L’Ombra del Drago

di Maria G. Di Rienzo (*)
Ci sono tesori segreti nelle parole, che non troverete analizzando etimologia o grammatica. Sono tesori così preziosi che – come da antiche tradizioni – sulla soglia della comprensione sta un drago,

a custodirli. Le loro forme, le forme del pensiero nello spazio, i loro suoni, il loro significato, il perché nascono, come noi creiamo parole e come le parole creino noi… come i suoni si fondano e si differenzino in un canto interiore che preme per uscire alla luce.
Non lo farà prima che la protagonista nel nuovo romanzo breve di Nicoletta Crocella sia pronta. Non lo farà prima che tu, lettrice o lettore, ti sia immerso abbastanza nella profondità delle parole da emergerne soffuso di quella stessa luce, perché la via che le parole del romanzo indicano è la tua vita, e quel che ne hai fatto, e quel che ne farai d’ora in avanti. In quarta di copertina, la sinossi de «L’Ombra del Drago» ci parla del “ritrovamento di un antico manoscritto” e di come ciò conduca la giovane studiosa protagonista a scoprire il valore delle relazioni con altri e altre e l’importanza della realtà quotidiana, che assieme allo studio e all’intuito le apriranno nuove realtà. Infatti, con l’aiuto delle amiche, di un bimbo zingaro, di uomini di buona volontà (e anche quelli di cattiva volontà contribuiscono a modo loro) e sì pure di topi e di una gatta, la studiosa apprenderà a “trarre da sé il proprio cammino”, come dice parte della poesia che a guisa di spira di drago si snoda lungo le pagine, forte e bella, di una dolcezza aliena dapprima, che diventa via via sempre più “nostrana”, familiare, sempre più nostra.
«Pozzo dei mondi
riposa nel tuo sguardo
la tua mano è salda nella carezza
da te trai il tuo cammino
L’incontro
specchio doppio in cui non ti perdi».
L’Autrice avrebbe potuto limitarsi a mettere nelle nostre mani una sorta di mantra per il risveglio della consapevolezza, e sarebbe già stato un dono enorme, ma è stata così abile da fornirci invece attrezzi finissimi con cui noi possiamo creare mantra a nostro piacimento e nelle forme e nei tempi che più ci aggradano. Mistero, avventura e rivelazioni ci terranno nella storia mentre lo facciamo e impariamo che si comincia a vivere davvero quando davvero si comincia ad amare, a conoscere l’amore come energia e guarigione e lotta e rinnovamento, nonché invisibile ma non intangibile parte centrale di un bel mucchio di concetti che usiamo per indicare ambienti ed esseri viventi con cui siamo in relazione, non ultima la parola “io”.
Doni d’amore: così comincia l’ultimo brano poetico del romanzo – che non riporto per intero per non rovinarvi la sorpresa – ed è quel che l’autrice dà ai suoi lettori e alle sue lettrici ogni volta in cui scrive, si tratti di analisi politiche o di immagini poetiche. Tra l’altro, Nicoletta è una delle rare persone capaci di tenere insieme le due cose in modo armonico e conseguente, come ha fatto proprio ne «L’Ombra del Drago».
Dunque, come fate a leggerlo, ora che ve l’ho recensito? Lo chiedete alle Edizioni Stelle Cadenti (il link è a destra, nella categoria “Amiche”) o direttamente a Nicoletta: nicoletta@edizionistellecadenti.org
Il libro è bello da leggere, bello da vedere in copertina per l’immagine dell’opera di Mario Palmieri, autoprodotto in modo rispettoso per l’ambiente e buonissimo da annusare (come al solito!). Cosa volete di più?
(*) Riprendo questo post dal bellissimo blog lunanuvola (del 29 maggio) di Maria G. Di Rienzo.

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