L’Italia sul piano inclinato delle guerre

Un appello di Alfonso Navarra, Antonia Sani, Laura Tussi. I pensieri di Giuseppe Bruzzone. Con notizie dai “porti armati”  e dal Gran Sasso militarizzato. A seguire il libro bianco di «Sbilanciamoci» sulle guerre afgane e altri link.

Mentre la NATO lavora senza tregua per trascinare la Russia in guerra (*) continua a livello mondiale il riarmo con tutte le forze politiche – anche quella definite progressiste – completamente succubi dei militari e dei mercanti d’armi. Anche oggi la “bottega” ha assemblato un po’ di materiali. Notizie piccole e grandi che “il super media unificato del pensiero unico” nasconde o travisa. E’ bene sapere quello che sta accadendo; meglio ancora sarebbe discuterne, organizzarsi, uscire dall’auto-ipnosi del “io non posso farci niente”. Se in tante/i ci alzassimo dalle sedie per fare qualcosa prima che i disastri diventino irreversibili… voi che leggete cosa pensate accadrebbe?

(*) qui un’analisi seria di Manlio Dinucci: https://ilmanifesto.it/leuropa-in-trincea-contro-il-nemico-inventato/) mentre ieri abbiamo pubblicato questa analisi di Alessandro Marescotti: Crisi Ucraina-Nato: il ruolo dei pacifisti. Fra le poche voci che si sono alzate contro l’intruppamento dell’Italia (e contro la propaganda di guerra di tutte le tv) Rifondazione Comunista, Giorgio Cremaschi e voci “dal basso”. Un silenzio terrificante.

Appello per la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari

di Laura Tussi, Antonia Sani, Alfonso Navarra

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN («Trattato per la proibizione delle armi nucleari») adottato nel 2017 in una conferenza ONU a New York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la pace.

Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59, e continuano ad aggiungersi. Questo processo di allargamento avvicina sempre di più l’abolizione giuridica effettiva delle armi nucleari nel mondo, che accompagna e favorisce la loro eliminazione materiale. 

Da subito il Trattato, valido solo per chi lo sottoscrive, produce un effetto culturale e politico globale di “stigmatizzazione” della deterrenza minandone la legittimità.

Come associazioni Wilpf Italia e Disarmisti esigenti, membri ICAN, impegnate da almeno 10 anni insieme nella campagna per la denuclearizzazione e per la ratifica del TPAN da parte del nostro paese, siamo oggi qui a prospettare la realtà imbarazzante e amara della nostra società politica. Sono centinaia i parlamentari che, nel corso degli anni, hanno sottoscritto il “Parliamentary Pledge” della Campagna ICAN in favore del trattato, ma continuiamo a registrare il rifiuto del Parlamento – nonostante le 10.000 firme raccolte e la mozione della senatrice De Petris – di presentare la richiesta di ratifica. 

Alla vigilia della prima conferenza di revisione del TPAN, che si terrà dal 22 al 24 marzo di quest’anno a Vienna, sarebbe comunque importante che lo Stato italiano partecipasse almeno in veste di osservatore.

L’ombra della NATO imperversa e impedisce che l’Italia assuma una posizione autonoma, come una sorta di muro a fronte dei parlamentari firmatari che dichiararono le preoccupazioni espresse nel Preambolo del Trattato circa le catastrofiche conseguenze umanitarie che risulterebbero da un qualsiasi uso di armi nucleari.

Armi “totalmente disumane e ripugnanti”, che potrebbero portare all’estinzione della vita per un conflitto che potrebbe essere scatenato persino per errore. 

Ci rivolgiamo in questo primo anniversario a tutto il popolo italiano affinché si renda conto del danno rappresentato dalla presenza di bombe nucleari in varie località del nostro paese (ufficialmente segrete).

Denunciamo l’indifferenza parlamentare in presenza della non ratifica, da parte del nostro Parlamento, che ci espone all’insaputa della maggior parte dei cittadini ai danni del ritorno dello stesso nucleare civile (da essi bocciato in due referendum, nel 1987 e nel 2011): si veda la vicenda in atto della proposta di inserire nella tassonomia UE delle fonti sostenibili anche il nucleare cosiddetto civile.

Con la presente ci rivolgiamo a deputati e senatori affinché la proposta di ratifica dello Stato italiano al Trattato di proibizione delle armi nucleari venga al più presto presentata e votata.

Questa adesione vorremmo fosse concepita anche come un impulso ad adottare, da parte dello Stato italiano, una efficace strategia complessiva che coinvolga gli stessi Stati dotati di armi nucleari in serie trattative per il disarmo in attuazione dell’articolo VI del Trattato di non proliferazione.

Disarmisti esigenti – Laura Tussi e Alfonso Navarra

WILPF Italia – Antonia Sani

 

Vax e war: lo Stato siamo noi?

di Giuseppe Bruzzone

Intenderei rimarcare 2 situazioni:

– siamo in un periodo storico mai presentatosi in precedenza con la possibilità di una guerra con armi di distruzione di massa.

– lo Stato siamo noi o chi altro potrebbe esserlo ?

Mi riferisco al problema Ucraina e a tutti i comportamenti inerenti, delle parti in causa, non dimenticando che chi ha incominciato i giochi sono stati gli Usa con l’ aiuto di gruppi nazisti debitamente foraggiati, per cacciare l’allora governo in carica e contare nei successivi. Mi viene in mente sempre che gli stessi americani si sono avvalsi politicamente di gruppi nazisti per contrastare il sovietismo nel dopoguerra, come descritto in documenti Cia, poi desecretati. Evidentemente tutto ciò che è russo, nell’insieme, non rientra nelle loro simpatie. Ricordo anche che la Russia attuale ha, più o meno, la nostra – intendo italiana – capacità economica complessiva, senza diminuire quella militare, di ” offesa”, eredità del periodo della guerra fredda. Putin che non è un santo né un premio Nobel per la Pace (come Obama che ha iniziato alla grande il rinnovo dell’armamento nucleare degli Stati Uniti) ha sempre dichiarato che una guerra nucleare sarebbe distruttiva per tutti, anche se poi non ha fatto nulla per cambiare politiche, per evitare che ciò potesse accadere. A proposito ma veramente è arrivato all’Onu quel documento dei 5 Stati ufficialmente possessori di armi nucleari, dove si dichiarano convinti che una guerra con tali armi non converrebbe a nessuno e che in buona fede (termine già usato nel «Trattato di Non Proliferazione» e mai esplicitata) potrebbero incontrarsi per trovare accordi? Perché non l’hanno fatto il giorno dopo la dichiarazione? I soldi che avrebbero potuto risparmiare non potevano incominciare a risolvere i problemi che assillano, ormai, ogni Stato del Pianeta Terra? Sono i venusiani ,i marziani che devono risolvere i problemi di responsabilità della Vita di noi terrestri? E noi cittadini degli Stati non potremmo far udire la nostra voce? I gruppi pacifisti dei vari Paesi non potrebbero parlare fra loro e decidere iniziative comuni? Non stiamo parlando della Pace per tutti ?

Lo Stato non siamo noi?

E se lo siamo – mi pare non contestabile – perché diamo mandato ad altri di gestire la nostra vita, perché di questo si tratta, nel periodo storico attuale? Se prima del nucleare poteva avere un senso, oggi non è così. Neanche chi afferma di “difendere” la Patria con una guerra, oggi la distruggerebbe, e non sarebbe conveniente per nessuno fare prove, con le caratteristiche di guerra attuali. Dovremmo ricavarne una lezione, importante: nessuna guerra sarebbe quindi valida. Il cosiddetto “confronto” è a danno di tutti, non lo affermano perfino i Capi di Stato? Vogliamo finalmente utilizzare le nostre intelligenze, le nostre sensibilità, lo stupore di sentirsi vivi, l’amore che proviamo per altri (possibilità che altri animali sociali come le formiche, con cui abbiamo somiglianze, non hanno) e cambiare pagina?

E chi dice che lo Stato non dovrebbe imporre vaccinazioni, non si accorge che tutti gli Stati oggi potrebbero distruggere le nostre vite con la guerra, perché abbiamo delegato le nostre esistenze? Non è così? Meglio preoccuparsi di un vaccino (certamente sperimentato in fretta senza valutare appieno le possibili mutazioni del virus cui opporsi) che non della propria vita a disposizione di altri?

Se lo Stato fosse Uomo – concretizzato nel cittadino responsabile della propria violenza non più delegata – dovrebbe preoccuparsi della vita di ogni cittadino/a e quindi, come accaduto, sentirsi responsabile della morte di uno/a di loro e essere vicino alle famiglie. Altro che affermare, come è stato fatto, che lo Stato non può ritenersi responsabile degli eventuali danni susseguenti la vaccinazione.

Ecco perché lo Stato dovremmo essere noi nel bene finchè si può, e anche nel male perché fa parte della vita. Ma non in una guerra.

Milano 27 gennaio 2022

PORTI DI GUERRA

Nelle ultime settimane The Weapon Watch ha concentrato l’attenzione sul porto della Spezia, che si conferma passaggio privilegiato del traffico di armamenti.

Ecco un nuovo articolo:  https://www.weaponwatch.net/2022/01/18/quali-armi-le-autorita-non-vogliono-vedere-quel-che-trasportano-le-navi-saudite/ 

Dell’ultima ora il post sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/TombolaCarlo/posts/126120756578754

Da La Spezia a Dakar con 4,6 milioni di euro in armi

Business militare. Fermata in Senegal la nave Eolika, sequestrati tre container di munizioni. Le ong pacifiste: «Il mittente è italiano, la Fiocchi di Lecco. Vogliamo sapere se la legge è stata violata»

di Chiara Cruciati

vedi https://ilmanifesto.it/da-la-spezia-a-dakar-con-46-milioni-di-euro-in-armi /

Basta mezzi blindati militari nel Parco del Gran Sasso, domani al Comitato Valutazione di Impatto Ambientale regionale ennesima pratica richiesta dagli Alpini.

LIPU, ALTURA, SOA e SLO: trovare sito alternativo, un’area protetta non è un circuito per scenari di guerra.

«Basta mezzi blindati militari che scorrazzano nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga in un’ampia area del Monte Stabiata. Un’area protetta nasce per tutelare in maniera rigorosa specie e habitat rari, non certo per diventare un circuito per guida off-road per addestramento. Visto anche l’evidente impatto di decenni di attività che hanno lasciato un reticolo di piste che hanno danneggiato le praterie protette, non è l’ora di ammettere finalmente che in un parco nazionale questa attività è incompatibile e, anzi, bisogna mettere in campo ogni azione per ripristinare gli habitat colpiti?»: così le associazioni LIPU, Salviamo l’Orso, Altura e Stazione Ornitologica Abruzzese commentano le osservazioni tecniche che hanno inviato alla Regione circa l’ennesima richiesta avanzata dagli Alpini per svolgere numerose attività di addestramento, non a fuoco ma con l’uso esteso di mezzi blindati.

In realtà gli alpini ora cercano quella che appare come una scorciatoia amministrativa. Infatti nel 2019 avevano presentato domanda alla regione per la Valutazione di Incidenza Ambientale. Il procedimento è stato sospeso per le importanti criticità rilevate, tra cui la presenza di una contaminazione da metalli pesanti e i danni che negli anni hanno subito le praterie con i passaggi di mezzi blindati chiaramente visibili addirittura dalle foto aeree.

Ora ripropongono la richiesta escludendo le sole attività “a fuoco” ma mantenendo la scuola guida off-road su due veri e propri circuiti. In un parco nazionale! 

Così facendo hanno pensato di sottoporre la pratica non alla più complessa Valutazione di Incidenza ma a una pre-valutazione, lo screening, sostenendo che queste attività non creano problemi. Peccato, però, che nei documenti presentati da loro stessi nel 2019 ammettevano l’esistenza di rischi per queste attività di guida per habitat e specie. Insomma, un’evidente e palese incongruenza.

Al di là delle questioni più strettamente procedurali, il passaggio reiterato di mezzi su habitat rari produce danni non solo alle praterie ma anche un fortissimo disturbo alle rarissime specie di uccelli protette a livello comunitario che nidificano a terra, dal Calandro alla Tottavilla, visto che le esercitazioni verrebbero condotte anche in pieno periodo riproduttivo. Inoltre queste aree sono zona di rifugio e ricerca alimentare per molte specie e la UE impone un rigoroso regime di protezione. Comprendiamo le necessità degli Alpini ma crediamo che debbano finalmente trovare una soluzione alternativa al di fuori delle aree protette dove tra l’altro gli escursionisti si aspettano di trovare una natura incontaminata immersa nella pace e non certo di osservare scenari di guerra” concludono le associazioni.

Qui i documenti della pratica 2021 che andrà a decisione: domani: https://www.regione.abruzzo.it/content/attivit%C3%A0-addestrative-bianco-da-svolgersi-presso-il-poligono-di-tiro-occasionale-di-monte

Qui i documenti della pratica 2019 attualmente sospesa:

https://www.regione.abruzzo.it/content/attivit%C3%A0-%E2%80%9Caddestrativa-militare-svolta-presso-il-poligono-di-tiro-cielo-aperto-occasionale

LEGA ITALIANA PROTEZIONE UCCELLI – ABRUZZO

ALTURA – ABRUZZO

SALVIAMO L’ORSO 

STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE

Mentre gli USA e i suoi alleati-servi preparano nuovi disastri in Europa vale riflettere su quanto è accaduto (e subito rimosso) in Afghanistan. Molto utile l’e-book (gratuito) di Sbilanciamoci. Potete scaricarlo da qui: https://sbilanciamoci.info/ventanni-di-guerra-afghana-cronaca-di-un-fallimento/

 

VEDI ANCHE

Fuori la Nato dalla storia di Stefano Galieni: https://transform-italia.it/fuori-la-nato-dalla-storia

https://www.pressenza.com/it/2022/01/doomsday-clock-2022-a-che-punto-e-la-notte-lalba-sembra-ancora-lontana/ (di Angelo Baracca)

https://www.startmag.it/economia/ecco-come-fincantieri-vira-sul-militare/

«Yemen, un conflitto sempre più cruento, irregolare, irrazionale e un solo obiettivo: l’eliminazione fisica totale dell’altro» di Laura Silvia Battaglia; è qui: https://www.valigiablu.it/yemen-conflitto

Le immagini – scelte dalla “bottega” – sono di Mauro Biani

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Alberto Campedelli

    Sono albero Campedelli da Correggio e penso che l’umanità si possa dividere in due gruppi: un 70% gregge di pecore tenute a bada da pochi cani (i governi) e un 30% di liberi pensatori come noi. Il guaio consiste nel fatto che i produttori di armi hanno più voce in capitolo di noi. A cosa serve investire tanti soldi ogni anno (per esempio gli F35) se poi ci dichiariamo pacifisrti? Abbiamo tanti problemi da risolvere a livello sociale che basterebbe un gruppo ridotto di militari per fronte al terrorismo ben addestrati. E se davvero si vorrebbe debellare il terrorismo basterebe fare come hanno fatto i militari USA con Bin Laden per il fatto che con i controspionaggi si scoverebbero ala svelta. Ma invece no, la minaccia terrorista serve all’industria delle armi, E siammo tutti responsabili di dargli il voto. Dobbiamo cambiare anche il nostro atteggiamento passsivo e imbelle, dobboamp ritornare a far sentire le nostre voci nelle piazze. Ne va del nostro futuro e dei nostri figli….!

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