una tela o giù di lì: Lanfranco, detto Pupo, mette in alto i versi forse più famosi della letteratura italiana “mal scolarizzata” e sotto… Beh guardatelo bene il sotto. Ci sono ovviamente alcuni «8» rovesciati, le rondini obbligatorie (il passero si sa sta da solo) e molte robe curiose anche… in prospettiva. Ma che c’entra la poesia di Leo con l’altalena di Lan? Possibile che si veda il Cupolone? Se lo chiederanno forse, fra migliaia di anni, anche i critici d’arte venuti da Keplero 15 a visitare le rovine della Terra. La risposta è questa: Lanfranco abita a Castel Giubileo – uno dei posti più nominati da «Onda verde» e simili – cioè in un luogo strano dal quale si vede tutto. O così dice chi vi abita. Voi tignose/i domanderete: ma perché i/le «keplerian*» dovrebbero trovare proprio questo disegno fra tanti? In primo luogo ve lo dico io e sono tenuto al segreto delle fonti. In secondo luogo perché capita: se conoscete un famoso racconto di Leo Szilard vi “ghignerete sotto” e se no chiedete e uno di questi martedì ve lo racconto. In terso luogo perché appunto Castel Giubileo ha fama di luogo indistruttibile. Visto che queste informazioni/considerazioni potrebbero interessare molto, mooooolto, moltiiiiissimo i fans di storia dell’arte di Keplero 15 e dintorni sapete che faccio? Ora traduco tutto in linguaggio AB10, metto in una bottiglietta razziforme e la getto nello spazio.
Ah, il quadro che vedete in bottega è storto. Apposta? Sì, no, forse. Sarebbe un discorso lungo. Voi muovete il computer se lo volete vedere dritto. Basta immobilismi.
