L’ipotetico culto della Dea Madre nell’Europa neolitica

di Giorgio Chelidonio

Ho comperato il «Linguaggio della Dea» [LINK 1] nel 1998, più per curiosità bibliografica che per convinzione esplorativa, cioè quasi 10 anni dopo la sua prima edizione [LINK 2]. Non mi ero mai domandato da quale archeo-storia professionale venisse quella sua inaspettata fama editoriale ma probabilmente avrei dovuto approfondirne la genesi, iniziata già 15 anni prima [LINK 3] e culminata con il suo ultimo libro [LINK 4] pochi anni prima della morte dell’autrice, Marjia Gimbutas [LINK 5]. Non credo sia possibile inquadrare, in questa sede, la dimensione di ricercatrice e autrice di questa archeo-linguista lituana (trasferitasi nel 1949 negli Usa): semplicemente scorrendo la sua corposa bibliografia posso intuire che la sua formazione si sia evoluta partendo da studi sul folklore della Lituania, alla mitologia baltica all’età del Bronzo nell’Europa centro-orientale per approdare, nella seconda metà degli anni ’70 [LINK 6] al problema dei cosiddetti “kurgans” [LINK 7]. Con questo termine – poi allargato al concetto di “cultura” (se non, azzardatamente, di “civiltà”) – si definiscono i tumuli funerari di “pastori-guerrieri” diffusi, già nel VI millennio BP fra l’Europa orientale e la Mongolia occidentale e connessi (anche su basi linguistiche, antropometriche e persino paleo-genetiche) [LINK 8] ad uno o più “flussi migratori” verso l’Europa mediterranea, durante la piena Età del Rame, dei cosiddetti “indoeuropei” [LINK 9], un gruppo di popolazioni che pare abbiano condiviso un linguaggio archetipo detto anche “indo-germanico” [LINK 10].
Evitando accuratamente di avventurarmi in questo groviglio di studi e di ipotesi, provo a ricollegarmi allo scenario archeo-tipologico delineato dalla Gimbutas, che nel suo libro più noto radunò, con somma maestria, tutte le manifestazioni stilistiche riconducibili a figure femminili (in terracotta o pietra) allora note e incluse entro una ampia scansione cronologica estesa fra il Paleolitico Superiore europeo, cioè da 40.000 a 12.000 anni fa circa [LINK 11] e la neolitizzazione [LINK 12] degli stessi territori. Su quest’ultimo termine mi limito a precisare che abbraccia la trasformazione da caccia-raccolta a pastorizia-agricoltura che coinvolse i popoli del bacino mediterraneo, con “migrazioni”, per mare e per terra, di gruppi, tecniche, “culture” ed economie.
Anche solo visualizzando la corposità delle note fin qui elencate, è facile comprendere che con il cosiddetto “mito e culto della Dea madre” si finisce per annaspare in mondi interpretativi ipotizzati fin dal XIX secolo e riconducibili alla teoria del “matriarcato” [LINK 13]. Questa ipotesi fu allora avanzata da illustri studiosi [LINK 14], la cui attuale attendibilità va però considerata visualizzando che essi operarono alle origini della paletnologia [LINK 15] e della stessa “archeologia preistorica”. Cercando di farla più breve possibile, temo che l’enorme studio interdisciplinare assemblato dalla Gimbutas debba essere inquadrato come “archeo-mitologia” [LINK 16] con tutte le sfumature e i dubbi interpretativi che quest’ultima definizione lascia intravvedere.
Insomma, la sintetica immagine di una “Dea Madre neolitica” deriva dalle ipotesi ottocentesche di una “età matriarcale pacificata” in contrasto con il bellicoso mondo patriarcale che ha caratterizzato l’ultima manciata di millenni della storia umana.
Regge ancora questa ipotesi che, forse non a caso, risultò rivitalizzata al tempo sull’onda lunga del “flower power” [LINK 17] incarnata dalle comunità hippy californiane fra il 1965 e la metà degli anni ‘70?
Ad ogni modo, mentre gli studi linguistici della Gimbutas furono generalmente apprezzati [LINK 18], la sua interpretazione “matriarcale” delle raffigurazioni neolitiche è stata spesso criticata e persino smontata nelle conclusioni [LINK 19].
Limitandomi alla mia personale competenza, non so se troverò mai il tempo di rileggere e rianalizzare il «Linguaggio della Dea» alla luce degli oltre 20 anni di ricerche e scoperte passati dalla sua scomparsa.
Già ora però posso evidenziare almeno 3 casi di “siti di massacro” neolitici rinvenuti in Germania, tutti riferibili alla facies culturale detta Linearbandkeramik cioè LBK [LINK 20] diffusasi nel bacino fluviale del Danubio fra 7500 e 4900 anni fa circa: Talheim, Kilianstadten e Wiederstedt, noti in bibliografia archeologica come “massacre grave” cioè sepolture collettive di piccoli gruppi umani uccisi e sepolti contemporaneamente e talvolta senza rituali funebri, interpretabili quindi come esiti di aggressioni armate a piccole comunità neolitiche [LINK 21]. Evito di elencarvene i dettagli, ma i resti ossei evidenziano tracce di crani sfondati a colpi d’ascia levigata e persino di mutilazioni pre-mortem, cioè avvenute in momenti prossimi all’uccisione stessa. Infine, per chi volesse approfondire quest’ultimo tema, rimando alla lettura di una recente sintesi in lingua inglese [LINK 22].

Links

  1. Gimbutas M., 1997: Il linguaggio della Dea, prefazione di Joseph Campbell, Neri Pozza, Vicenza.
  2. Gimbutas M., 1989: The Language of the Goddess, Harper & Row Publishers.
  3. Gimbutas M., 1974: The Goddesses and Gods of Old Europe…..
  4. Gimbutas M., 1991: The Civilization of the Goddess ….
  5. http://www.treccani.it/enciclopedia/gimbutas-marija/ + https://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas
  6. Gimbutas M., 1977: The first wave of Eurasian steppe pastoralists into Copper Age Europe, in “Journal of Indo-European Studies”, vol. 5, pp. 277-338. + Gimbutas M.,1980: The Kurgan wave (c.3400-3200 BC) into Europe and the following transformation of culture“, in “Journal of Indo-European Studies”, vol. 8, pp. 273-315.
  7. https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_kurgan
  8. https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Luca_Cavalli-Sforza
  9. https://it.wikipedia.org/wiki/Indoeuropei + http://www.treccani.it/enciclopedia/indoeuropeo/
  10. http://www.treccani.it/vocabolario/indoeuropeo/
  11. http://www.treccani.it/enciclopedia/il-paleolitico-superiore_(Il-Mondo-dell’Archeologia)/
  12. http://www.treccani.it/enciclopedia/dal-neolitico-all-eta-dei-metalli-i-modelli-della-neolitizzazione-in-europa-e-nel-bacino-del-mediterraneo_(Il-Mondo-dell’Archeologia)/
  13. http://www.treccani.it/enciclopedia/matriarcato/
  14. http://www.treccani.it/enciclopedia/johann-jakob-bachofen/
  15. http://www.treccani.it/enciclopedia/paletnologia_(Enciclopedia-Italiana)/
  16. https://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas
  17. https://it.wikipedia.org/wiki/Flower_power
  18. https://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas#Critiche
  19. https://it.wikipedia.org/wiki/Marija_Gimbutas#Stato_dell.27arte
  20. https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_della_ceramica_lineare + http://archaeology.about.com/od/lterms/qt/lbk.htm
  21. http://www.lescienze.it/news/2015/08/24/news/conflitti_guerre_neolitico_fosse_comuni_massacri_torture-2734507/
  22. https://www.academia.edu/10807155/Mass_Graves_of_the_LBK._Patterns_and_Peculiarities

Giorgio Chelidonio

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