Lo spazio dei dinosauri: un giallo politico

Un intrigo internazionale tra Italia, Venezuela e Cuba fa da sfondo al romanzo di Geraldina Colotti, un “giallo di denuncia sociale e politica” legato all’attualità e alla storia contemporanea del continente latinoamericano.

di David Lifodi

La realtà dell’America latina, qui da noi, viene raccontata in maniera spesso distorta o, nel migliore dei casi, banalizzata. Un romanzo giallo ambientato in Italia, ma con risvolti sudamericani di carattere storico, legati all’attualità e alla storia contemporanea del continente cosiddetto desaparecido, rappresenta una piacevole novità perché inaugura un filone nuovo e particolare.

Autrice e ideatrice della trama, nonché della scelta di fatti, nomi e luoghi che, pur fantasiosi sotto certi aspetti non possono non richiamare, ad un lettore attento, personaggi e avvenimenti accaduti realmente in America latina, è Geraldina Colotti, profonda conoscitrice della realtà sociale e politica sudamericana e, soprattutto, instancabile narratrice di quanto accade nel Venezuela bolivariano in qualità di direttrice dell’edizione italiana di Le monde diplomatique -il manifesto nonché corrispondente di numerosi quotidiani italiani e latinoamericani di controinformazione.

Il romanzo è ambientato in Liguria, la regione di provenienza dell’autrice, ma fin dalle prime pagine emerge il forte intreccio con l’America latina. I protagonisti principali sono Cristina, una giovane infermiera attivista del centro sociale La Talpa (un nome non casuale poiché La Talpa e l’Orologio è uno storico spazio sociale di Imperia) ed un giovane e tormentato sacerdote nato a Bagheria che pian piano sarà costretto a fare i conti con un passato a lui sconosciuto che lo porterà a cercare le sue radici in Venezuela.

Don Giacomo, quasi all’improvviso, si trova catapultato in un intrigo internazionale che lo farà abbandonare la parrocchia di un piccolo paesino ligure, dove avrebbe dovuto prendere servizio, per scoprire una realtà fino a quel momento a lui quasi sconosciuta. Punzecchiato dall’infermiera, che lo aiuterà a scoprire le sue vere origini, metterà in dubbio il suo credo religioso a vantaggio dei suoi ideali di giustizia sociale, ma che soprattutto finirà per rivelarsi ben più di una semplice amica del sacerdote, il romanzo si dipana non solo in termini di fiction, ma denuncia i paras delle Autodefensas Unidas de Colombia, le milizie di estrema destra infiltrate anche in Venezuela e capitanate da Vito Maruso, nome di fantasia che non può non far pensare immediatamente al loro vero leader, peraltro di origini italiane, Salvatore Mancuso, e il massacro di Cantaura realmente avvenuto il 4 ottobre 1982 nello stato venezuelano di Anzoátegui in cui furono uccisi 23 guerriglieri in uno dei tanti casi di violazione sistematica dei diritti umani nel paese.

In un rapido e incalzante passaggio dalle vicende latinoamericane a quelle italiane, attraverso un ingegnoso stratagemma che permette a Cristina, don Giacomo e agli altri ragazzi del centro sociale di entrare in possesso di documenti scottanti dove emergono sia la rapina delle terra in Colombia sia i piani golpisti della mafia cubano-americana per far cadere i governi di sinistra del continente, a partire dall’operazione Conexión Abril, ideata per far cadere il governo bolivariano nel 2013 e denunciata da Caracas, ma anche la speculazione edilizia che vuol mangiarsi la Liguria, il religioso, che ha trascorso la sua infanzia in un orfanotrofio di Bagheria, capisce che le sue origini sono là, in Venezuela, in uno dei paesi che cerca di resistere maggiormente all’ideologia dominante.

«Quando ci si imbarca in qualcosa, meglio essere attrezzati», dicono all’unisono, a voce alta, don Giacomo e Cristina, una considerazione che vale per tutti i noi in tempi difficili, non proprio adatti «per mettersi contro i padroni», come riflette uno dei militanti del centro sociale che ha aiutato il sacerdote a far chiarezza sul suo passato in una storia che non può essere definita semplicemente come un romanzo, bensì come una sorta “giallo di denuncia sociale e politica”.

Un’occasione, anche per chi non conosce nel dettaglio le vicende del continente latinoamericano, di schierarsi da quella cosiddetta “parte del torto” che, pur con fatica, cerca di opporsi al pensiero unico.

Lo spazio dei dinosauri

di Geraldina Colotti

deiMerangoli Editrice, 2024

Pagg. 129

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David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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